silvio berlusconi libro ceccarelli cossiga gianni letta ignazio la russa giuliano ferrara

IL NUOVO LIBRO DI CECCARELLI SQUADERNA IL DISPREZZO DI COSSIGA VERSO BERLUSCONI - LO CONSIDERAVA "UN MERCANTE POLITICO", UN  "COMMERCIANTE”, “UN MALEDUCATO E UN PRESUNTUOSO, TRA LEI E ME C'È UN ABISSO DI INTELLIGENZA, DI CULTURA, DI MORALITÀ E DI STATURA POLITICA CHE IL SUO DENARO, SPORCO O PULITO CHE SIA, NON POTRÀ MAI COLMARE’’ - IL GATTOSARDO METTEVA IN GUARDIA IL BANANA DAI SUOI STESSI CONSIGLIERI: GIANNI LETTA LAVORA IN PROPRIO "E HA ROTTO LE BALLE", GIULIANO FERRARA È "SCORTESE E MALEDUCATO", IL MINISTRO LA RUSSA, "UN SIMPATICO SIGNORE CHE UNA VOLTA ERA UN MENO SIMPATICO PICCHIATORE FASCISTA, E CHI, SPECIE NEL DOPOGUERRA È STATO FASCISTA, FASCISTA RIMANE... " - DECLINANDO L'INVITO A FAR DA TESTIMONE NELLE NOZZE DI BARBARA BERLUSCONI: “LEI FAREBBE BENE A NON SENTIRSI SICURO IN SARDEGNA! UNA MINACCIA? CERTAMENTE SÌ!"

B. UNA VITA TROPPO - FILIPPO CECCARELLI

Estratto dal Libro “B. Una vita troppo” di Filippo Ceccarelli (Feltrinelli editore)

 

Gli amichevoli consigli di Cossiga

 

Proprio mentre questo libro stava per essere chiuso, sono state depositate all'Archivio storico della Camera dei Deputati le carte di Francesco Cossiga e, sia pure distratto e trafelato dalle ultime incombenze, sono andato a dare un'occhiata al cospicuo mucchietto di lettere (circa ottantacinque minute) cortesemente apparecchiatemi nella comoda sala di lettura di Palazzo San Macuto, all'Insula Dominicana, già sede dell'Inquisizione.

 

La corrispondenza abbraccia in modo non regolare gli anni che vanno dal 1994 al 2009 (Cossiga muore nell’agosto del 2010), ma il grosso riguarda il periodo del secondo e del terzo governo Berlusconi (2001-2006). E quasi sempre l'ex presidente della Repubblica a scrivere di sua iniziativa lettere, alcune anche molto lunghe, su elegante e variabile carta intestata.

 

SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCO COSSIGA

Solo in pochi casi Berlusconi risponde, per lo più in modo cortese, ma in modo assai sorvegliato; a occhio potrebbe persino non essere lui a scrivere, limitandosi al "caro Presidente, carissimo Francesco", vergato a mano, come nei saluti, "tuo Silvio", anche se in una delle ultime missive del carteggio compare anche un "ti voglio tanto bene!!"

berlusconi francesco cossiga giulio andreotti

…………………………………………………

 

Nel vasto fondo, rispetto a Berlusconi, ce n'è quanto basterebbe per un libretto a parte, perché l'ex presidente della Repubblica inquadra bene il Cavaliere, lo fotografa nitidamente, in qualche modo ne intuisce per tempo, si direbbe quasi in modo profetico, i punti deboli e quindi la fine della sua avventura. Ma il vero valore di quelle carte sta nella lontananza, per certi versi addirittura nella vertigine che separa i due personaggi.

……………………………………….

francesco cossiga e silvio berlusconi

 

Ormai a fine carriera, come non si stancava di mettere in chiaro, ma vigile quant'altri mai sulle più varie questioni della vita pubblica, Cossiga era uno spirito libero, irrequieto, spesso tormentato.

