spionaggio roma spie servizi segreti

LA PENISOLA DELLE SPIE/1 – “LIBERO”: “LA VARIABILE DECISIVA, NELL'ULTIMO ANNO DI LEGISLATURA, PROMETTE DI ESSERE IL ‘FATTORE S’, INTESO COME ‘SERVIZI SEGRETI’. L'ITALIA E GLI ITALIANI SI TROVANO INFATTI IN MEZZO A UNA PARTITA GIOCATA DALLE "AGENZIE" DEI PAESI PIÙ IMPORTANTI A COLPI DI AVVERTIMENTI, DOSSIER E POSSIBILI RICATTI, IL CUI OBIETTIVO È REGOLARE CONTI LASCIATI IN SOSPESO E CONDIZIONARE IL RISULTATO DELLE ELEZIONI POLITICHE” – HANNO INIZIATO I SERVIZI ITALIANI, HANNO PROSEGUITO QUELLI RUSSI E INFINE CI SI SONO MESSI ANCHE GLI AMERICANI: “SONO RIMASTI VECCHI CONTI DA REGOLARE E LA SFIDA PER CHIUDERLI È APPENA INIZIATA”

Fausto Carioti per “Libero quotidiano”

 

AGENTE SEGRETO

I sondaggi, le coalizioni e la legge elettorale con cui si voterà nel 2023, ossia gli argomenti che tanto appassionano i media e la classe politica, rischiano di essere quelli sbagliati. La variabile decisiva, nell'ultimo anno di legislatura, promette di essere un'altra: il «fattore S», inteso come «servizi segreti».

 

L'Italia e gli italiani si trovano infatti in mezzo a una partita giocata dalle "agenzie" dei Paesi più importanti a colpi di avvertimenti, dossier e possibili ricatti, il cui obiettivo è regolare conti lasciati in sospeso e condizionare il risultato delle elezioni politiche.

 

MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI

Uno dei pochi parlamentari che, per via del curriculum, conosce certe dinamiche, sente aria di cataclisma. «C'è stata un'accelerazione, l'impressione è che la situazione stia precipitando».

 

Hanno iniziato i servizi italiani, facendo emergere alcuni dettagli degli incontri tra Matteo Salvini e l'ambasciatore russo a Roma, Sergej Razov. Tutti i leader e i responsabili della politica estera dei partiti hanno colloqui, spesso frequenti, con i capi delle principali delegazioni diplomatiche, però chi ne è al corrente si guarda bene dal rivelarne l'esistenza. Per Salvini, che pure aveva raccontato in pubblico di aver parlato con Razov, è stata fatta un'eccezione, segno che a lui è dedicata un'attenzione particolare.

 

salvini putin conte

La mossa di Vladimir Putin è arrivata subito dopo. Da piazza Smolenskaya, sede del ministero degli Esteri, hanno fatto sapere che il tentativo di dipingere come un'operazione di spionaggio la missione russa che si presentò in Italia nella primavera del 2020, autorizzata dal secondo governo Conte, «dimostra la moralità di alcuni rappresentanti delle autorità pubbliche e dei media italiani».

 

conte trump

Parole che a Roma sono lette come un avvertimento, nemmeno velato: se gli uomini di Sergej Lavrov parlano di «moralità», è perché sono al corrente di qualche segreto inconfessabile da parte di esponenti, attuali o recenti, delle nostre istituzioni. Il linguaggio di chi si sente tradito lascia intuire qualcosa riguardo al resto.

 

TRUMP, MA NON SOLO

luigi di maio xi jinping

Ieri il Corriere della Sera ha raccontato di un altro avvertimento. Lo ha recapitato Patrick Shiflett, alto dirigente dell'Fbi che si occupa di controspionaggio e in particolare della "China Initiative", l'operazione avviata dal dipartimento della Giustizia statunitense per reprimere lo spionaggio e il furto di segreti industriali da parte del governo di Pechino. Il 24 maggio Shiflett si è presentato a Roma, davanti ai membri del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, per dire che a Washington è stata aperta un'inchiesta allo scopo di appurare se la Cina ha finanziato la prima campagna elettorale di Donald Trump. Non ha aggiunto altro, ma se ha sorvolato l'Atlantico per fare una cosa del genere, vuol dire che in quei faldoni ci sono anche nomi di personaggi italiani, ovviamente tenuti coperti.

 

giuseppe conte gennaro vecchione

Chi a Roma è al corrente dei rapporti tra Washington e Pechino, contattato da Libero, punta il dito sugli investimenti fatti dalla Cina nelle reti e nelle altre infrastrutture italiane. È un argomento che il Copasir tiene sotto i riflettori da tempo.

 

Nel dicembre del 2019, quando era guidato dal leghista Raffaele Volpi, il comitato aveva chiesto per la prima volta al governo, all'epoca guidato da Giuseppe Conte e tinto di giallorosso, di «escludere» le aziende cinesi «dall'attività di fornitura di tecnologia per le reti 5G», il nuovo standard di comunicazioni cellulari, ritenuto «di importanza strategica» dagli americani. Salvini, che nell'occasione vestiva le parti dell'accusatore, disse che «troppe cose non tornano nei rapporti tra M5S e Cina, a partire dal ministro Patuanelli che minimizza la relazione del Copasir sul 5G».

 

via della seta luigi di maio

LA NORMALIZZAZIONE

È il periodo in cui Luigi Di Maio sottoscrive l'adesione dell'Italia (unico Paese del G7) alla Via della Seta, il programma varato dal regime di Pechino per estendere la propria influenza commerciale e politica. Una scelta per la quale al dipartimento di Stato americano si erano detti «preoccupati», senza far cambiare idea al nostro ministro degli Esteri.

 

Una fonte diplomatica assicura che adesso Mario Draghi e Franco Gabrielli hanno riportato la situazione sotto controllo, e l'Italia non è più ritenuta a rischio d'infiltrazione, almeno da parte della Cina. È la conferma di quanto sia forte il legame che unisce Washington a Draghi, nonché una delle tante questioni che separano il premier dal suo predecessore a palazzo Chigi.

 

FRANCO GABRIELLI MARIO DRAGHI

La cosa, però, non pare destinata a finire con la "normalizzazione" delle relazioni internazionali da parte di questo governo, nel quale Di Maio veste i panni dell'ultrà draghiano e atlantista. Sono rimasti vecchi conti da regolare, nell'agenda di Washington come in quella di Mosca, e la sfida per chiuderli è appena iniziata. In attesa di capire se anche a Pechino vorranno tuffarsi nella mischia: cose da dire ne avrebbero tante, pure loro.

PUTIN E L'ITALIAGeraci, Di Maio, Sequi - Presentazione della Via della Seta

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO