maria elena boschi emanuele pier luigi etruria

I SILENZI DI CASA BOSCHI SULLA ''BANCA DI FAMIGLIA'' - IL MINISTRO HA 1500 AZIONI DI POP. ETRURIA, IL PADRE ERA VICEPRESIDENTE, IL FRATELLO CI HA LAVORATO 8 ANNI. MA LA FAMIGLIA HA SCELTO DI NON RIVELARE LA SITUAZIONE PATRIMONIALE - VIDEO: ''MIO PADRE E' UNA PERSONA PERBENE. SE MI SENTO IN COLPA E' NEI SUOI CONFRONTI, FINITO SUI GIORNALI PER IL NOME CHE PORTA''

VIDEO - MARIA ELENA BOSCHI PRESENTA IL LIBRO DI VESPA: ''MIO PADRE UNA PERSONA PERBENE''

 

dichiarazione patrimoniale della famiglia di maria elena boschi dal sito del governodichiarazione patrimoniale della famiglia di maria elena boschi dal sito del governo

 

 

1. I SILENZI DI CASA BOSCHI SULLA "BANCA DI FAMIGLIA" - IL MINISTRO AVEVA 1.500 AZIONI DELL'ETRURIA MA NON COMMENTA. E IL RESTO DELLA FAMIGLIA NON FA CONOSCERE LA SITUAZIONE PATRIMONIALE

Paolo Bracalini e Camilla Conti per ''il Giornale''

 

maria elena e pier francesco boschimaria elena e pier francesco boschi

Tra i piccoli azionisti di Banca Etruria, uno dei quattro istituti salvati dal governo mandando però sul lastrico titolari di azioni e obbligazioni subordinate, ce n'è una molto speciale: Maria Elena Boschi.

 

Il super ministro renziano, nella sua ultima dichiarazione patrimoniale disponibile (maggio 2014), attesta infatti di essere proprietaria di 1.500 azioni della Popolare dell'Etruria, per un valore complessivo di 1.100 euro. Un modesto gruzzolo in una banca molto famigliare in casa Boschi, visto che ci lavoravano sia il padre (vicepresidente) sia il fratello del ministro. Pochi mesi fa, a luglio, la Boschi mette nero su bianco che nel 2015 «non sono intervenute variazioni» della sua posizione patrimoniale.

maria elena col fratello pier francesco al matrimonio di emanuele boschimaria elena col fratello pier francesco al matrimonio di emanuele boschi

 

Dunque, sembra di capire, il ministro è attualmente titolare del pacchetto di 1.500 azioni, divenute nel frattempo carta straccia dopo il decreto salva banche del governo di cui fa parte. Uno dei tanti piccoli risparmiatori tratti in inganno dalla banca aretina? Proviamo a chiedere conferme direttamente al ministro Boschi, che però tramite il portavoce ci fa sapere di non voler commentare la vicenda di Banca Etruria («Ha parlato il premier per spiegare la situazione. Sulle poche azioni del ministro rimandiamo all'amministrazione trasparente nel sito del governo, dov'è evidente il valore delle stesse azioni»).

 

A rigor di logica, visto che da febbraio le azioni della banca sono sospese in Borsa e quindi non potevano essere vendute, il piccolo investimento della Boschi dovrebbe essere andato in fumo. Ma il ministro non smentisce né conferma. L'11 febbraio 2015 infatti la Popolare dell'Etruria viene commissariata dal Tesoro su indicazione di Bankitalia.

maria elena boschi al matrimonio del fratello emanuelemaria elena boschi al matrimonio del fratello emanuele

 

Fino al giorno prima, vicepresidente della banca aretina è il padre di Maria Elena Boschi, Pierluigi. Su Twitter, il giorno del commissariamento, il ministro cinguetta: «Smetteranno di dire che ci sono privilegi? Dura lex sed lex». Poco più di un mese dopo, a fine marzo, il fratello Emanuele 33 anni - decide di lasciare Banca Etruria per lavorare presso uno studio legale di Firenze. Laureato in economia, era stato assunto alla Etruria nel 2007: da novembre 2012 a ottobre 2014 è stato il responsabile dell'analisi dei processi di costo della banca «attuando gli interventi volti a minimizzarne l'impatto a conto economico».

 

maria elena boschi  al matrimonio del fratello emanuelemaria elena boschi al matrimonio del fratello emanuele

Resta da capire, oltre al vero destino dei risparmi di Maria Elena Boschi alla Popolare Etruria, se anche il fratello Emanuele o il padre Pierluigi avessero investito in azioni o bond subordinati della banca che hanno amministrato fino al commissariamento: entrambi, come la madre, l'altro fratello e pure la nonna, non hanno dato il loro consenso alla pubblicazione della dichiarazione patrimoniale e dei redditi. Forse il ministro ha perso mille euro, ma può darsi che la famiglia ne abbia guadagnati di più nel periodo precedente all'arrivo dei commissari. Di certo, quei titoli ora valgono zero e sono di proprietà di una società destinata alla tomba.

 

E altrettanto certamente in Italia si può essere azionisti di una banca popolare finita in dissesto, figli di un suo amministratore (multato da Bankitalia per carenze nella gestione), partecipare alla ricostruzione di quel settore - per decreto di un governo di cui si fa parte e pure al salvataggio della banca stessa.

 

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschi

Eppure quando venne votata la riforma delle popolari e l'istituto aretino finì nel mirino della Consob per i movimenti anomali del titolo in Borsa - la Boschi smentì il conflitto di interessi perché «Banca Etruria aveva già deciso di trasformarsi in spa nell'agosto 2014» (e a Piazza Affari nella seduta del 22 agosto ci fu un boom di scambi pari al 12% del capitale). Assicurando comunque di non aver «nemmeno preso parte al consiglio d'amministrazione in cui è stato votato questo provvedimento». «Consiglio d'amministrazione» e non consiglio dei ministri. Un piccolo lapsus.

 

 

2. SALVABANCHE, MARIA ELENA BOSCHI: «MIO PADRE PERSONA PERBENE, DA GOVERNO NESSUN FAVORITISMO»

Da www.corriere.it

 

maria elena boschi presenta il libro di vespamaria elena boschi presenta il libro di vespa

«Mio padre è una persona perbene, se sento un senso di colpa è verso di lui». Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi difende il padre Pier Luigi, nel giorno del suicidio del pensionato che aveva perso 100mila euro depositati presso la Banca dell’Etruria. Mentre il premier Matteo Renzi ribadisce: «Impossibile salvare tutti, ma stiamo cercando una soluzione»

 

«NESSUN FAVORITISMO»

Il padre del ministro per otto mesi è stato vicepresidente proprio di quell’istituto di credito: «È una persona perbene, se sento del disagio è verso di lui e la mia famiglia» ha detto la Boschi alla presentazione del libro di Bruno Vespa. «È finito un po’ al centro dell’attenzione continua delle cronache non tanto per quello che fa lui ma perché è mio padre, abbiamo lo stesso cognome. So però che la mia è una famiglia molto solida, affronteremo questo momento rimanendo uniti». Banca Etruria è uno dei quattro istituti coinvolti dal decreto salva-banche, ma il ministro tiene a precisare: «Il governo ha fatto ciò che riteneva giusto e che poteva fare, non fa favoritismi personali».

renzi a cernobbio con la boschi nirenzi a cernobbio con la boschi ni

 

«INTEVENTO ULTERIORE PER CHI NON È TUTELATO»

E ancora, sul salvabanche, Maria Elena Boschi ha sottolineato:«Anche Banca d’Italia ha detto che ci sono delle responsabilità proprio dell’Europa rispetto alla situazione che viviamo oggi e abbiamo visto che la commissione europea in qualche modo ha replicato all’intervento di Banca d’Italia. Io credo che ci voglia in qualche modo la capacità di chi ci rappresenta a livello europeo di starci davvero». Quindi la replica agli attacchi dell’opposizione: «Sento in questi giorni tante polemiche rispetto alla situazione attuale del nostro paese però quando si trattava di affrontare queste scelte in Europa che noi oggi subiamo , non erano in Parlamento ma in qualche trasmissione televisiva».

 

maria elena boschi nel presepe con renzi by vespamaria elena boschi nel presepe con renzi by vespa

«Credo - ha detto il ministro delle Riforme - che ci voglia la collaborazione di tutti se vogliamo avere una soluzione diversa per il nostro Paese a cominciare dal ruolo che giochiamo in Europa, che stiamo cercando di giocare in Europa». E sui risparmiatori che avevano investito nelle quattro banche coinvolte dal decreto dice: «Stiamo studiando un intervento ulteriore per cercare di andare incontro a chi non e’ stato tutelato, gli obbligazionisti, anche perche’ sono soggetti che anche in altre esperienze straniere non hanno avuto tutele. Ci sono varie ipotesi di interventi di carattere di solidarietà: dobbiamo capire quanto intervenire a livello pubblico e quanto trovare soluzioni alternative»

 

 

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...