NUOVI GUAI PER GUBITOSI: GIOVANI GIORNALISTI E SCUOLE DI GIORNALISMO CONTRO LE ASSUNZIONI “PRIVILEGIATE” (L’USIGRAI TACE E ACCONSENTE)

1 - NO DEI MASTER IN GIORNALISMO ALL'INTESA RAI-USIGRAI
Da "Primacomunicazione.it"

Presa di posizione dei rappresentanti dei master universitari in giornalismo (Iulm, Cattolica, Statale di Milano e Università di Torino) e della scuola superiore di giornalismo della Luiss di Roma contro l'accordo tra la Rai e l'Usigrai, il sindacato aziendale, che prevede 75 nuove assunzioni, delle quali 40 riservate a ex allievi della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.

"Nulla da dire sulla stabilizzazione dei precari e sulle altre misure volte a dare certezza di un rapporto contrattuale", affermano i rappresentanti dei master universitari in una lettera inviata a Enzo Iacopino, presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti. "Di gran lunga sconcerta invece quella riserva di 40 assunzioni per i giornalisti formati a Perugia".

Due le ragioni della contrarietà. Innanzitutto, il Quadro di indirizzi del Consiglio nazionale dell'Ordine vieta espressamente le scuole aziendali, che non possono essere riconosciute dall'Ordine stesso, mentre l'accordo configura palesemente la realtà perugina come "pura scuola aziendale".

Inoltre, i firmatari della lettera affermano che la Rai, come azienda editoriale di servizio pubblico, debba adottare procedure di selezione del personale "pubbliche e universali", soprattutto quando si scelga di assumere soltanto giornalisti formati nelle strutture riconosciute. Da qui la domanda sul perché si prevedano 40 assunzioni da una scuola (quella di Perugia), precludendole a tutte le altre.
Di conseguenza viene chiesto a Iacopino di intervenire per contrastare "queste evidenti violazioni delle norme dell'Ordine e della missione del servizio pubblico".

2 - LETTERA A ENZO IACOPINO, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI

Caro Presidente,
apprendiamo dalle agenzie dell'accordo sottoscritto tra Rai e Usigrai per la mobilità del personale. Apprendiamo anche, con grande stupore, che quell'accordo prevede 75 nuove assunzioni, delle quali 40 riservate a ex allievi della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.

Nulla da dire abbiamo, ovviamente, sulla stabilizzazione dei precari e sulle altre misure volte a dare certezza di un rapporto contrattuale. Di gran lunga ci sconcerta invece quella riserva di quaranta assunzioni per i giornalisti formati a Perugia.
Due sono le ragioni del nostro sconcerto.

La prima è che il Quadro d'indirizzi del Cnog vieta espressamente le scuole aziendali, che non possono essere riconosciute dall'Ordine, mentre quest'accordo configura palesemente la SGRT di Perugia come una pura scuola aziendale. Nell'ultimo mandato del Consiglio nazionale molto è stato fatto perché le strutture formative riconoscessero in pieno e s'adeguassero alle norme del Quadro d'indirizzi. All'inizio del nuovo mandato questa novità si conferma in palese violazione di quelle stesse norme.

La seconda ragione è che, nonostante tutto, continuiamo a ritenere che la Rai sia e debba essere un'azienda editoriale di servizio pubblico. Questa sua peculiarità impone, con tutta evidenza, che pubbliche e universali siano le procedure di selezione del personale, a maggior ragione quando si faccia la scelta meritoria di assumere soltanto giornalisti formati nelle strutture riconosciute. Dunque perché 40 assunzioni da una Scuola e la preclusione di tutte le altre?

