IL MAGNA MAGNA DEI MAGNONI - CHI DAVVERO E' RIMASTO COL CERINO IN MANO DOPO IL CRAC DELLA SOPAF SONO LE BANCHE FINANZIATRICI E GLI OBBLIGAZIONISTI, CHE HANNO VISTO ANDARE IN FUMO 180 MILIONI - ALTA FINANZA POSTALE: UN ANNO FA RUGGERO SPEDIVA 17 MILIONI A SE STESSO

1-PER BANCHE E OBBLIGAZIONISTI IN FUMO 180 MILIONI
Fabio Pavesi per "Il Sole 24 Ore"

Non ci sono solo le Casse di previdenza di ragionieri, medici e giornalisti tra i presunti truffati dalla Sopaf dei fratelli Magnoni, ex protagonisti eccellenti del mondo finanziario. Chi è rimasto davvero con il cerino in mano dal lungo e insistito dissesto della holding milanese sono le banche e i poveri obbligazionisti. Loro sì le perdite le hanno contate sull'unghia.

Con il crac quei 140 milioni di crediti bancari che stavano nel bilancio Sopaf del 2009 insieme a 46 milioni di obbligazioni sono svaniti. Bruciati. L'unica speranza è che l'inchiesta appuri la bancarotta fraudolenta e ci si possa rivalere sui beni dei Magnoni. Ma è un percorso lungo, difficile e tortuoso. Che Sopaf non fosse nata sotto i migliori auspici lo dice la storia degli ultimi 5 anni.

Una parabola discendente che lascia sorpresi. La lunga e autorevole esperienza della famiglia nel mondo finanziario e la tela fitta di relazioni tutto facevano supporre fuorchè una fine tanto ingloriosa. La spiegazione oggi sembrano darla i magistrati: dietro alla caduta della finanziaria milanese c'è in realtà un raggiro continuo da parte della stessa famiglia che usava "Sopaf come un bancomat".

L'accusa andrà provata ovviamente, ma la richiesta di arresto è densa di movimenti anomali di denaro che fuoriuscivano dalle casse della società quotata per finire nelle società collegate o controllate dai Magnoni, in Italia e nei paradisi fiscali. Ed è raro vedere una società perdere anno su anno tutto ciò su cui ha investito. Era come se comprata un'attività da Sopaf questa finisse irrimediabilmente per trasformarsi in un buco nero. Tra il 2008 e il 2011 è una girandola di acquisti.

Sopaf entra in una ventina di società spendendo 140 milioni. Si va da Banca Network (fallita in poco tempo con un buco di oltre 100 milioni) a fondi d'investimento cinesi, a holding immobiliari a fondi di private equity. È un iper-attivismo che fa subito acqua da tutte le parti. In poco più di 24 mesi quelle attività tanto lucrose sulla carta perdono valore per oltre 100 milioni. Quasi dei Re Mida al contrario. Tutto quello che i Magnoni comprano si deteriora quasi subito.

Pare una serie sfortunata di investimenti sbagliati. Già nel 2010 i revisori vista la caduta degli asset pongono il problema della continuità aziendale, cioè in parole povere se la Sopaf è ancora in gradi di camminare sulle proprie gambe. E siamo a quattro anni fa. Due anni dopo ecco arrivare la richiesta di fallimento presentata da UniCredit, la capofila dei creditori bancari. Che sanno benissimo che più la società vede andare in fumo il suo attivo di bilancio, più i loro crediti non verranno ripagati. Prendono precauzioni che si riveleranno inutili.

Già all'assemblea di bilancio del 2010 tutte le azioni di Sopaf in mano a Ruggero e Giorgio Magnoni sono in pegno alle banche. Ruggero Magnoni ha 25 milioni di azioni Sopaf. Sono tutte in pegno a Monte dei Paschi di Siena. AcquaBlu la società di famiglia che ha il 30% del capitale di Sopaf ha dovuto mettere a pegno 120 milioni di azioni Sopaf a Banca Intesa e UniCredit.

Già quattro anni fa, un tempo geologico rispetto agli arresti dei giorni scorsi la quota Sopaf dei Magnoni era di fatto in garanzia agli istituti di credito. Non solo la stessa AcquaBlu, la scatola di controllo dei Magnoni in Sopaf era a sua volta in liquidazione. La holding di famiglia ha cominciato fin dal 2009 a cumulare perdite. Oltre un milione quell'anno e altri 3 milioni nel 2010.

