giancarlo giorgetti giorgia meloni mes meccanismo europeo di stabilita

MES ALL’ANGOLO – GIORGIA MELONI SAREBBE RIMASTA “SORPRESA” DALLA LETTERA DI PROMOZIONE DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ FIRMATA DAL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA, STEFANO VARONE – PER EVITARE LA BOCCIATURA DEL TESTO DI RATIFICA IN COMMISSIONE ESTERI, LA MAGGIORANZA HA DECISO PER UN RINVIO DI ALTRE 36 ORE. CURIOSO CHE I PIÙ ACERRIMI NEMICI DELLA RATIFICA DEL MES SIANO I LEGHISTI, COLLEGHI DI PARTITO DEL MINISTRO GIORGETTI (CHE SPINGE PER L’APPROVAZIONE…)

 

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per www.repubblica.it

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

Lo scontro acceso fra maggioranza e opposizione, nella commissione Esteri della Camera, rischia di far saltare il Mes. Una mattinata di tensione, all’interno dell’organismo presieduto da Giulio Tremonti. I deputati si sono riuniti con una tagliola davanti: il 30 giugno, così è stato deciso precedentemente in capigruppo, l’Aula deve discutere la ratifica del trattato. L’Italia è l’unico Paese dell’Ue a non averlo ancora fatto.

 

L’opposizione ha chiesto di far partire la procedura parlamentare, così da far giungere il disegno di legge alle altre commissioni – in particolare la Bilancio – prima dell’Aula. Ma i rappresentanti del centrodestra, adducendo la necessità di approfondire un parere del ministero dell’Economia e delle Finanze (che pur non sconsiglia l’adozione del provvedimento), hanno chiesto di sospendere l’esame della norma. […] Si è andati subito al muro contro muro.

 

PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

La Lega, con Paolo Formentini, ha proposto a quel punto di votare il testo base, che prevede appunto la ratifica dell’attivazione del fondo Salva-stati, con la chiara prospettiva di bocciarlo. Un atto che avrebbe avuto conseguenze molto pesanti, compromettendo l’iter. La sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi ha detto di rimettersi alla volontà della sua coalizione.

 

Un frenetico giro di telefonate (che avrebbe coinvolto anche Chigi) ha portato la maggioranza, su iniziativa del deputato FdI Giangiacomo Calovini, a proporre un rinvio di lavoro di 36 ore: nuovo incontro domani pomeriggio, con la promessa che i lavori si riapriranno con un parere definitivo del governo. Che non promette nulla di buono: il cammino del disegno di legge sul Mes, in Parlamento, rischia di trasformarsi in un calvario.

 

MATTEO SALVINI PAOLO FORMENTINI

Il documento

Il parere del Mef, in realtà, non contiene valutazioni critiche sui contenuti del disegno di legge di ratifica del cosiddetto fondo Salva-Stati. Anzi, nella nota firmata dal capo di gabinetto Stefano Varone si esclude in linea di massima che il varo del provvedimento possa provocare pregiudizi di natura economica-finanziaria.

 

“[…] non si rinvengono nell'Accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione”.

 

Varone sottolinea che “non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating, che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”. Il giudizio è sostanzialmente favorevole, pur con qualche incognita:

matteo salvini claudio borghi

 

“Inoltre, relativamente agli effetti indiretti sulle grandezze di finanza pubblica derivanti dalla sola ratifica dell'Accordo, sulla base di riscontri avuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del Mes […] porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l'Italia. Quanto questo comporti in termini di possibile riduzione del costo di indebitamento del nostro paese è, tuttavia, molto difficile da prevedere ex-ante”.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

Il documento firmato dal capo di gabinetto del ministero si conclude analizzando “la prospettiva degli altri Stati membri azionisti del Mes”. Per loro “l'attivazione del supporto rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati”.

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)