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ANGELA CHIEDE SCUSA AI TEDESCHI - DOPO LE BATOSTE ELETTORALI, LA CANCELLIERA FA MEA CULPA SULL’IMMIGRAZIONE - “VORREI TORNARE INDIETRO” - MAI PIU’ COSI’ TANTI PROFUGHI - E DISERTA L’ASSEMBLEA DELL’ONU A NEW YORK - MINI APERTURA SULLA REVISIONE DEL TRATTATO DI DUBLINO

1. LA MARCIA INDIETRO

 

Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

E’ stato un inchino, al partito, ai partner bavaresi della Csu, e agli elettori. Al quinto disastro elettorale regionale di seguito, Angela Merkel ha affrontato ieri la stampa riconoscendo le sue responsabilità anzitutto per la sconfitta a Berlino, dove il suo partito ha incassato il peggior risultato elettorale del dopoguerra. Ma è andata ben oltre.

 

seehofer merkelseehofer merkel

Quello di ieri è stato un mea culpa radicale, che si è fermato soltanto dinanzi al rifiuto di stabilire un tetto ai profughi. Se avesse ceduto anche su questo, il passo successivo, obbligato, sarebbero state le dimissioni, ragiona una fonte vicina alla cancelliera.

 

D’altra parte, è improbabile che il governatore della Baviera Horst Seehofer continui con la stessa violenza i suoi attacchi contro Merkel dopo le parole di ieri. Anche per la Csu, che si presenta tradizionalmente con la Cdu alle elezioni politiche, le sistematiche picconate al partito alleato comincerebbero ad avere tutta l’aria di un suicidio.

 

La cancelliera ha definito il crollo di sei punti al 17% e la conseguente perdita della maggioranza nella capitale come «molto deludente» e ha ammesso che la sconfitta è stata «amara». Per la seconda volta in due settimane, ha detto che la disfatta di domenica «ha ragioni locali ma anche nazionali » e ha aggiunto che, per la sua parte, se ne assume «la responsabilità», come aveva già fatto dopo il voto in Meclemburgo-Pomerania.

AFD MERKEL 2AFD MERKEL 2

 

Merkel è arrivata quasi subito al dunque: la politica per i profughi e il milione di arrivi registrati nel 2015, il capitolo dolente che sta dissanguando il partito. Ma ha anche ammesso che c’è stato un problema piuttosto pesante di comunicazione: «cercherò di spiegarmi meglio», ha precisato.

GERMANIA - ESTREMISTI DI DESTRA ANTI ISLAMGERMANIA - ESTREMISTI DI DESTRA ANTI ISLAM

 

Molti dimenticano che nell’ultimo anno e mezzo il governo ha varato ben due pacchetti legislativi che hanno significato una stretta sui richiedenti asilo, sui ricongiungimenti e sulle condizioni di accoglienza, misure per accelerare l’integrazione ma anche i respingimenti e l’ampliamento dei Paesi da considerare “sicuri” al Maghreb. Ma la comunicazione è stata talmente debole che fatti come questi sono stati sempre messi in ombra dagli altolà dei frondisti Cdu e dei big della Csu.

 

Il “tetto fisso”, però, non ci sarà, Merkel lo ha ribadito, ma come aveva già fatto al congresso di Karlsruhe, a dicembre dell’anno scorso, quando promise già che «lavoreremo ad una riduzione degli arrivi». Quel boom dell’anno scorso, ha sottolineato, «non si ripeterà».

 

Anzi, «se potessi, tornerei indietro nel tempo di molti, molti anni, per preparare il governo meglio alla situazione che si è verificata alla fine dell’estate del 2015», quando sono esplosi i flussi dei richiedenti asilo che hanno raggiunto il Nordeuropa attraverso i Balcani Nel frattempo molto è stato fatto, ha detto, anche se «molti problemi restano ». Merkel si è anche riferita al suo famoso «ce la faremo» ribadendo quanto aveva già espresso in un’intervista nello scorso fine settimana: «Quasi non oso più dirlo, ormai è una frase vuota».

