maria elena boschi

MARIA ELENA, DA MADRE COSTITUENTE A STELLA CADENTE: ''SONO SFINITA, UNA SCONFITTA COSÌ NON ME L'ASPETTAVO''. ECLISSATA NELLA NOTTE DEL REFERENDUM, RIAPPARE IERI PER IL CONSIGLIO DEI MINISTRI, MA NON METTE LA FACCIA SULLA SCONFITTA - SCRIVE SU FACEBOOK: ''DECIDEREMO INSIEME COME RIPARTIRE''

1. BOSCHI E IL LUNGO GIORNO DOPO “SONO SFINITA, NON ME L’ASPETTAVO”

Carmelo Lopapa per la Repubblica

 

maria elena boschi dopo il referendum maria elena boschi dopo il referendum

«Sono sfinita, provata. Io adesso voglio solo capire. Riflettere e capire cosa sia successo, perché così non si può, non era nell’ordine delle cose». Eccola la grande sconfitta della battaglia campale del 4 dicembre, la ministra Maria Elena Boschi è il volto della riforma costituzionale travolta dai No. Si può far presto a tramontare, da madre costituente a stella cadente della costellazione renziana. Ma nei colloqui privati dell’avvocatessa aretina riemerge nello sconforto l’orgoglio di sempre: «Non lasceremo mai il partito a chi vuole dividere e distruggere il Pd».

 

maria elena boschi (5)maria elena boschi (5)

Chiusa nel suo suo ufficio al ministero delle Riforme e delle Pari opportunità in Largo Chigi. Solo due puntate alla Presidenza, dall’altra parte della strada, alle dieci del mattino con l’altro ministro renziano Graziano Delrio, poi nel pomeriggio per il Consiglio dei ministri delle (per ora) annunciate dimissioni del premier. Il viso è appena provato dalle quattro ore di difficile sonno della notte precedente.

 

Notte nella quale Maria Elena si è semplicemente eclissata. Matteo Renzi - noteranno in tanti - non la cita tra i ringraziamenti nella conferenza stampa dell’addio al governo. Lei non si fa vedere, non una dichiarazione pubblica, non un’intervista televisiva dopo l’overdose della campagna referendaria. Si limiterà, di primo mattino, a un post su Facebook.

 

maria elena boschi (4)maria elena boschi (4)

«Peccato. Avevamo immaginato un altro risveglio: istituzioni più semplici in Italia, paese più forte in Europa. Non è andata così. Adesso al lavoro per servire le istituzioni. Mettiamo al sicuro questo questa legge di bilancio», si limita a scrivere. Lo posta dal ministero, dove circondata dai pochissimi collaboratori di sempre, trascorre la mattinata firmando atti e rispondendo alle telefonate dei parlamentari amici. A tutti lascia la sensazione spiazzante di una donna travolta da un evento funesto e inatteso. Le uniche foto la immortalano in abito grigio sotto un cappotto nero, appena uscita dal dicastero per salire in auto.

 

boschi al san carlo6boschi al san carlo6

Con i deputati e poi con i colleghi al termine del Consiglio dei ministri lampo il commento è lo stesso: «La sconfitta ci poteva stare, ci siamo messi in gioco, ma con queste proporzioni no, il 40 a 60 non me l’aspettavo, non era nell’ordine delle cose». Provata, cauta, riflessiva, rispetto all’altra colonna del “giglio magico”, l’arrembante Luca Lotti che sogna già di ripartire dal 40 per cento.

 

boschi al san carlo4boschi al san carlo4

Alla ministra è chiaro che dentro la sconfitta non c’è solo la “sua” riforma. «Hanno bocciato il governo, ma gli italiani ci giudicheranno su quel che di buono abbiamo fatto». La sconfitta per lei è più cocente che per gli altri. Unica della cerchia renziana ad aver subito l’onta della vittoria del No perfino nel suo paese, Laterina, in una delle uniche tre regioni in cui il Sì l’ha spuntata.

 

A Rignano Renzi strappa il 58,4, a Montelupo Fiorentino Lotti il 56,7. Di un soffio, 23 voti, ma a Laterina il No vince col 50,6. Smacco nel day after già nero, laddove tutti la conoscono e chiamano ancora “Mary”, dove non è mai diventata la “Meb” dei compagni pd e dei colleghi ministri. L’icona del governo che adesso vorrebbe «solo capire».

 

 

2. MARIA ELENA BOSCHI: "RIPARTIREMO" - LA MADRINA DELLA RIFORMA SCONFITTA ANCHE A CASA SUA

Francesca Schianchi per la Stampa

MARIA ELENA BOSCHI E IL REFERENDUMMARIA ELENA BOSCHI E IL REFERENDUM

 

«Ce l' abbiamo messa tutta. Abbiamo fatto il massimo, ma è andata così. Grazie a tutti per il lavoro che abbiamo fatto insieme». Alle 8 del mattino più pesante della sua carriera politica, la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi è al ministero. L' abito grigio come l' umore, il sorriso teso, saluta i collaboratori che hanno lavorato con lei alla riforma.

E' stata una notte difficile.

 

Gli ultimi sondaggi riservati arrivati sul suo tavolo, nei giorni scorsi, parlavano di una sconfitta col 45-46 per cento. Ma l' affluenza oltre il 65 per cento ha cambiato le carte in tavola.

 

BOSCHI CONTESTATA FESTA UNITA' BOLOGNABOSCHI CONTESTATA FESTA UNITA' BOLOGNA

Domenica notte, mentre Renzi annunciando le dimissioni evita di ringraziarla dopo che proprio lei ha dato il nome alla legge, al quartier generale del Pd la ministra aspetta i risultati definitivi in compagnia dei vicesegretari, del ministro Franceschini, di qualche deputato. Assiste in un silenzio teso rotto solo da laconici commenti consolatori alle proporzioni della débâcle, la delusione è tanta, c' è anche un po' di commozione: persino la sua Laterina, il comune in provincia di Arezzo in cui è cresciuta, è andato al No, anche se per una manciata di voti.

 

E' il volto della riforma, la madrina che per anni ci ha lavorato in Parlamento. Prima astro nascente del governo, poi la vicenda Banca Etruria fa precipitare il suo indice di gradimento.

 

Lei sparisce dalle tv, ma non dagli incontri sul territorio: chiusi i voti nel Palazzo, comincia a girare come una trottola per promuovere il «suo» nuovo Senato, migliaia di chilometri per l' Italia e fino giù in Sudamerica.

maria elena boschi referendum costituzionalemaria elena boschi referendum costituzionale

Nella notte del voto non commenta, ma è un silenzio pesante. Arrivata al ministero, ieri, butta giù qualche riga da scrivere su Facebook. Il commento che tutti le chiedono, e che lei evita di rilasciare alle telecamere quando scende per andare brevemente a Palazzo Chigi.

 

«Peccato. Avevamo immaginato un altro risveglio: istituzioni più semplici in Italia, Paese più forte in Europa. Non è andata così. Ha vinto il no, punto», ammette la sconfitta. «Adesso al lavoro per servire le istituzioni. Mettiamo al sicuro questa legge di bilancio. Poi pubblicheremo il rendiconto delle tante cose fatte da questo governo. A tutti i comitati, a tutti gli amici e le amiche che ci hanno dato una mano, grazie.

BOSCHI LOTTIBOSCHI LOTTI

 

Decideremo insieme come ripartire, smaltita la delusione». Come ripartirà è la domanda che tutti si fanno. Mesi fa, quando ancora pensavano servisse personalizzare, si era unita a Renzi ad annunciare l' abbandono della politica in caso di sconfitta. Poi però non ne ha più parlato.

Nel tardo pomeriggio partecipa al Consiglio dei ministri.

L' ultimo, della ministra più in vista del governo.

 

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”