luca morisi matteo salvini

CHIAMATELO “POPULARISTA” - L’IDEATORE DELLA “BESTIA” LUCA MORISI DICHE CHE SALVINI RIPARTIRÀ DAL “TRT”: OVVERO TV, RETE E TERRITORIO E ASSICURA CHE IL CAPITONE RIMARRÀ SE STESSO, CIOÈ POPULARISTA (POPOLARE E POPULISTA) - MA IL LEADER DELLA LEGA SEMBRA STANCO E ANCHE SU FACEBOOK RIPETE SEMPRE I SOLITI CONCETTI. IN PIÙ, SE PASSA IL PROPORZIONALE, PUÒ DIRE ADDIO AI COLLEGI UNINOMINALI E QUINDI AI SOGNI DI GOVERNO…

 

 

1 – LA LEGA RIPARTE DA TV, RETE E TERRITORIO

luca morisi

Giovanni Lamberti per www.agi.it

 

Luca Morisi, uomo comunicazione della Lega, spiega che si ripartirà dal trittico 'Trt', ovvero tv rete e territorio. "Stiamo monitorando il web. Luigi Di Maio continua a perdere consensi da 13 giorni. C'è una frenata incredibile sui like per lui, Giuseppe Conte e in generale per i Cinque stelle".

 

La sfida che il partito di via Bellerio intende portare avanti è quella nelle piazze, "anche se - ironizza Matteo Salvini - qualcuno vorrebbe chiuderle. M5s e Pd sono maggioranza in Parlamento ma minoranza nel Paese". Ed è una battaglia che verrà portata avanti soprattutto se il governo toccherà Quota Cento e modificherà la legge elettorale. "Siamo pronti alla raccolta delle firme", afferma l'ex ministro dell'Interno.

matteo salvini bruno vespa

 

LA CRISI TRA DI MAIO E SALVINI BY OSHO

La convinzione è che sulla legge elettorale arriverà di sicuro la sponda di Forza Italia. Ecco il motivo per cui Salvini ha fatto un accenno al comportamento del partito azzurro durante il suo intervento nell'Aula di palazzo Madama: "Signor Presidente, con tutto l'affetto per tutte le stagioni, per tutte le poltrone e per tutte le maggioranze, forse farà la prossima con Forza Italia o non so con chi...".

 

berlusconi salvini meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

Un riferimento che al partito azzurro non è affatto piaciuto. Salvini ha poi ribadito che non ci sarà una riedizione dell'alleanza del '94. "Io punto ad allargare", ha sottolineato. Un allargamento che potrebbe arrivare anche nei gruppi, visto che si vocifera che due esponenti azzurri, Minuto e Caligiuri, stiano per passare con il Carroccio. Ad intervenire nell'emiciclo per Forza Italia è stata tutta l'ala che mira a puntellare il perimetro dell'asse con Lega e Fratelli d'Italia. Che rigetta - parole di Gasparri - voglie centriste. Ma dietro le quinte c'è un nucleo di azzurri che intende chiudere l'esperienza con Salvini. Lo sbocco per alcuni senatori potrebbe essere quello del gruppo Misto, per trattare poi su singoli provvedimenti.

 

LUCA MORISI

Ma le sirene potrebbero risuonare più forte con la legge elettorale di tipo proporzionale sul tavolo. "È chiaro - spiega un leghista - che chi aprirà al confronto per perorare l'inciucio all'infinito non potrà essere dei nostri in alcun modo". Sulle riforme Forza Italia andrà a vedere le carte rendendo di fatto più difficile il coordinamento in Parlamento delle forze d'opposizione, proposta lanciata dal Cavaliere e accolta da Salvini. La Lega punta a far saltare il banco della maggioranza, mette Conte nel mirino mentre Salvini in qualche modo ha risparmiato stoccate al leader del Movimento 5 Stelle: "Proposi Di Maio premier per togliere alibi a M5s", ha rivelato. "Abbiamo un piano, andremo alle elezioni nel prossimo aprile", osserva un dirigente.

 

luigi di maio matteo salvini

Ma in realtà l'unico progetto è quello di incunearsi nella maggioranza con leggi ed emendamenti che possano mettere in difficoltà i Cinque stelle. E al momento non è detto neanche che possa esserci un atteggiamento ostruzionistico nelle Commissioni. "Io - argomentava durante la fiducia Borghi - non blocco nessuno, anzi voglio che Pd e M5s vadano avanti e facciano emergere tutte le contraddizioni, a partire dalla legge di bilancio". Altra polemica della giornata quella tra Meloni e Berlusconi. "Vuole metterci alla porta? Un atteggiamento padronale", osserva il presidente di Fdi. "Mai manifestata una intenzione del genere", la replica del Cavaliere.

