S’E’ SGONFIATO BEPPEMAO? - GRILLO ELOGIA BOSSI COME “IL PIU’ GRANDE STATISTA DEGLI ULTIMI 50 ANNI” MA NESSUNO SE LO FILA PIU’ - PAOLO GUZZANTI: “IL CAPOPOPOLO NON SA DOVE INCANALARE TUTTA L'ENERGIA. L'AVENTINO È SOLO L'ULTIMA MINACCIA CHE NON SPAVENTA PIÙ NESSUNO”

BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO

1 - GRILLO ELOGIA BOSSI: “GRANDE STATISTA, POI HA SBAGLIATO”

Andrea Montanari per “la Repubblica”

 

Beppe Grillo elogia Umberto Bossi: «È stato il più grande statista degli ultimi cinquant’anni, ha denunciato le storture romane e stava con la gente, in mezzo alla gente, ma poi ha fatto società con Roma ladrona». Non è la prima volta, per la verità, che tra il leader del movimento Cinque stelle e il fondatore della Lega nasce un feeling. In passato, Grillo aveva già mostrato simpatie per i leghisti. Ad esempio, quando, a sorpresa, il leader degli M5s si era schierato contro lo ius soli e non voleva concedere agli immigrati la cittadinanza italiana. Anti-montiano come il Senatùr, si era opposto come il Carroccio alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO

 

Fino a spingersi a difendere il fondatore della Lega proprio nel momento in cui il suo partito nel 2012 era scosso dagli scandali che lo avevano travolto. «Bossi non ruba, lo sanno tutti — aveva assicurato Grillo un paio di anni fa incontrando alcuni militanti leghisti — La Lega non è più sporca di un altro partito. E’ stata fatta fuori perché si opponeva. Non c’è un reato, non c’è un avviso di garanzia e si tratta solo di un processo mediatico. Cercheranno di farlo anche con me».

 

La tesi di Grillo è semplice. I grillini avrebbero raccolto quella verginità in politica che la Lega della prima ora ha perso «mischiandosi con le banche che hanno portato via i risparmi, le quote latte, le cooperative». Secondo l’ex comico il suo movimento è diverso: «Non facciamo affari, non facciamo alleanze Vogliamo favorire il cambiamento radicale della politica e l’affermarsi di una nuova generazione di politici». Per Grillo il suo movimento «ha una marcia in più della Lega: la rete». Ma senza quegli errori «Bossi sarebbe diventato uno statista con dei c.... così».

 

BEPPE GRILLOBEPPE GRILLO

Un rapporto altalenante. Quando Bossi si è dimesso dalla carica di segretario federale

del Carroccio, Grillo aveva scritto sul suo blog: «Bossi fora di ball. La Lega è morta, non la compiangeremo. La Lega non paga solo per i suoi errori, ma perché si oppone al governo».

 

Lo stesso ruolo del movimento Cinque stelle che vorrebbe raccogliere le simpatie dell’elettorato leghista. Proprio ora che il Carroccio con Matteo Salvini sta risalendo la china ed è diventato il quarto partito. Tanto che qualcuno aveva fantasticato anche che Beppe Grillo aspirasse a diventare il nuovo capo della Lega. Del resto, qualche anno fa, la Lega aveva pensato proprio di candidare l’ex comico a sindaco di Genova e Gianfranco Funari a Milano. Entrambi, però, declinarono l’invito.

 

UMBERTO BOSSI E BELSITO UMBERTO BOSSI E BELSITO

Altra passione comune tra Grillo e Bossi quella per il Porcellum. Non è un mistero, infatti, che Grillo e Roberto Calderoli si siano incontrati. Un asse tra Lega e Cinque stelle che l’ex ministro della Semplificazione leghista parlando alla Berghem Fest aveva spiegato così: «Grillo vuole andare alle elezioni, noi vogliamo andare al voto perché non andarci subito?».

 

2 - TANTA VEEMENZA, ZERO IDEE GRILLO ORMAI È IRRILEVANTE

Paolo Guzzanti per “il Giornale”

 

UMBERTO BOSSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL UMBERTO BOSSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL

Mentre Vendola affoga nel suo Sel, ecco s'annuncia un altro tramonto: quello di Grillo Giuseppe detto Beppe, che affonda nel vasto mare dell'irrilevanza. Chi era costui? Comico, capopopolo, talvolta confuso con Hitler, talaltra con uno dei fratelli Marx (non l'austero Karl), ecologista, alternativista nelle energie, borghese reazionario ma anche populista plebeo, un po' razzista e un po' anche peggio, ha costruito finora il canalone che ha portato con sé tutta la lava traboccata dal vulcano della rabbia e della frustrazione italiana, ma senza trovare lo sbocco al mare di tutta quell'energia eruzionale, e così alla fine, chi se lo fila più sul teatro politico e sui giornali? Non fa più apertura di pagina. Fa piuttosto chiusura di storia.

 

Nelle redazioni i redattori capo stancamente si chiedono: che ha detto oggi Grillo? L'ultima? Che «Bossi è stato il più grande statista del secolo». Fa notizia? Fa notiziola. Mica per Bossi. Per il contesto di cui ormai non frega niente a nessuno. E poi che altro? «Rimettere le barriere doganali». Ma anche questa è vecchia, fritta e rifritta, con balzi e balzelli, con gli esattori del ree quelli del papa, del granduca e della Repubblica.

PAOLO GUZZANTI PAOLO GUZZANTI

 

Che effetto fa? Onestamente? Onestamente, nessuno. E l'Aventino? Grillo e i suoi pensano che sia un colle romano, il che è vero. Ma quale sarà stato il vero Aventino parlamentare? E chi lo fece e perché? Mah, siamo sul vago. Il fatto è che il grande leader che come così Mao Zedong varcò a potenti bracciate il Fiume Giallo, lui.

 

Grillo, invece varcò lo stretto di Messina, e insomma il navigatore, il grande timoniere, il battutista teatrale, il ducesco, il vaffanculiere, il creatore di un nuovo dizionario della Crusca fatto solo di crusca, scarti, residui di rabbia, rivoli di indignazione (cerchiamo, caro Grillo, di stare anche un po' attenti alla salute), insomma lui, il fenomeno nazionale internazionale e trasnazionale, - puf! - si è miniaturizzato come Alice nel paese delle meraviglie quando mette in bocca il fungo sbagliato gigante.

 

Lui che faceva tremare la politica, si sta avviando ad essere un uomo senza caratteristiche come l'eroe di Musil. Ed è un peccato, lo diciamo sinceramente, perché tanta virulenza, tanto impegno, tanta libido politica meritava un esito più conclusivo.

Patrizia D\'Addario e Paolo guzzantiPatrizia D\'Addario e Paolo guzzanti

Ma Grillo, come si era già visto alla vigilia delle Europee, è intrappolato nella stessa valle che ha costruito senza sbocchi e vie d'uscita, senza futuro ma, quel che è peggio, senza un presente.

 

Questa condizione di declino contrasta ancora con la forza reale dei grillini in Parlamento che sono tanti e contano quanto i numeri naturali, con un paio di numeri primi, una testa, un voto, anche se confuse e divise.

 

Non fare più notizia, è una notizia. Non essere più inseguiti sulle spiagge da figure trafelate e afone brandenti microfoni incrostati dalla salsedine, è una condizione politica e giornalistica, tutta da sperimentare.

 

Dove ha sbagliato? Lasciamo che lo scopra lui stesso se ne ha voglia. Noi ci limitiamo e prendere diligente nota dell'avvio del declino del «fenomeno».

Lo spettacolo deve pure andare avanti e andrà avanti ancora per un po'. Ma senza essere maghi o chiromanti o cartomanti, cinicamente rileviamo che Grillo sull'Aventino già ci sta, da solo, e gli fa compagnia all'osteria, soltanto all'osteria, quel Menenio Agrippa, uno che di politica ne capiva qualcosa.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…