DOVE CI PORTA L’ITALICUM? CON LA NUOVA LEGGE ELETTORALE LE STRATEGIE DEI PARTITI E LE SCELTE DEGLI ELETTORI NON SARANNO PIÙ LE STESSE - ECCO I QUATTRO SCENARI PIÙ PROBABILI SULLA BASE DEGLI ULTIMI SONDAGGI…

Sveva Biocca per “il Giornale”

ILLUSTRAZIONE DI DOMENICO DE ROSA RENZI ITALICUM ILLUSTRAZIONE DI DOMENICO DE ROSA RENZI ITALICUM

 

Il futuro del renzismo potrebbe cominciare da qui, da una legge elettorale un po' stramba, che Renzi sta difendendo contro tutto e tutti. È la sua riforma, quella che dovrebbe portare il paese oltre la Seconda Repubblica. Ma come sarà questa terra di nessuno ancora da inventare? Il punto di partenza sono chiaramente le intenzioni di voto, i sondaggi. Questi i quattro possibili scenari. Un solo comune denominatore: i 5 stelle corrono da soli.

 

IL SOGNO AMERICANO

renzi sulla legge elettorale ieri e oggirenzi sulla legge elettorale ieri e oggi

È l'Italia dei due grandi partiti, con un terzo antisistema che non è disponibile ad allearsi. Questo significa che Renzi ha costruito il «grande Pd» e che la destra si riorganizza sul modello del partito repubblicano negli Usa, ergo: Forza Italia, Lega, Ncd e Fratelli d'Italia si uniscono e formano un Gop all'italiana. Tralasciamo le incompatibilità ideologiche e proviamo a capire quanto guadagnerebbe una destra unita. Un solo vantaggio: attirare i voti persi nel corso degli ultimi anni, con la possibilità di tornare al 30%.

 

renzi e berlusconi italicumrenzi e berlusconi italicum

Secondo il sondaggista Renato Mannheimer, in questo scenario, il partito repubblicano sarebbe però fermo al 30%, il grande Pd al 38% e il M5S al 25%. Ma se a quel 30% si aggiungessero alcuni possibili «rientri» dagli oltre 10 milioni di astenuti accumulati dal 2008, oltre che dai renziani e dai grillini delusi, il partito repubblicano riuscirebbe ad avvicinarsi al grande Pd. Ma in ogni caso si andrebbe al doppio turno e con un vero testa a testa all'americana: partito democratico versus partito repubblicano.

 

IL PARTITO DELLA NAZIONE

A destra Berlusconi si unisce a Lega e Fratelli d'Italia, la minoranza Pd si spacca unendosi a Sel e infine Ncd e Pd renziano creano un Partito della Nazione che strappa terreno politico alla destra. Mannheimer stima Pd e centristi oltre al 40%, la vecchia sinistra poco sopra al 10%, la destra a conduzione leghista poco sotto al 20% ed infine M5S al 25%.

 

renzi su chi e salvini su oggirenzi su chi e salvini su oggi

Renzi, insomma, la farebbe da padrone vincendo il 55% dei seggi al primo turno. Se non dovesse arrivare al 40% si profilerebbe uno scontro centro-conservatori. A quel punto si riproporrebbe la situazione già verificatasi con le Europee con una spinta a un voto moderato per evitare cambiamenti troppo traumatici.

 

Questa ipotesi pare la più verosimile per due motivi. Conviene alla destra: Berlusconi ha bisogno di Salvini perché gli serve un leader candidabile e Salvini ha bisogno di Berlusconi perché è l'unica alleanza che gli farebbe avere più voti senza macchiarsi troppo di opportunismo. E a sinistra, la minoranza Pd, passata la legge elettorale, non avrebbe più scuse per non staccarsi e formare un altro partito.

RENZI ALFANORENZI ALFANO

 

LA QUADRIGLIA

Forza Italia invece di scegliere gli estremi preferisce i moderati e si allea con i centristi. Gli estremi, vale a dire Lega e Fratelli d'Italia, si uniscono creando un fronte leghista e infine la sinistra torna ad essere quella bersaniana alleata con Sel. Una «frammentazione moderata» a quattro poli che avvantaggerebbe la destra berlusconiana a discapito di una sinistra che, avendo bisogno di Sel, risulterebbe perdente. Mannheimer parla infatti di un 30% per un ritorno al vecchio centrodestra moderato, e un 15% per la coppia Salvini-Meloni; la sinistra riunita circa al 25% e parimenti i 5 Stelle. In questo scenario nessuno passerebbe al primo turno ed al secondo si potrebbe ipotizzare un scontro M5S versus destra moderata. A quel punto, sempre per una caratteristica endemica dell'elettorato italiano, il centrodestra «rimodernizzato» potrebbe vincere.

BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEBERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

 

LA FRAMMENTAZIONE

Nessuno per tutti e tutti per nessuno: si corre da soli. La minoranza Pd si stacca e Renzi esautora Alfano; insomma una frammentazione totale e poco probabile viste le regole del gioco dell'Italicum. Se da una parte questo scenario rappresenta esattamente la fotografia della situazione odierna, dall'altra siamo abituati a coalizioni last-minute. Ma bisogna ricordarsi che l'Italicum non premia la coalizione. Chi va da solo ha un solo destino: perde. E in questo caso, con uno stallo masochista, perdono tutti.

 

 

beppe grillo a piazza del popolo  9beppe grillo a piazza del popolo 9

 

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