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L’ENNESIMO SCAZZO DEL GOVERNO SI STA CONSUMANDO PER IL BOARD DELLA BCE – GIORGIA MELONI, INSIEME AL SUO COCCO FABIO PANETTA, PUNTA TUTTO SU PIERO CIPOLLONE, VICE DIRETTORE GENERALE DI BANKITALIA, MENTRE IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI, METTE SUL TAVOLO IL SUO EX COLLEGA DRAGHIANO, DANIELE FRANCO, PER “RICOMPENSARLO” DELLA CANDIDATURA ALLA BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI, CHE APPARE ORMAI SFUMATA…

Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

GIANCARLO GIORGETTI DANIELE FRANCO

La partita sulle candidature italiane alla Banca centrale europea e la Banca europea degli investimenti sembra riaperta. Ma si sta giocando molto più all’interno del governo Meloni di quanto non appaia. Prima di andare in vacanza, i ministri delle Finanze europei si erano incontrati un’ultima volta a luglio per l’Eurogruppo e avevano parlato della successione di Fabio Panetta nel comitato esecutivo della Bce. La riunione era andata liscia, raccontano fonti autorevoli, e Piero Cipollone era stato l’unico nome proposto dall’Italia.

 

Vista la tendenza del governo Meloni a occupare poltrone anche con personalità di scarsa competenza ma che sembrano avere l’unico requisito della fedeltà alla premier e al governo, i colleghi europei di Giancarlo Giorgetti avevano segnalato la necessità che anche l’erede di Panetta venisse, come lui, dalla Banca d’Italia […].

 

E l’economista 62enne Cipollone […] sembrava a tutti la scelta giusta. Anche in Bce, ovvio, dove l’autonomia dalla politica è prerequisito imprescindibile per chi manovra i tassi e muove i mercati. E dove conta anche il fatto che Cipollone si sia occupato di temi più in linea con le deleghe di Panetta.

 

IGNAZIO VISCO FABIO PANETTA

Quello delle deleghe non è un nodo secondario: Panetta si è occupato del più importante cantiere futuro della Bce, l’euro digitale. A ottobre è prevedibile che Lagarde deciderà una redistribuzione delle deleghe, e Cipollone è il candidato ideale per ereditare i compiti del prossimo governatore di Bankitalia. […]

 

La partita, comunque, sembrava chiusa. E la tradizione dei quattro posti nel board che dalla nascita della Bce vengono assegnati ai Paesi maggiori dell’eurozona, confermata. […] Ma poi, nel vuoto agostano, qualcuno ha cominciato ad agitarsi.

 

Con una certa irritazione, a Francoforte e in altre capitali europee, hanno preso nota che ora è spuntata una seconda candidatura per il posto di Panetta. Dagli uffici del ministro dell’Economia è emerso un nome alternativo a quello di Cipollone, quello dell’ex ministro dell’Economia del governo Draghi, Daniele Franco.

 

GIANCARLO GIORGETTI DANIELE FRANCO

Anche lui ha un curriculum autorevolissimo, è passato dalla Banca d’Italia alla Ragioneria generale dello Stato prima di approdare a via XX Settembre. Ma proprio in virtù della sua ricchissima carriera, sarebbe il candidato ideale per la Bei, la Banca europea degli investimenti, meno per la Bce. Insomma, Franco sarebbe più adatto per la presidenza di un’istituzione europea piuttosto che per la poltrona nel board di Francoforte. In più, l’età non è un dettaglio: Franco assumerebbe quel ruolo quasi a 71 anni, e in Bce si va in pensione a 65. Concluderebbe il mandato a 79 anni.

 

Giorgetti sembra averlo candidato per entrambi i posti, creando una gran confusione. Ma, letto in filigrana, il messaggio sembra essere rivolto più a Giorgia Meloni che ai colleghi dell’Eurogruppo o alla Bce. Per conquistare la presidenza della Bei non basta il beneplacito del Mef: serve quello di Palazzo Chigi. E sulla poltrona della Bei pende un’altra candidatura di peso: quella dell’attuale vicepremier e ministra delle Finanze spagnola, Nadia Calviño, avanzata all’inizio di agosto.

 

PIERO CIPOLLONE

La premier dovrebbe impegnarsi dunque personalmente per imporre un italiano per quella poltrona, e avrebbe qualche freccia al suo arco per scalzare la concorrente spagnola.

 

[…] L’Italia può legittimamente aspirare, insomma, a candidare qualcuno sia alla presidenza della Bei sia alla successione di Panetta. Ma il problema è la perenne campagna elettorale mascherata da gestione della cosa pubblica. E il fatto che il leader della Lega Matteo Salvini stia sfidando ossessivamente Meloni in vista di un’importante elezione europea, o che la premier sia entrata in conflitto con il ministro leghista Giorgetti sulla tassa sugli extra profitti delle banche non aiuta a ricompattare il governo sull’unico obiettivo cui dovrebbe puntare. Ottenere entrambe quelle poltrone. Ed evitare lo spettacolo imbarazzante di ripresentarsi all’Eurogruppo decisivo per la successione di Panetta, a metà settembre, con un candidato diverso da quello di luglio.

 

fabio panetta foto di bacco

 

 

FABIO PANETTA CHRISTINE LAGARDE

 

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