Nel 2011 il collasso per Acqua Blu con perdite salite a 25 milioni di cui ben 20 milioni legati alla svalutazione della stessa Sopaf. Insomma una situazione drammatica ma grottesca. Una famiglia blasonata con uno dei fratelli (Ruggero) ex capo di Lehman e Nomura in Italia, ex artefice della scalata Telecom, socio tuttora della Intek di Vincenzo Manes, che ha tutte le sue società in fortissima perdita.

Dov'è finito il genio finanziario, il tocco magico? Perso per strada e guarda caso proprio sugli affari di famiglia? Stando alla ricostruzione della Procura quel dissesto generalizzato (AcquaBlu, Sopaf, Banca Network, il fondo China Opportunity solo per citare le principali attività in collasso cronico) era voluto. In realtà, sempre secondo la Procura i soldi uscivano da Sopaf a favore di società esterovestite dei Magnoni. Dissesto e bancarotta provocata, altro che sfortuna.

Ovvio che in queste condizioni i Magnoni si guardavano bene dal ricapitalizzare la società. Promessa mai mantenuta e all'origine della richiesta di fallimento avanzata da UniCredit. Sorte amara anche per gli ignari obbligazionisti. Quegli oltre 45 milioni di bond quotati a Milano non potevano essere rimborsati. E voilà ecco il colpo di genio dei Magnoni. Così come chiedono un rinvio dei rimborsi alle banche (che alla fine capito il giochetto dei Magnoni rifiutano); chiedono agli obbligazionisti un rinvio del bond.

Nuovo bond emesso nel settembre del 2011, con cedola alzata al 9% e rimborso non nel 2012 ma nel 2015. Sembra allettante, ma è un trucco per prendere tempo. La Consob darà il via libera all'emissione nell'autunno del 2011 quando tutti sanno solo leggendo i bilanci che la situazione è pre-agonica. Nulla da fare: i bondisti non possono far altro che aderire al rinvio.

Molti di loro che non hanno letto il prospetto da 200 pagine (denso di annotazioni di rischio) aderiscono inconsapevoli. E ora hanno perso tutto, così come gli azionisti Sopaf che hanno visto bruciare l'intero capitale.

Peccato che nel maggio 2013 Ruggero Magnoni (che evidentemente insieme ai fratelli non vuole mettere più un quattrino in Sopaf) si spedisca in Lussemburgo da un normale ufficio postale di Roma e con posta ordinaria, certificati obbligazionari a suo nome per 17 milioni. I soldi nelle tasche dei Magnoni evidentemente non mancavano. Ma metterli in Sopaf per salvarla era l'ultimo dei loro pensieri.

2-RUGGERO MAGNONI E LA LETTERA DA 17 MILIONI
Fa.P. per il "Sole 24 Ore"

Mentre la nave Sopaf era affondata da un pezzo, Ruggero Magnoni, l'ex banchiere Lehman e il più illustre dei tre fratelli, manteneva il suo consueto aplomb. Eccolo mandare a metà maggio del 2013 una giovane avvocatessa presso un ufficio postale di Roma per spedire (via posta ordinaria) 20 certificati obbligazionari del valore di 17 milioni di euro. A chi? A se stesso o meglio alla sua holding lussemburghese Likipi.

L'episodio surreale è narrato dal Pm di Milano Gaetano Ruta nella lunga richiesta di custodia cautelare nei confronti di 7 persone tra cui i 4 componenti della famiglia che possedeva Sopaf. I titoli subito sequestrati furono poi dissequestrati dal Riesame perchè all'epoca mancavano prove di connessione con la bancarotta.

Un episodio, uno solo tra i tanti di distrazione di fondi che la Procura attribuisce ai Magnoni, complici per il Pm del naufragio della Sopaf. Che viene da troppo lontano per non destare sospetti. Possibile che in soli 4 anni quasi ogni attività comprata da Sopaf sia finita a gambe all'aria, tanto da bruciare oltre 130 milioni di valore delle sole partecipazioni? Il tutto senza mai mettere un quattrino, negli anni della caduta a picco, da parte della famiglia. E lasciando con il cerino in mano le banche e gli obbligazionisti. Vatti a fidare di certi blasonati banchieri.

 

 

ruggero magnoni Ruggero MagnoniGiorgio Magnoni e Roberto Colaninnovincenzo-manesUNICREDITUFFICIO POSTALE AMERICANO

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO