irene pivetti

ARSENICO E VECCHI PIVETTI - “BOSSI HA PREPARATO LA SUA FINE MATTONCINO SU MATTONCINO - MARONI HA FATTO BENE A BUTTARE VIA LA PACCOTTIGLIA DELLE AMPOLLINE E SALVINI È UNO DEI RARI LEADER CHE CI SONO - NOZZE GAY? SONO D’ACCORDO”

Giancarlo Perna per “Libero quotidiano”

 

IRENE PIVETTI FETISHIRENE PIVETTI FETISH

Quando Irene Pivetti entrò in crisi col marito Alberto e si guardò attorno per cambiare vita, si accorse che oltre alla crisi coniugale c’era anche la crisi economica. Chiunque, a questo punto, sarebbe andato dallo psichiatra. Lei invece alzò gli occhi al Cielo, ne ebbe un segno di assenso e si rimboccò le maniche. Cinque anni dopo, cioè oggi, è titolare di un colossino imprenditoriale, Only Italia, che dà sostegno nei commerci internazionali a duemila piccole e medie imprese associate, desiderose di sfondare sui mercati dei cinque continenti.

 

Only Italia, di cui la fondatrice Irene è presidente, ha generato delle società affiliate con sede in San Marino, Polonia e Cina, e dà lavoro a una trentina di persone, tutte giovani e per la maggiore parte donne, come ho potuto constatare de visu andando a trovare la Pivetti nel suo quartiere generale dietro Piazza Navona. «Come ti trovi in quest’attività di consulenza che ti sei inventata dal nulla?», chiedo, nonostante l’inutilità della domanda essendo l’ex presidente leghista della Camera in forma smagliante, con i capelli biondi corti da coscritto asburgico e i modi sicuri di chi è padrone in casa sua e in pace con se stessa.

irene pivettiirene pivetti

 

«Sono contenta di quel che faccio anche se corro come una pazza perché la congiuntura economica non dà requie. Quando saremo nonni diremo ai nipoti che la crisi del 1929, ci fa un baffo. Quella durò qualche anno, questa non finisce più», dice mentre, costeggiando ampie stanze con gente che lavora, mi guida nel suo studio.

 

«Tu, che tutti ricordiamo timida fanciulletta presidente della Camera a trent’anni, come ti senti ad averne 52?», chiedo mentre sediamo di qua e di là dello scrittoio sovrastato dal poster di uno yacht in balia dei marosi (Irene è appassionata di vela). «Non ho il vizio dell’autocontemplazione ombelicale. Sono molto presa dal lavoro anche perché curo un padiglione di seicento metri quadri a Venezia, nella manifestazione collaterale dell’Expo, Aquae Venezia, con una mostra sulla via della seta e delle spezie», dice e inforca gli occhiali rosa-viola che stanno a pennello con la camicetta cobalto che indossa.

xii leg pivetti big xii leg pivetti big

 

«Non potresti campare tranquillamente col vitalizio di ex presidente della Camera e di deputato padano per tre legislature?», chiedo. «Campa cavallo» ride. «Per averlo, devo aspettare almeno il compimento dei sessant’anni. Da quando nel 2001 ho lasciato il Parlamento non ho più preso un centesimo di denaro pubblico. Anche per Only Italia, contributi zero. Tutta roba mia».

 

«Riassumiamo» dico. «Per un decennio sei stata in politica e hai chiuso. Poi giornalista tv e hai chiuso. Ora sei a tempo pieno manager...». «... Mi manca lo stimolo intellettuale del giornalismo» interrompe. «Oggi non potrei, per ragioni di tempo, guidare un programma tv. Scrivere però su un giornale mi piacerebbe».

 

«Ti farò sapere» dico, riprendendo la parola. «Dunque, nel lavoro sei mobile ma nei sentimenti, hai detto una volta, “sono stabile”. E allora come la mettiamo coi due matrimoni che hai alle spalle?». «Uno è stato annullato dalla Sacra Rota» replica. «Resta l’altro che a me andava pure bene. È stato Alberto a cambiare idea. Tuttavia, abbiamo un rapporto sereno tra noi e con i nostri figli. Se il matrimonio non c’è più, grazie a Dio c’è la famiglia». «Alberto ha dieci anni meno di te. Non immaginavi la fine?», chiedo.

pivetti resize x pivetti resize x

 

«Pensavo di restare sposata tutta la vita. Porto tuttora la fede. Ci ho riflettuto e pregato sopra molto. Io continuo ad amare e onorare mio marito, nella gioia e nel dolore, anche se non come avrei voluto. Verso Alberto, ho oggi una modalità diversa di amore che può essere vissuta a distanza. Il matrimonio ha più varianti di quanto non immaginassi», dice ispirata. Io non ci sto a vedere una donna in piena forma che, per rassegnazione, si arrampica sugli specchi e sbotto: «Lui si è rifatto una vita. Tu che aspetti?».

 

«La mia vita è piena», replica lei. «Avanza a piccoli passi. Comincia con un’avventuretta...», suggerisco. «Avventure non ne voglio. Se poi mi innamoro, ringrazio Dio. Sperando che il prossimo sia un rapporto sereno. Basta con le lacerazioni», sorride. E sorrido anch’io per questo spiraglio che Pivetti ha aperto sul suo futuro.

pivetti e jotti cc c f a d d baf c d b pivetti e jotti cc c f a d d baf c d b

 

Sei sempre tanto pia?