 

Un uomo "complesso" l'ha definito la figlia Annamaria, ma per chi l'ha conosciuto certamente leale e anche amabile. Il tanto potere esercitato gli aveva lasciato in dote libertà di giudizio e risentimento. Un ex statista generoso e contraddittorio, lo si sarebbe potuto definire, ma nel suo caso non è facile accontentarsi di una formula valida sempre e per intero.

 

filippo ceccarelli foto di bacco

Resa ancora più lambiccata dalla "sardità", l'amicizia che Cossiga si ostinava a proclamare per iscritto nei confronti di Berlusconi, per quanto designandola ora "faticosa e affaticata" ora tale dada esprimersi in una sincerità “coraggiosa e brutale” “violenta e beffarda”. Ma pur sempre amicizia, e dunque per lui sacra.

 

Berlusconi, che amava farsi benvolere da tutti, senz'altro accettava e ricambiava tale sentimento. Certo riconosceva i meriti dell'ex presidente e davvero gli voleva bene, tanto da averlo introdotto in famiglia, come si intuisce dalle lettere: Veronica gli mandava dei dolcetti, lui regalava libri ai figli (fra le sue carte conservava una paginetta in cui il piccolo Luigino ringraziava per un romanzo di Pennac); come una specie di nonno si augurava che Marina chiamasse Silvio il bimbo cui stava per dare la vita.

 

gianni letta eugenio scalfari francesco cossiga

E però, proprio sulla base di tantissime altre lettere, c'è da credere che il Cavaliere vivesse quell'affetto con qualche comprensibile preoccupazione; come chi considerava il vecchio presidente emerito anche come un bizzoso e pericoloso rompiscatole, una specie di tassa che doveva pagare per il suo quieto vivere, ma spesso tenendosene per quanto possibile a distanza.

 

Cossiga, che sciocco non era, doveva averlo capito e perciò lo metteva alla prova alzando di continuo il livello e il grado di amicizia con una prosa cui l'allora presidente del Consiglio non era né abituato né preparato.

 

SILVIO BERLUSCONI E GIULIANO FERRARA

Per esempio: "Solo con grande fatica," gli scriveva Cossiga, "e violentando la crudele tradizione della mia Isola e il carattere personale che mi deriva da essa e dalla storia della mia famiglia, e solo per motivi di fede e carità cristiana (cui anche sono stato esortato dal mio confessore) io credo di poterti perdonare".

 

Tale stato d'animo era piuttosto frequente perché Cossiga quasi nulla condivideva non solo di quel faceva Berlusconi come premier, ma anche di come era o almeno sembrava ai suoi occhi. Per cui non approvava la mancanza di senso storico, di etica e cultura politica del Cavaliere, gli rinfacciava la diffidenza e la superbia; lo infastidiva quel suo modo di prendersela con il "teatrino della politica"; era seccato dalla superficialità del suo anticomunismo.

berlusconi letta

 

Dall'alto in basso, disprezzava le balle di Berlusconi, lo considerava "un mercante politico", in una lettera degradandolo a "commerciante". "Se io fossi Silvio Berlusconi," gli scriveva dopo una sconfitta elettorale, "anzitutto da tempo avrei lasciato la politica e sarei andato a villeggiare alle Bahamas incaricando una banca di staccare le cedole delle mie azioni e di versarmele in un conto presso una banca delle isole medesime."

 

……………………………………

 

silvio berlusconi ignazio la russa

Da "oppositore amico" quale sosteneva di essere, ma anche da consumato uomo di Palazzo, Cossiga si consentiva ogni franchezza su fatti e persone, con linguaggio crudo e creativo. L'azione del governo "è da tempo ingessata"; il ministro Lunardi è "tenuto per le palle" da Tremonti; il ministro La Russa, "un simpatico signore che una volta era un meno simpatico picchiatore fascista, e chi, specie nel dopoguerra è stato fascista, fascista rimane... ", stava facendo un sacco di guai alla Difesa; sulla Rai "sei uscito con le ossa rotte".

