1. COME MAI LA TRE GIORNI DEL CIRCO MASSIMO CHE DOVEVA SMALTARE IL MOVIMENTO GRILLINO COME UNICO PARTITO DI OPPOSIZIONE AL RENZI PIGLIATUTTO SI E’ RISOLTA IN FLOP? 2. BEPPEMAO NON HA INDICATO UNA NUOVA FASE MA LA SOLITA PIPPA SFASCIA-TUTTO: IL MOVIMENTO RIMANE COM’È, NON CI SI ORGANIZZA, UNA VALE UNO. NON CI SI CONFRONTA COL NEMICO. NON SI VA IN TV. IL PARLAMENTO È FUFFA. CHI NON LA PENSA COSÌ SI LEVI DI TORNO 3. RIMANE LA PIAZZA, L’URLO, LA SCENEGGIATA DELL’INDIGNAZIONE IRRIMEDIABILE CHE NELL’INTERPRETAZIONE DI GRILLO È ANCORA LA FORZA BRUTA DEL MOVIMENTO, MA UNA FORZA STERILE, RETORICA, CHE NON MATURA, CONDANNATA A BEARSI NELLA SUA MARGINALITÀ 4. LA GUERRA DEI NUMERI: PER GRILLO 500 MILA PARTECIPANTI, PER LA POLIZIA 150 MILA

1 - LA FORZA STERILE DI BEPPE

Mattia Feltri per “la Stampa

 

COMIZIO DI BEPPE GRILLO AL CIRCO MASSIMO COMIZIO DI BEPPE GRILLO AL CIRCO MASSIMO

A Beppe Grillo è bastata la suprema arte retorica per ribaltare e riprendersi tutto. Gli è bastato uno sguardo dall’alto, anzi dall’altissimo di una gru, il colpo di genio suggestivo dell’omino appeso in cielo - e nero in controsole - per cancellare il piccolo brulicare di idee e aspirazioni che si muoveva lì sotto. Il geniale affabulatore ha preferito ritornare a sé, e i motivi della tre giorni grillina al Circo Massimo sono stati cancellati in un crescendo di comizi e in un capolavoro anestetico.

GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO  GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO

 

Non se ne è accorto quasi nessuno. Si trattava di far vedere che il Movimento stava diventando grande, di misurare il passaggio locale da forza di opposizione a forza di governo (affinché un giorno lo sia a livello nazionale), di raffrontare i rimedi e i progetti, di salire sulla cassetta della frutta per spiegare agli elettori - siccome l’informazione mascalzona non lo fa - quali splendide e solitarie battaglie si combattono da un anno e mezzo dentro al Parlamento: che non si pensi sia soltanto ostruzionismo. Niente di tutto questo è successo, o almeno niente è stato santificato da Grillo.

GRILLO E DI MAIO GRILLO E DI MAIO

 

Primo: nessun confronto. Non con altri partiti, si sa che opinione ne hanno, e ce ne si fa una ragione. Ma nemmeno confronto interno: era in programma un dibattito fra i sindaci e - forse perché i sindaci governano, e conoscono la differenza fra propaganda e comando, conoscono il problema di lavorare con le opposizioni, conoscono la necessità di un’organizzazione - l’incontro non c’è mai stato. Problemi logistici, si dice.

 

GRILLINI AL CIRCO MASSIMOGRILLINI AL CIRCO MASSIMO

Sarà vero, però il capofila di questa razza grillina, il sindaco parmense Federico Pizzarotti, ieri era dispiaciuto: «Non sono mica tante le occasioni come questa, peccato. Volevamo soltanto contribuire alla crescita e al miglioramento del M5S a cui tutti teniamo tanto».

 

E intorno al gazebo di Parma i suoi collaboratori si chiedevano chi avesse deciso il referendum sull’addio all’euro o la strategia di uscita dal Parlamento per fare proselitismo nei bar e negli uffici. Ecco, il secondo punto è quello eterno: chi decide? Il grande equivoco è stato chiarito? E il terzo riguarda deputati e senatori, per ore sotto i trenta gradi romani a raccontare con giri di violino l’eccezionalità della loro fatica, e poi Grillo è saltato su a dire che in Parlamento si conclude poco, è un trappola per topi: fuori di lì.

GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO 2GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO 2

 

Con quei farabutti non si parla, ha detto riferendosi al resto del mondo. Ecco, finito tutto. Come scrivevamo ieri, è finito tutto nel momento in cui Grillo si è issato sull’Olimpo del Circo Massimo, a guardare di sotto l’orizzontalità esibita e rivendicata, e di cui lui costituisce l’eccezione.