«Mi sento molto bene pregando. Mi piace proprio stare con Gesù».

 

Sempre teocon come quando polemizzavi a Milano con il progressista cardinal Martini?

«Amo molto la tradizione cattolica. Ma ho imparato a dimostrarlo in modi meno chiassosi. Non più pubblicamente non essendo più personaggio pubblico».

 

Da brava tradizionalista sarai contro le unioni omo.

«No. Penso che la stabilità in amore sia una cosa bella, quale che sia la forma di amore».

 

Sei in sintonia con papa Francesco?

pivetti e Bossi resize pivetti e Bossi resize

«Grande papa col dono della comunicazione che Ratzinger non aveva. Contrariamente alla fama, non è papa di rottura ma una variante efficace di Giovanni Paolo II. Mi piace molto».

 

La polemica di Antonio Socci contro Bergoglio?

«Non è utile fare polemiche in casa. In questo, ho cambiato del tutto idea rispetto al passato. In casa, si fanno osservazioni».

 

La tua amicizia per Renato Farina è continuata anche dopo l’incidente «betulla»?

«Da anni lo vedo meno. Ma le amicizie non si mettono in discussione per vicende pubbliche. Incontrandolo, lo saluterei con molto affetto».

IRENE PIVETTI ALBERTO BRAMBILLA - Copyright PizziIRENE PIVETTI ALBERTO BRAMBILLA - Copyright Pizzi

 

Sei milanese ed ex leghista, ma da vent’anni non schiodi da Roma.

«Ci ho messo su famiglia. I miei figli sono cresciuti qui. Ho cominciato a guardare Roma con i loro occhi e mi sono riconciliata con la città, apprezzandone le grandi qualità e sopportandone i grandissimi difetti».

 

Da quando l’hai lasciata, nella Lega è successo tutto. Come hai vissuto il crollo di Umberto Bossi?

«Dolorosissimo epilogo. Pienamente meritato. Bossi se l’è preparato mattoncino su mattoncino. Ho ammirato lo spirito con cui Maroni ha preso in mano il partito e il disinteresse dimostrato».

 

Che ha fatto di così buono?

q dip67 irene pivettiq dip67 irene pivetti

«Ha buttato via la paccottiglia bossiana delle ampolline del Po. Ha adocchiato Salvini che sta facendo bene».

 

Che ti piace di Salvini?

«Non importa che mi piaccia. È uno dei rari leader che ci sono. Fa delle scelte».

 

Mentre gli altri?

«Molluschi incapaci di prendere decisioni. Peggio che rubare per un politico».

 

Da manager, usciresti dall’euro come predica Salvini?

«Non sono contraria. Non è però una priorità. Ora serve ridurre i costi delle imprese, alleggerendo tasse e burocrazia. Lo Stato invece di fidarsi dei cittadini li tratta da inquilini potenzialmente morosi. Mentre il cittadino è la ragion d’essere dello Stato».

UMBERTO BOSSI IN LACRIME CON ROBERTO MARONI SUL PALCO DI BERGAMO UMBERTO BOSSI IN LACRIME CON ROBERTO MARONI SUL PALCO DI BERGAMO

 

Politicamente sei ancora di centrodestra?

«Io sono di centrodestra. Ma il centrodestra dov’è?».

 

Il Cav è al tramonto?

«Ampiamente tramontato. Ha svolto un ruolo importantissimo, ma è finito».

 

Cosa pensi di Renzi?

«Aspetto di vedere il nuovo che dice di rappresentare. Le riforme istituzionali, Senato o Italicum che sia, non contano. Sono dei distrattori. Attendo quelle economiche».

 

Non abbiamo imboccato la ripresa?

«Assolutamente no. C’è una congiuntura internazionale meno sfavorevole e per scarroccio (termine marinaro: pigro abbrivio, ndr) ci muoviamo anche noi. Nessun merito renziano».

BOSSI E MARONIBOSSI E MARONI

 

Immigrazioni inarrestabili o Ue imbelle?

«L’Europa del Nord, quella che conta, è cattiva: vede i morti e se ne frega. Gli imbelli siamo noi. Senza reazioni, pur sapendo che il traffico umano è in mano a reti malavitose».

 

Che faresti?

«Da tempo, la Libia ci chiede di aiutarla a fermare le migrazioni africane nella parte sud del Paese e sulla costa. Ha un piano dettagliato di cui sono in possesso. Ho chiesto udienza a tutto il governo. A ricevermi solo la Pinotti, ministro della Difesa, e per dieci minuti».

salvini vaffanculosalvini vaffanculo

 

Renzi e Alfano che fanno?

«Orecchio da mercante. Pensano di brillare di più salvando in mare che dando una mano alla Libia. Oppure vaneggiano di bombardare i barconi».

 

Lo dice pure Mogherini da Bruxelles, quando si sveglia.

«Sarebbe un atto criminale e scatenerebbe una guerra tra Islam e l’Europa».

RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE

 

Di testa, Irene, resti politica. Dici mai, pensando a tua sorella Veronica che fa l'attrice: «Ah, l’avessi fatto anch’io»?

«Ringrazio il Signore che ci ha dato due vite ricche e piene e anche molto diverse».

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....