L’ENCICLICA PAPALE PAPALE: AMORE E FEDE, MATRIMONIO ED ECOLOGIA, APERTURA CONTRO IL FONDAMENTALISMO

Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

L' idea forte del testo è che «il mondo è in crisi perché manca la luce della fede». Ma la fede ha bisogno di verità. Non è un opinione soggettiva. Il credente è umile e, per non farsi rubare la speranza, fonda la fraternità sull'amore.

«C'è molto di Benedetto e tutto di Francesco». È il ministro vaticano dei Vescovi, Marc Ouellet a svelare il mistero dell'enciclica scritta a quattro mani: «Non vanno cercate le frasi di Bergoglio o di Ratzinger, è un documento unico».

Novantatrè pagine suddivise in quattro capitoli. La «Lumen Fidei», è firmata «Franciscus» ma va attribuita anche al suo predecessore. Un evento storico anche se, in passato, e per altre encicliche ci furono passaggi di bozze tra Pontefici.

Ed eccoli i cardini del documento. Il primo è l'antidoto al fondamentalismo religioso: «Il credente non è arrogante, anzi la sicurezza della fede rende possibile il dialogo con tutti e in ogni campo».

E anche nella coppia «un amore falso non supera la prova del tempo e non si può ridurre a un sentimento che va e viene». Insomma: qui c'è «la diversità della teologia dei due papi nella perfetta identità dell'annuncio delle fede», osserva il teologo Gianni Gennari. Che si affrontino temi sociali o questioni di bioetica, la fede è una, cambia solo il modo di presentarla. Come quando sostiene: «La fede non è un fatto privato, ma costruisce il bene comune». Ovvero: attraverso la fede si ci può impegnare nella vita pubblica.

Il testo mette in guardia dall'idolatria e da una «concezione individualista e limitata della conoscenza». Al centro c'è la famiglia, l'unione stabile dell'uomo e della donna nel matrimonio. Che nasce dal riconoscimento e dall'accettazione della bontà della differenza sessuale. La manifestazione della bontà di Dio si vede dalla possibilità di generare una nuova vita. Uomo e donna possono promettersi amore con un gesto che ricalca i tratti della fede.

«La prima enciclica di Francesco, con il contributo di Benedetto XVI, mette in luce che prima di una crisi di fede vi è una crisi dell'uomo e della verità - commenta padre Bernardo Cervellera, direttore dell'agenzia del Pontificio istituto missioni estere - Il relativismo sbriciola la consistenza della persona, della convivenza, della giustizia, dell'amore, della ricerca scientifica. La fede illumina ogni cammino umano».

Nella «Lumen fidei» si tratteggia la «crisi dell'uomo» cioè il rifiuto del Dio unico per affermare se stessi. L'esito è il politeismo e la molteplicità dei desideri. Così, tutte le esperienze dell'uomo rischiano di naufragare. Quindi dilaga quella che l'Enciclica chiama «dittatura del relativismo».

«Tutte queste annotazioni non sono in stile cattedratico o dogmatico, ma emergono come da una lunga meditazione - sottolinea Cervellera Anche la crisi dell'uomo non è descritta con condanna, bensì con compassione e dolore. Si sente la profonda influenza di Ratzinger».

Con un linguaggio alto, ma non pesante, il testo si snoda in quattro capitoli mostrando il potere che la fede in Dio ha nel sostenere l'unità dell'uomo (cancellando la dissipatezza); la sua solidarietà con gli altri (eliminando la paura); l'edificazione della convivenza sociale (impedendo l'utilitarismo). Anche la scienza viene sostenuta dalla fede a lavorare di fronte al cosmo.

Non solo: la fede, mostrando Dio come origine della realtà, fa scoprire che l'uomo è custode della natura e non padrone. E fonda un'ecologia che vede l'essere umano al centro del creato. Nel mondo contemporaneo ciò che è in crisi non è anzitutto la fede ma l'uomo, annegato nelle sue pretese e nei suoi fallimenti. Ed è questa voglia di fare a meno di Dio che porta a banalizzare la fede «consolazione», «fatto privato», «innamoramento soggettivo».

L'enciclica raddrizza alcune storture: la fede è fede della Chiesa (e non del singolo, senza la sua mediazione) e la teologia è prodotta nella Chiesa. Nel documento non si accusa: il tono è lo stupore e la comprensione delle fatiche dell'uomo contemportaneo.

È la famiglia fondata sul matrimonio, inteso come unione stabile tra uomo e donna e finalizzata a generare figli, il primo ambito sociale «illuminato dalla fede». Per la prima volta, in un documento firmato da Francesco, fa capolino la netta presa di posizione su un tema etico al centro del dibattito politico. Ed è evidente come in questo passaggio dell'enciclica sia rintracciabile la mano di Benedetto XVI, che ha concepito inizialmente il testo, prima di lasciare il pontificato, e l'ha passato poi al suo successore.

La lettera papale esplicita il legame tra la fede e il «bene comune». La fede, che nasce dall'amore di Dio rende saldi i vincoli fra gli uomini e si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace. La fede «è un bene per tutti», non serve a costruire unicamente l'aldilà, ma aiuta a edificare la società. No, dunque, al matrimonio omosex. Immediate le reazioni della associazioni gay.

Per Franco Grillini, presidente di Gaynet, a proposito di «architettura dei rapporti umani» e dell'amore, «non si capisce dov'è la differenza tra affettività eterosessuale e l'amore tra due persone dello stesso sesso». E continua: «L'enciclica riconferma le posizioni vaticane, malgrado 15 Paesi nel mondo abbiano già legiferato in modo opposto ai voleri della Santa Sede mentre in Italia la Cassazione ha scritto che è radicalmente superata l'idea che per contrarre matrimonio sia necessaria la differenza di sesso».

 

 

RATZINGER E BERGOGLIO ITALIA S GOD TALENT BY CARLI RATZINGER E BERGOGLIO jpegBERGOGLIO RATZINGERBERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEIN francia matrimoni gay matrimonio lesbo manifestazione anti matrimoni gay in francia ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO LUMEN FIDEI

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)