GUBITOSI RIUSCIRÀ DAVVERO A CACCIARE L’ULTIMO BERLUSCONE AL COMANDO IN RAI, ANTONIO PREZIOSI? NON È DETTO

1. E SE GUBITOSI NON RIUSCISSE A SILURARE NEANCHE PREZIOSI?
DAGONOTA - Nel casino che regna a Viale Mazzini dall'avvento del governo Letta e ancor più dei renziani, Gubitosi si vede costretto a negare che sia in programma un cambio alle direzioni dei telegiornali. Il problema del direttore generale è che le pressioni politiche per il rinnovo sono molto forti, e lui è invece si trova in una posizione di debolezza.

Prova ne è il destino di Antonio Preziosi, direttore del giornale radio e di Radio1, che il dg vuole sostituire da tempo. Gubitosi addirittura ammette che "un problema c'è, Radio1 è in sofferenza da tempo e ha bisogno di un rilancio". Già a metà dicembre il dg aveva provato con un blitz a portare in cda la cacciata del berluscone Preziosi, per mandarlo a fare il corrispondente da Bruxelles, ma non gli è riuscito.

Quindi l'uscita di Preziosi, che sembrava in questi giorni sicura, ora di nuovo traballa: i consiglieri di amministrazione appartengono in maggioranza all'area di centro-centrodestra, e non sono disposti a defenestrare l'ultimo giapponese di Forza Italia, che oggi è l'opposizione più importante (ed è interessata alle poltrone, diversamente dal M5S).

Tanto più che, come scrive un articolo del "Tempo", Letta vorrebbe un quarantenne alla guida della radio, non un 65enne esterno alla Rai che si è già girato varie direzioni. Tanto più che Sorgi aveva firmato, all'uscita del Tg1 nel 1998, un accordo nel quale prometteva di non ricandidarsi più per nessun ruolo di direzione in Rai...


2 - RAI, GUBITOSI: "SODDISFATTI DEI TELEGIORNALI, LA RADIO È IN SOFFERENZA E VA RILANCIATA

(Adnkronos) - ''Siamo soddisfatti di come stanno andando i Tg, tutti e tre. E non sono all'ordine del giorno nuove nomine alla guida dei telegiornali, né lo saranno. Lo escludo categoricamente''. A parlare con l'Adnkronos è il Dg Rai Luigi Gubitosi che, incontrato davanti alla sede di Viale Mazzini, ha negato con nettezza l'ipotesi di un cambio di tutti i direttori delle testate, chiarendo, inoltre, che nella giornata di oggi non sono previsti né un preconsiglio, né un consiglio Rai.

Sul fronte della Radio, invece, ''un problema c'è - ha detto il direttore generale -. Radio 1, infatti, è in sofferenza da tempo e ha bisogno di un rilancio. Ne stiamo parlando - ha evidenziato - ed è un processo che passerà per una serie di valutazioni volte a trovare una soluzione''.

Quanto alle voci di un incontro in treno fra lo stesso Gubitosi e il segretario del Pd Matteo Renzi, il numero uno di Viale Mazzini, scandisce: ''Non ho incontrato Renzi. Ogni tanto vengono diffuse strane voci sulla Rai che servono a creare confusione. L'unica cosa di cui si sta parlando, lo ripeto, è la radio in funzione del suo rilancio e specificamente di Radio 1 che negli ultimi tempi ha sofferto, ma è prematuro che si parli di nomi prima che vengano prese decisioni sull'assetto futuro''.

2 - DE GIROLAMO: FICO (M5S), ORA TOCCA A CANCELLIERI (IL FATTO)
(ASCA) - "Noi andiamo avanti, stiamo facendo l'unica vera opposizione in Parlamento. Adesso aspettiamo che se ne vada la Cancellieri". E' quanto dichiara il deputato del M5S Roberto Fico in un'intervista al 'il Fatto Quotidiano', dopo le dimissioni del ministro Nunzia De Girolamo.

"Se fosse coerente, si dovrebbe dimettere anche da parlamentare", aggiunge Fico, il quale, sul futuro del governo afferma: "Il segretario del Pd Renzi sta portando avanti un gioco al massacro, vuole fare cadere il governo senza pero assumersi alcuna responsabilità. Ha una doppia faccia: quella reale, che mostra a Berlusconi in privato, e quella per il pubblico, che annuncia agli italiani di volere diminuire i costi della politica attraverso le riforme".

3 - VIGILANZA RAI, ANZALDI (PD): ABBIAMO BUTTATO OTTO MESI
(ilVelino/AGV NEWS) - In Vigilanza? "Abbiamo buttato otto mesi". Ne è convinto il segretario della commissione Michele Anzaldi che in questa intervista al VELINO parla dei nodi irrisolti in tema di Rai. Onorevole Michele Anzaldi, il presidente della Commissione di Vigilanza, di cui lei fa parte (ne èil segretario), oggi in un'intervista dice che Renzi ha una doppia faccia, una privata per Berlusconi ed una pubblica per gli italiani e che gli unici a fare una vera opposizione sono i Cinque stelle. Che cosa ne pensa?

"Non sono d'accordo, gli italiani dopo soli 15 giorni vedono chiaramente come sta lavorando la nuova segreteria del Pd. Prenda l'ultimo sondaggio Ixè che vede crescere la fiducia nel Pd e scendere il movimento di Grillo. Invece, mi permetto di segnalare, che l'incarico più prestigioso e di garanzia, quello della presidenza della Commissione bicamerale per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e in mano ai Cinque stelle. E qui, mi pare che l'opposizione non ci sia proprio". In che senso onorevole?

"Tanto per fare un esempio recente, ieri alle 13,20 mi trovavo in macchina come milioni di italiani e su Radio due, ho sentito un rap di Fiorello che dileggiava addirittura il Quirinale. Benvenuta la satira, certo, e Fiorello e un grande entertainer: mi chiedo solo se un ascoltatore, sentendo battute e lazzi su un tema così delicato, non si faccia un'idea sbagliata e fuorviante".

A oggi quali sono i nodi irrisolti? "In questi mesi, nonostante il settore radiofonico sia sceso al settimo posto, non siamo riusciti ad avere alcuna risposta su quale strategia stesse mettendo in campo la Rai per risolvere questa caduta libera. Non siamo neanche riusciti ad avere chiarimenti su Mission, e le poche cose che abbiamo saputo le abbiamo dovute leggere sui giornali, non ascoltarle in commissione.

Non siamo riusciti, poi, ad ottenere alcun risultato positivo sul riequilibrio imposto dall'Agcom al programma di Lucia Annunziata dove, nel conteggio sono state arbitrariamente inserite addirittura personalità del mondo della cultura, come nel caso del Maestro Abbado, conteggiato come rappresentante del centrosinistra, il tutto a danno del pluralismo e dell'azienda. Non siamo riusciti a porre rimedio alle grandi epurazioni dell'azienda, come i casi di Serena Dandini e Michele Santoro.

Nulla da fare anche sul fronte dei grandi dibattiti politici, oramai migrati su Sky ed infine, non siamo riusciti ad ottenere risposte sul caso dei 40 milioni di crediti ceduti dalla Rai a una finanziaria privata. Oggi, ciliegina sulla torta, dopo numerose mie interrogazioni e comunicati stampa, apprendiamo, non in commissione, ma da un'agenzia di stampa che il direttore generale della Rai, Gubitosi, afferma che la radio va male e necessita di un rilancio. Abbiamo buttato otto mesi".


4. SCONTRO IN RAI: LETTA VUOLE UN QUARANTENNE AL GR1, GUBITOSI SPINGE SORGI
Filippo Caleri per "Il Tempo"


La prima casella della partita delle nomine per le società pubbliche parte con il freno tirato. L'azienda in questione è la Rai e il posto da occupare è quello del nuovo direttore del Gr1 al posto dell'attuale dato in uscita, Antonio Preziosi. Il direttore generale della rete pubblica, Antonio Gubitosi, starebbe sponsorizzando anche in maniera pressante Marcello Sorgi, attuale editorialista della Stampa, al quale vorrebbe affidare anche la direzione dell'intera rete di Radio uno.

A lui Gubitosi è legato da un rapporto di conoscenza che risale alla sua esperienza alla Fiat. Nel periodo nel quale era direttore finanziario al Lingotto infatti Sorgi guidava il quotidiano di proprietà degli Agnelli. Uno sponsor di livello insomma per Sorgi che a bocce ferme non avrebbe rivali. Ma sul suo arrivo si stanno addensando molte nubi che rischiano di sbarrargli la strada anzitempo. Innanzitutto il suo nome non risponderebbe pienamente alla linea di rinnovamento e cambiamento delle direzioni Rai che sembrava quella da seguire nelle nuove linee guida gestionali.

Non solo. L'ex direttore della Stampa è anche un esterno rispetto alla dotazione organica dell'azienda televisiva pubblica. Nell'epoca di spending review la linea seguita finora è stata quella di privilegiare gli interni già a libro paga e dunque con costi limitati rispetto ad assunzioni di professionisti non in organico.

Sulla candidatura di Sorgi penderebbe poi un altro handicap. E cioè i suoi trascorsi in Rai. Quando nel 1998 era direttore del Tg1 e si dimise dall'incarico nella transazione, i legali a fronte del pagamento di una buonuscita congrua ottennero l'inserimento di una clausola che lo impegnava a non ricandidarsi più per nessun ruolo di direzione in Rai. Una pattuizione naturale che dovrebbe a rigor di logica essere valida sine die .
Gubitosi dovrà dunque faticare non poco per difendere la sua scelta. Che si dovrà inevitabilmente confrontare anche con la politica e con il Governo.

Secondo quanto risulta a Il Tempo, infatti, l'orientamento del presidente del Consiglio, Enrico Letta, sarebbe quello di privilegiare la scelta di un giovane, un quarantenne o poco più, nella linea del ringiovanimento della classe dirigente. Da non sottovalutare anche la linea di Forza Italia, partito al quale Preziosi farebbe riferimento, e che frena per la sua uscita. O, in alternativa, accetterebbe quale compromesso la sostituzione con un candidato gradito. In questa lista non figura Sorgi. Che fiutando lo sbarramento avrebbe già tentato un abboccamento con Matteo Renzi. Stando a bene informati con scarsi risultati.

 

 

 

Antonio Preziosi PRIMO PIANO DI ANTONIO PREZIOSI LUIGI GUBITOSI OSSERVATORIO GIOVANI EDITORI GUBITOSI E TARANTOLA jpegmorandi e fiorello MICHELE ANZALDIMarcello Sorgi MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA FIORELLO

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…