 

IGNAZIO LA RUSSA A MILANO NEL 1986 DURANTE UNA MANIFESTAZIONE CONTRO IL TRAFFICO A MILANO

Nulla sfuggiva alla corrosiva critica dell'ex: il conflitto d'interessi esiste sul serio e devi risolverlo se non vuoi fare una pessima figura all'estero, la legge che dovrebbe proteggerti dai processi è venuta fuori "un pasticcio" e "un mostriciattolo", la riforma della giustizia che hai proposto è "piscio tiepido", la mancata soluzione dei problemi di Mediobanca e della Fiat "tiene in fibrillazione continua finanza, banca e industria", è stato un errore andare in guerra con gli americani, sull'Europa è tutto sbagliato, devi impegnarti con il Partito Popolare Europeo, però guardati dall'"infido Aznar" e così via.

 

Si può immaginare quanto poco il Cavaliere, sommerso di lodi e circondato da yesman, apprezzasse questo tipo di valutazioni, mentre resta difficile stabilire quanto peso desse a quelle franche disposizioni che Cossiga alternava a doni come santini di San Tommaso Moro, protettore dei politici, libri di sapienti gesuiti, testi di Max Weber, una volta anche un coltello a serramanico offerto di persona dalla parte del manico, a stabilire la sacralità barbaricina del dono.

Ignazio La Russa, giovane nostalgico

 

Ben altro studio, approfondito e introspettivo, meriterebbero queste lettere in cui Cossiga consolava Berlusconi per la "persecuzione giudiziaria" e si lamentava per il non ascolto riservatogli; lo lusingava accennando alle "altre tue destinazioni istituzionali", il Quirinale, e intanto si compativa in quanto vecchio e malato, una volta pure premettendo: "Io non so quanto vivrò: sento interiormente ancora per non molto".

 

SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI

In una pungente lettera dell'aprile 2002 in questo modo si porgeva all'amico: "Sono un uomo intelligente, molto intelligente; sono un uomo colto, molto colto; sono un uomo tenace e duro, molto tenace e duro, fino alla 'violenza' e alla 'crudeltà'; conosco come pochi, secondo forse solo ad Andreotti, lo Stato e la 'macchina amministrativa'; sono uno dei pochi sopravvissuti della Prima Repubblica che conoscono l'Europa e il Mondo e si intendono di politica estera. Ma, ne sono ben consapevole, non conto politicamente ed economicamente nulla!".

 

marcello pera giorgia meloni

Per poi congedarsi definendosi "ipocondriaco farmacologicamente colto e gioioso" e suggerendo al suo interlocutore, in caso di fastidio, ansia o angoscia per aver ricevuto questo suo scritto, "dieci gocce di Lexotan o Noan".

 

Di tanto in tanto lo punzecchiava assecondando quello spiritello ludico che pure taceva parte del suo carattere; per cui metteva in guardia Berlusconi dai suoi stessi consiglieri, Gianni Letta lavora in proprio "e ha rotto le balle", Giuliano Ferrara è "scortese e maleducato" , per Tajani avendo coniato il nomignolo di "Barone di Ciociaria" .

 

CIAMPI SCALFARO COSSIGA E NAPOLITANO

Come pure si riservava il vezzo di chiamare i due presidenti delle Camere Casini e Pera "i Re Magi", il segretario generale del Quirinale Gifuni "il Flauto Magico"; ma a volte con una certa veemenza certamente cercava di aizzare il Cavaliere contro Carlo Azeglio Ciampi: "Egli Ti è 'nemico' e i 'suoi' Ti disprezzano: so quel che dico! In un momento grave, Tu puoi aspettarti dal Quirinale qualunque, dico qualunque iniziativa ostile: ed i momenti gravi, purtroppo, arriveranno!"