Ti preghiamo quindi di volere impegnare il Consiglio nazionale dell'Ordine nella più efficace opera di contrasto di queste evidenti violazioni delle norme dell'Ordine stesso e della missione di servizio pubblico. Potrai usare questa nostra lettera come meglio riterrai opportuno nei confronti di tutte le parti coinvolte: Rai, Usigrai, Fnsi, Inpgi e Casagit.
Con la più viva cordialità,

Angelo Agostini
Master in giornalismo, Università Iulm, Milano

Roberto Cotroneo
Scuola superiore di giornalismo "Massimo Baldini", Università Luiss, Roma

Marco Lombardi
Master biennale in giornalismo, Università Cattolica, Milano

Marino Regini
Master biennale in giornalismo della Scuola "Walter Tobagi", Università degli studi, Milano

Vera Schiavazzi
Master biennale di giornalismo, Università di Torino

3 - LETTERA DI 100 GIOVANI GIORNALISTI ITALIANI
Dalla pagina Facebook del gruppo Noi come loro https://www.facebook.com/come.loro.7?__user=576353426

Egregi
Dott. Luigi Gubitosi, Direttore Generale RAI
Dott. Enzo Iacopino, Presidente Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti
Dott. Giovanni Rossi, Presidente Federazione Nazionale della Stampa
Dott. Franco Siddi, Segretario Generale Federazione Nazionale della Stampa
Dott. Vittorio di Trapani, Segretario Usigrai

Siamo un gruppo di giornalisti professionisti e abbiamo letto l'accordo firmato da RAI e sindacati qualche settimana fa. Leggere di nuove opportunità professionali, per lo più in un'azienda prestigiosa come la Rai, non può che rasserenare chi, come noi, vive quotidianamente la difficoltà di trovare un posto di lavoro. Nel testo, però,si specifica che oltre ad una selezione pubblica che sarà avviata entro settembre, si provvederà ad assumere nuove risorse secondo "prassi aziendale".

Purtroppo abbiamo potuto verificare, ancora una volta, cosa si intenda per "prassi": in questo periodo (luglio 2013) nelle varie sedi regionali della RAI sono stati assunti moltissimi giornalisti provenienti esclusivamente dalla Scuola di Giornalismo di Perugia.
Vorremmo dunque che l'Ordine Nazionale ci spiegasse una volta per tutte se la Scuola di Perugia debba essere considerata a tutti gli effetti una scuola aziendale oppure no.

Sappiamo che l'Ordine non riconosce alla scuole aziendali il praticantato giornalistico, eppure la Scuola di Perugia consente di svolgerlo e allo stesso tempo assume palesemente il ruolo di scuola aziendale considerando che la RAI provvede ad attingervi giornalisti effettuando chiamate dirette, senza alcun tipo di selezione pubblica. (http://www.odg.mi.it/node/31790)

Riteniamo profondamente ingiusto, in un periodo di crisi del settore giornalistico come quello attuale, che tale "prassi aziendale" venga riconosciuta e accettata dai sindacati e dall'Ordine Nazionale che dovrebbero invece tutelare tutti i giornalisti professionisti, a prescindere che vengano da una scuola o da un'altra o che abbiano conseguito il praticantato in redazione.

Chiediamo che le assunzioni avvengano solo per concorso. Vogliamo poter concorrere alla pari per un numero di posti che non sia lo scarto residuo delle chiamate dirette. E' un sistema ingiusto che non intendiamo tollerare. E' inconcepibile che i sindacati si siano seduti al tavolo con l'azienda per firmare un accordo che prevedeva, ancora una volta, chiamate dirette.

Ci appelliamo per questo all'Ordine Nazionale che si faccia garante per noi della meritocrazia di cui spesso si parla.
Vogliamo chiarimenti a questo proposito. Vogliamo risposte da chi dovrebbe tutelarci e invece si fa sentire solo quando si tratta di votare per l'Ordine o di iscriversi al sindacato.
Auspichiamo che il futuro di questa professione nel nostro Paese sia all'insegna della trasparenza e del merito.
Roma, 2 agosto 2013
In fede
(Lettera firmata da 100 giovani giornalisti italiani)

 

 

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