J’ACCUSE DI CIVATI: “ORA I TRADITORI FARANNO I MINISTRI” (MA SE TUTTI HANNO TRADITO TUTTI, CHI SONO I TRADITORI?)

Da repubblica.it

Pippo Civati va all'attacco. Il leader dei giovani parlamentari Pd spara alzo zero nei confronti dei seniores di Largo del Nazareno. E li accusa senza mezzi termini di essere parte del piano che ha sabotato la candidatura di Romano Prodi. Ora, spiega, i traditori potranno fare i ministri.

"Si parla molto di 'traditori' ma state attenti: perché i soliti protagonisti della politica italiana che ora chiamate così poi potreste ritrovarvi, tra qualche ora, a chiamarli 'ministri'. Tutti insieme. Appassionatamente", dice Civati. E spiega che i traditori-ministri hanno "un argomento formidabile: dopo che abbiamo ridotto il centrosinistra così, non vorrete mica andare a votare? Affidate le cose a noi, sappiamo come si fa".

Sul suo blog, Civati fa notare "che se avessimo votato Prodi o Rodotà, non saremmo andati a votare, come le vecchie volpi della politica hanno ripetuto (altro che Twitter) a tutti i giovani deputati. No, semplicemente avremmo fatto un governo del presidente. Con un presidente, un governo e una maggioranza molto diversi da quella che vedremo tra qualche ora. Spero sia chiaro a tutti. Anche a quelli che, come me, in questi giorni hanno perduto".

Quanto al possibile governo di larghe intese, il leader dei giovani Pd osserva che "ieri Napolitano ha annunciato che oggi dirà quali sono le condizioni che gli hanno fatto accettare il secondo mandato.

Condizioni di cui nessuno ha parlato ufficialmente e che certo il Pd non ha valutato. Anzi - sottolinea Civati - Bersani ha spiegato ripetutamente che non c'erano, quelle condizioni. Personalmente, voglio fidarmi: mi chiedo però perché tutti parlino di Amato, Berlusconi sia in un brodo di giuggiole e i nostri filo-governissimo così scatenati. Curioso, no?".

Civati, che non ha votato la riconferma di Napolitano, viene indicato come uno dei parlamentari che potrebbero lasciare il Pd per approdare ad una nuova formazione più chiaramente di sinistra. Insieme a lui le voci riguardano anche Ignazio Marino e Laura Puppato.

"Come immaginavo, oggi sulla stampa sono iniziate le ipotesi di scissioni e correnti. E mi ritrovo tirato per la giacchetta da una parte e dall'altra. Forse non hanno capito che voglio liberare questa città da cinque anni di scandali e parentopoli. Il mio partito è Roma", scrive su Facebook il candidato sindaco di Roma.

Smentisce possibili uscite anche la parlamentare veneta. "In merito a quanto scritto oggi sul Corriere della Sera e su Repubblica, smentisco categoricamente di aver lasciato il Pd per essere approdata a Sel", afferma. "Il Pd - aggiunge - è e resta il mio partito e continuerò al lavorare al suo interno per superare questo difficile momento".

2. IL PARADOSSO DEI PARADOSSI
Dal blog di Giuseppe Civati

Che più le cose andranno male in Friuli (che già stanno andando male, visto che hanno votato in pochissimi), più ci chiederanno di formare un governo. E di farlo a qualsiasi costo (del resto il voto larghissimo a Napolitano lo sottintende) e senza porre condizioni. Oppure ci presenteranno due alternative: governo tipo-Monti o Pd-Pdl. Segue dibattito in politichese.

Lo potranno fare gli stessi che si sono augurati fin dall'inizio questa soluzione, e che hanno voluto archiviare la strada Prodi o Rodotà (come chiarisce oggi lo stesso Rodotà, non erano in contraddizione), perché ci diranno: come fai a tornare a votare ora?
Dal produttore (dei guai) al consumatore (magari con un ministero): tutti in tv, in queste ore, a spiegare che era ingenuo pensare che ci sarebbe stata un'altra soluzione. E invece sarebbe bastato votare Prodi. Perché non votare Prodi è una quisquilia, mentre rivotare Napolitano un imperativo categorico.

Per quanto mi riguarda, se ho scelto una certa via, era proprio perché lo sapevo. Sapevo benissimo che avremmo rischiato di finire in questa situazione. Sapevo che sarebbe stato difficilissimo provare un confronto con il M5S, soprattutto senza rinunciare alla premiership (come non abbiamo mai fatto).

Sapevo perfettamente che molti non se lo auguravano, perché avremmo dovuto fare un governo di cambiamento che la prima cosa in assoluto che avrebbe cambiato erano proprio i protagonisti della vicenda politica italiana.

L'argomento non è: «bisognava capirlo subito». Perché subito lo avevamo capito tutti. «Bisognava non volerlo fare», questo, per me, è l'argomento.

Si parla molto di «traditori», ma state attenti: perché i soliti protagonisti della politica italiana che ora chiamate così poi potreste ritrovarvi, tra qualche ora, a chiamarli «ministri». Tutti insieme. Appassionatamente. Con un argomento formidabile: dopo che abbiamo ridotto il centrosinistra così, non vorrete mica andare a votare? Affidate le cose a noi, sappiamo come si fa.

P.S.: in cauda, faccio notare che se avessimo votato Prodi o Rodotà, non saremmo andati a votare, come le vecchie volpi della politica hanno ripetuto (altro che Twitter) a tutti i giovani deputati. No, semplicemente avremmo fatto un governo del Presidente. Con un Presidente, un governo e una maggioranza molto diversi da quella che vedremo tra qualche ora. Spero sia chiaro a tutti. Anche a quelli che, come me, in questi giorni hanno perduto.

P.S./2: ieri Napolitano ha annunciato che oggi dirà quali sono le condizioni che gli hanno fatto accettare il secondo mandato. Condizioni di cui nessuno ha parlato ufficialmente e che certo il Pd non ha valutato. Anzi, Bersani ha spiegato ripetutamente che non c'erano, quelle condizioni. Personalmente, voglio fidarmi: mi chiedo però perché tutti parlino di Amato, Berlusconi sia in un brodo di giuggiole e i nostri filo-governissimo così scatenati. Curioso, no?

P.S./3: ovviamente mi dispiace molto per Debora. E faccio gli scongiuri.

 

PIPPO CIVATIrenzi e civati renzi e civati Stefano Rodota GIULIANO AMATO ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE GIORGIO NAPOLITANO

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...