 

2 – SALVINI, IL POPULISTA 4.0 TEME IL SISTEMA DI VOTO "STUDIATO PER AFFOSSARLO"

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

luca morisi, matteo salvini e lo staff della lega festeggiano la vittoria alle europee

Luca Morisi, riconfermato stratega della comunciazione social, dice che si ripartirà dal «Trt», ovvero tv rete e territorio, assicura che Matteo Salvini rimarrà se stesso, «popularista», un neologismo crasi di popolare e populista. Del resto il passaggio dal governo all' opposizione non si nota molto, tranne il fatto che il «Capitano» della Lega sembra stanco, un po' sfiatato, deluso di non essere riuscito a trascinare tutti alle urne.

SALVINI E MORISI CON MITRAGLIETTA

 

LUCA MORISI

Ammette di essere stato «ingenuo» nel credere che «Conte-Monti, l' uomo che sussurra alla Merkel» (riferimento a quel video rubato a Davos della chiacchierata al bar con la Cancelliera, promettendo di contenere il suo ministro dell' Interno) non avrebbe fatto il premier con il Pd. Fidava nell' ostilità di Luigi Di Maio nei confronti di Matteo Renzi e di Renzi nei confronti di Di Maio. Ma è stato fregato e ora deve resistere dall' opposizione, tenere la Lega sopra il 30% di consensi e soprattutto continuare a vincere alle regionali, prima in Umbria, poi Emilia, Calabria, Toscana, Liguria.

 

CONTE SALVINI DI MAIO

Un' infilata di cerchi di fuoco che dovrà attraversare suo malgrado con il centrodestra di cui fa parte anche Forza Italia (forse oggi vede Silvio Berlusconi, tra l' altro). Ecco la coalizione che sopravvive obtorto collo alle regionali per via dell' elezione diretta del presidente e del maggioritario. Ma il problema di Savini, e anche di Giorgia Meloni, è quel proporzionale che i nuovi alleati giallo-rosa vogliono fare, togliendo quella quota maggioritaria rappresentata dai collegi uninominali.

 

SALVINI LUCA MORISI

Per il Pd significa smentire alla radice il suo atto fondativo, ma sull' altare dei nuovi giochi di potere è pronto ad abiurare il suo originario dna. Proporzionale però significa mettere i piedi di Salvini e Meloni, in continua crescita nei sondaggi, nelle sabbie mobili: niente coalizioni sovraniste, nessuna indicazione del premier prima del voto, todos caballeros in campagna elettorale, poi si arriva in Parlamento e ognuno decidere liberamente con chi ballare.

 

giovanni toti marco bucci edoardo rixi matteo salvini

Dunque il «popularista» Salvini, che rilancia utopisticamente l' elezione diretta del presidente della Repubblica e un sistema elettorale maggioritario («chi prende un voto in più governa»), vuole raccogliere le firme contro la legge proporzionale «inciucio» ma deve prepararsi a cambiare schema di gioco. Deve allargare il campo, non può fermarsi alle ambiguità di Berlusconi, magari sperare che Di Maio ad un certo punto scoppi e non ce la faccia più a rimanere alleato al Pd. Deve anche sperare che Giovanni Toti con il suo movimento «Cambiamo» cresca. Insomma in prospettiva ha bisogno che nel prossimo Parlamento, quando si tornerà votare, entrino più parlamentari possibili che abbiamo espresso prima del voto un premier e un governo. Più che altro si tratta di un' illusione perché il proporzionale azzera tutto, serve a smontare ogni sicurezza post voto e ad emarginare proprio Salvini.

matteo salvini giovanni toti

 

Intanto le truppe attorno a lui si organizzano o si riorganizzano. Toti sta provando a prosciugare Forza Italia partendo dal territorio. «La nostra idea è quella di partire dai consigli regionali e non dai gruppi parlamentari per non dare l' impressione di un' operazione di Palazzo», spiega il senatore Paolo Romani che ha già lasciato Forza Italia.

 

luca morisi

Le novità sono che forse già oggi in Lombardia 7 consiglieri regionali su i 14 eletti sotto le bandiere azzurre passeranno con Toti. Nel Lazio ieri ne sono passati 3 su 5. Nel Veneto presto salteranno sul nuovo soggetto del governatore ligure tutti e tre i consiglieri regionali di Fi. In Liguria già esiste da tempo il gruppo «Cambiamo». Novità in vista pure in Sicilia e Calabria. Toti vorrebbe presentare la sua lista elettorale anche alle prossime regionali in Umbria e non crede ai suoi occhi quando legge un sondaggio Swg che lo dà già al 2,3%.

Dentro Forza Italia non ci credono, gli fanno la guerra, non lo vogliono in coalizione, addirittura non intendono sostenere la ricandidatura di Toti alle regionali liguri del prossimo anno. Ma Salvini replica che non accetta esclusioni, ma anzi bisogna allargare .

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…