 

 

2. RIVEDIAMO TRATTATO DI DUBLINO

 

Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”

 

Tre schiaffi ci sono voluti perché Angela Merkel cominciasse a dubitare seriamente della sue granitiche certezze. Tre batoste elettorali una in fila all' altra perché la cancelliera riconoscesse, piegando la testa, di aver forse sbagliato qualcosa almeno nella sua politica per l' immigrazione.

sit in estrema destra a lipsiasit in estrema destra a lipsia

 

Le ultime due, quella in Mecleburgo e quella di domenica a Berlino, le più cocenti, perché arrivano la prima dal suo feudo personale, il land dove è sempre stata eletta, la seconda dalla capitale, culla di un elettorato che è tutto tranne che retrogrado e culturalmente limitato. Con l' aggravante che a Berlino il suo partito, la Cdu, potrebbe addirittura essere escluso dal governo locale per lasciare spazio a una coalizione tutta di sinistra.

 

«Me ne prendo la responsabilità», ha detto Angela a sorpresa ieri in conferenza stampa dopo aver rinunciato a presenziare a New York all' assemblea dell' Onu: «Per motivi locali» ha precisato riferendosi alla bomba di Chelsea, «ma anche per motivi nazionali», riferendosi invece alla crisi innescata dal voto di domenica.

SCONTRI TRA NEONAZISTI E PROFUGHI IN GERMANIA SCONTRI TRA NEONAZISTI E PROFUGHI IN GERMANIA

 

«Non tutti i profughi vengono con le migliori intenzioni», è arrivata a dire la cancelliera che ha pure ammesso che il milione di ingressi del 2015 «ci ha colti impreparati». E che sebbene siano stati raggiunti molti risultati, «restano anche molti problemi» da risolvere. I più importanti però per la Merkel non sembrano tanto quelli relativi alla soluzione della questione dei migranti in sé, quanto quelli del recupero del consenso interno e di quei voti, tanti, ceduti agli elettori dell' Afd che la cancelliera vuole riconquistare perché «vogliamo essere una volkspartei», un partito del popolo.

 

Angela non ha ancora spiegato come intende farlo, e d' altra parte come intende risolvere il problema dei migranti, ma «ci stiamo lavorando» assicura.

 

PROFUGHI AUSTRIA GERMANIAPROFUGHI AUSTRIA GERMANIA

Due o tre cose però ha voluto subito metterle in chiaro: niente tetti massimi all' ingresso dei profughi, come richiesto a gran voce anche da una parte consistente del suo partito, e niente distinzione tra religioni. Citando un sondaggio della scorsa settimana secondo il quale l' 82% dei tedeschi vorrebbe una correzione di rotta sui profughi la Merkel ha avvisato: «Se lo devo interpretare come un no all' ingresso dei musulmani, vorrei sottolineare che è contro la costituzione, il diritto internazionale, ma anche l' etica di un partito cristianodemocratico e contro la mia personale opinione».

 

protesta contro merkel degli anti musulmani di pegidaprotesta contro merkel degli anti musulmani di pegida

Ma se quel sondaggio esprime il desiderio che il milione di arrivi non si ripeta, la cancelliera ha detto: «Anche io mi impegno per questo: non deve ripetersi». Altro punto irremovibile rimane l' accordo con la Turchia, che anzi la cancelliera ritiene sia talmente azzeccato da poter essere esportato e utilizzato per altre nazioni che si affacciano sul Mediterraneo.

 

A questo proposito ha anche ammesso che non si possono lasciare soli i Paesi esposti ai flussi di «migranti economici» come l' Italia e la Grecia e che gli accordi di Dublino vanno «urgentemente» cambiati. Un nemmeno troppo timido riferimento alle lamentele di Matteo Renzi che a Bratislava, giusto qualche ora prima della batosta elettorale di Berlino, aveva accusato la Germania, e il resto d' Europa, di aver ancora una volta abbandonato l' Italia di fronte alla continua emergenza degli sbarchi. Accuse ribadite ieri dal premier all' Onu.

 

 

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