renzi mattarella

IL DUCETTO SFIDA MATTARELLA: AL VOTO SENZA RIFORMA ELETTORALE. MA LA “MUMMIA” DEL QUIRINALE NON RISPONDE: E’ A BUENOS AIRES – ANCHE BOLDRINI E GRASSO CONTRARI AL VOTO ANTICIPATO – RENZI NON HA ANCORA METABOLIZZATO IL LUTTO DEL NO AL REFERENDUM E CERCA VENDETTA

 

Fabio Martini per “la Stampa”

 

mattarella e gentilonimattarella e gentiloni

Nel discorso della "reincoronazione" ad un certo punto - e inaspettatamente - Matteo Renzi si rivolge in modo colloquiale al Capo dello Stato, ricordando la sua personale «stima, riconoscenza, amicizia filiale e deferenza» verso Sergio Mattarella. Formalmente ineccepibile, nella sostanza il "neo" segretario del Pd ha continuato, rivolgendosi al Capo dello Stato con parole irrituali, se non di sfida, certamente piene di "intenzioni": «Signor Presidente della Repubblica, lo stallo sulla legge elettorale è responsabilità di chi ha la maggioranza in Senato».

 

Un' affermazione altamente controvertibile: Renzi allude al voto che ha eletto - in una solitaria votazione - presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato un candidato non gradito al Pd, ma finora alla "Camera alta" il partito democratico e i suoi alleati hanno sempre avuto la maggioranza. Ma il messaggio, poco istituzionale di Renzi al Capo dello Stato, è limpido: inutile insistere col Pd per fare una nuova legge elettorale, la responsabilità è di tutti e il leader del partito democratico non ci sta a fare il «capro espiatorio». Messaggi ai quali il Capo dello Stato, appena approdato a Buenos Aires, non ha replicato in nessun modo, neppure informale anche se i collaboratori del Presidente ieri sera hanno rifiutato ogni commento.

renzi grasso mattarellarenzi grasso mattarella

 

Vicenda opaca, molto politichese, nella quale si fatica a leggere il cuore della contesa. Che però va chiarendosi ogni giorno di più: Matteo Renzi sembra non voler toccare una virgola della normativa "ricavata" dalle sentenze della Corte Costituzionale, mentre il Capo dello Stato ritiene che - ferma restando la libertà delle forze politiche di scegliersi la legge che credono - si devono modificare alcune "imperfezioni" che mettono a rischio l' applicabilità della normativa attualmente in "vigore".

 

MATTARELLA ARGENTINAMATTARELLA ARGENTINA

Ma la vera novità nella dialettica istituzionale tra il Capo dello Stato e Matteo Renzi non è stata esplicitata e risale a due settimane fa: il 26 aprile Sergio Mattarella incontrò i presidenti di Camera e Senato e al termine fu reso noto che si era convenuto sulla necessità di una nuova legge elettorale, oltretutto da realizzare in tempi accelerati. Il non-detto di quella consultazione presidenziale stava nel "formato": secondo Costituzione, lo scioglimento anticipato delle Camere, spetta al Capo dello Stato, «sentiti i presidenti di Camera e Senato».

 

MATTARELLA GRASSO BOLDRINIMATTARELLA GRASSO BOLDRINI

Ebbene, in quell' incontro Mattarella trovò il giudizio convergente di Laura Boldrini e Pietro Grasso sull' impraticabilità di uno scioglimento delle Camere senza una normativa che ritocchi due punti: preferenze e soglie difformi tra le due Camere. Secondo il "concerto" istituzionale di fine aprile infatti l' attuale normativa sarebbe "attaccabile" anche prima di un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale, ma potenzialmente anche davanti ad un Tar, con esiti considerati imponderabili.

 

Ma questo approccio, evidentemente, non piace a Renzi. Finora il leader del Pd ha tenuto copertissime le sue carte. Immagina che, aprendo una trattativa con le altre forze politiche, finirebbero per restare nel "tritacarne" del "do ut des" aspetti dell' attuale normativa che gli stanno a cuore. Probabilmente anche i tanto contestati capilista bloccati.

matteo renzi dopo il referendum   matteo renzi dopo il referendum

 

Finora nella dialettica molto soft con le altre forze politiche, tutte "affezionate" all' idea di tornare al proporzionale, Renzi ha potuto ripetere, come un refrain e senza repliche apprezzabili, un argomento ribadito anche nell' Assemblea nazionale: lo stallo sulla riforma elettorale si deve alla vittoria del No al referendum istituzionale. Ma durante la campagna referendaria era stato Renzi stesso a ripetere, in punta di fatto, a ripetere ogni giorno che il Sì alla riforma costituzionale non avrebbe riguardato la normativa elettorale voluta dal governo Renzi. Che infatti è stata bocciata dalla Corte Costituzional

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...