 

Dunque il Movimento rimane com’è, non ci si organizza, una vale uno. Non ci si confronta col nemico. Non si va in tv. Il Parlamento è fuffa. Chi non la pensa così si levi di torno. Rimane la piazza, l’urlo, la sceneggiata dell’indignazione irrimediabile che nell’interpretazione di Grillo è ancora la forza bruta del Movimento, ma una forza sterile, che non matura, condannata a bearsi nella sua marginalità.

 

2. GRILLO: IL PARLAMENTO? POI LO CHIUDIAMO -NUOVO VETO SUI TALK SHOW: CI CHIAMANO SOLO PER LO SHARE

Alessandro Trocino per “Il Corriere della Sera

 

GRILLINI AL CIRCO MASSIMO 2GRILLINI AL CIRCO MASSIMO 2

«Raccoglieremo le firme per fare il referendum e uscire dall’euro. A quel punto avremo la maggioranza, chiuderemo il Parlamento e andremo a governare». Chiudere il Parlamento? Beppe Grillo conclude la tre giorni del Circo Massimo con una frase delle sue, tra la minaccia e la boutade, l’indirizzo programmatico e l’iperbole.

 

Del resto, dopo il suo appello all’esercito a fermare «i cialtroni» e quello di Gianroberto Casaleggio che spiegava come solo con le armi la Bce può sottrarci la sovranità nazionale, la panoplìa a 5 Stelle, l’armamentario, è completo. Ma Grillo rassicura subito: «Siamo gandhiani».

 

BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO 5BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO 5

Il comizio finale del fondatore si concentra su Genova: «Contro la peste rossa della sinistra, martedì andremo tutti quanti a spalare il fango e a chiedere le dimissioni del sindaco». E sui talk show, per i quali si ribadisce il veto: «Ci vogliono per far salire lo share, ma non ci andremo mai più». 


Erano in tanti ieri, al Circo Massimo, più degli altri giorni. Difficile, come sempre in questi casi, sapere quanti. L’organizzazione per la giornata di sabato butta lì un 500 mila e Alessandro Di Battista, entusiasta, dice: «Siamo mezzo milione!». Poco dopo, però, Luigi Di Maio esordisce con un trionfante: «Siamo 200 mila!». Preso atto che per la questura erano 150 mila, il dato preciso rimane ininfluente: erano tanti. Tanti e pronti a entusiasmarsi per Grillo, ma non solo.

 

BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO 5BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO 5

L’applausometro registra picchi altissimi per Di Battista («Sono contento di essere un tuo contemporaneo», quasi si commuove il presentatore Massimo Bugani) e, lievemente minori, per Di Maio. Che non è stato incoronato leader, per ora. Anzi, a un certo punto sembrava che il tema del suo discorso fosse stato declassato, dal «governo a 5 Stelle» alla Terra dei fuochi. Di Maio, in realtà, parla anche di governo.

 

E Grillo lancia in apertura una frase esca: «Finisce che entro un anno Di Battista e Di Maio mi faranno fuori e io mi ritroverò con Mastella all’europarlamento». Difficile, anche perché Grillo in questi tre giorni si è ripreso il Movimento. Lo sfidante in pectore, Federico Pizzarotti, è stato costretto nelle retrovie. Contestato da diversi attivisti, non è pronto alla sfida in campo aperto: «C’è stata poca comunicazione», si limita a dire. 


Se Pizzarotti nicchia, Di Maio e Di Battista (che non si fa mancare citazioni di Don Milani ed Einstein) restano in sospeso, il centro di tutto rimane il mattatore a 5 Stelle. Che lancia le prossime battaglie: il reddito di cittadinanza e l’uscita dall’euro. 

GRILLINI AL CIRCO MASSIMO GRILLINI AL CIRCO MASSIMO


Molti parlamentari alla fine della giornata si lanciano in un ballo sfrenato. Altri, meno dionisiaci, si interrogano sul futuro, loro e del Movimento. Perché l’insistenza di Grillo sul «Parlamento inutile» li preoccupa. È vero che il leader ha escluso le «dimissioni di massa». Ma i parlamentari si chiedono comunque che ci stanno a fare, a combattere nelle Commissioni.

 

BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMOBEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO

Anche perché il piano riservato prevede di spostare il baricentro della battaglia nelle piazze: l’idea è quella di ricostruire un Parlamento in miniatura nelle principali piazze italiane due o tre volte al mese. Un Parlamento di cartapesta, in attesa di chiudere quello vero. 


Nel frattempo, Grillo attacca tutti e si lascia sfuggire un «Brunetta supernano». Che indigna l’ex ministro: «Epiteto razzista, lo querelo». 

 

 

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