 

Ma soprattutto, missiva dopo missiva, Cossiga offriva consigli con tale insistenza da non rendere più tanto chiaro dove finisse il consiglio e iniziasse la richiesta, o la pretesa.

ciampi casini letizia berlinguer

Con motivazioni anche sensate e spesso incalzanti l'ex presidente della Repubblica proponeva i suoi candidati alla presidenza della Repubblica, ministri degli Esteri, Generali comandanti dell'Arma dei carabinieri, consiglieri della Corte dei Conti, presidenti della Lottomatica, fino al presidente del Consiglio del porto di Cagliari e a un qualche assessorato per due suoi amici, consiglieri e protetti, l'ex senatore Valentino Martelli e l'ex onorevole Paolo Naccarato, della cui carriera riteneva suo esplicito impegno d'onore farsi carico. Dal carteggio non si capisce come reagisse Berlusconi, forse prendeva tempo, forse lo accontentava, forse no.

 

piervirgilio d astoli pier ferdinando casini paolo naccarato foto di bacco

Per cui Cossiga si offendeva e si arrabbiava di brutto. Fra le varie carte si trova una lettera del febbraio 2008, per la verità priva di firma e di cui non saprei dire se effettivamente spedita, nella quale rompeva l'amicizia con il Cavaliere. "Egregio Signore", lo chiamava, dandogli del Lei: "Prima di scriverLe la presente, ho lasciato passare del tempo: si è trattato di prudenza, non certo di timore, perché Lei non può pensare che io, che combattevo il terrorismo mentre Lei faceva soldi (in che modo, pulito o sporco non mi interessa!)..."

dago e cossiga

 

Ancora: "Lei è un maleducato e un presuntuoso, che non ha capito che tra Lei e me c'è un abisso di intelligenza, di cultura, di moralità e di statura politica che il Suo denaro, sporco o pulito che sia, non potrà mai colmare. Forse ha temuto che io volessi insistere con Lei per qualche candidatura; e sciocco sono stato io a proporglieLe, non trattandosi di 'veline', di 'troiette' o di leccaculi da quattro soldi! Se nei prossimi mesi dovesse incontrarmi nei corridoi di qualche palazzo del potere, Lei è invitato di farsi da parte e di non salutarmi neanche, perché io sarei capace di trattarla in pubblico molto, ma molto male!".

 

barbara berlusconi

E declinando l'invito a far da testimone nelle nozze di Barbara Berlusconi, così si congedava, con significativi riferimenti alla lingua sarda: "Lei per me ora è soltanto un estranzu (estraneo, ndr); ancora un passo, e Lei diventerà per me un inimigu, e cioè un 'nemico': e Lei allora farebbe bene a non sentirsi sicuro in Sardegna! Una minaccia? Certamente sì! Con profonda disistima". Però poi successive lettere testimoniano che una qualche rappacificazione ci fu - a conferma che le amicizie complicate resistono anche alla prova degli archivi.

cossiga moroFRANCESCO COSSIGA HENRY KISSINGER giuliano amato francesco cossiga francesco cossiga assunta almirante foto ansa CIRIACO DE MITA E FRANCESCO COSSIGAcossiga donat cattinfrancesco cossiga aldo morogiulio andreotti francesco cossiga cossiga andreottiSERGIO MATTARELLA FRANCESCO COSSIGA cossigacossigacossiga berlinguer cossiga e craxiCossiga Reagancossiga e pertinicossiga siouxfrancesco cossiga nilde iotti francesco cossigaFrancesco Cossiga in via Caetani, davanti alla R4 con il cadavere di Aldo Mororenato rascel, francesco cossiga e aldo moro francesco cossiga 9gianfranco funari e francesco cossiga Cossiga e Fabiano Fabianibettino craxi francesco cossigacossigaMASTELLA COSSIGACOSSIGA E NAPOLITANO FRANCO COPPI E COSSIGA d'alema cossiga

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…