CHE MODI SONO, MATTEUCCIO? - L’ITALIA RIBALTA LA STRATEGIA SUI MARÒ: NIENTE ARBITRATI E GUERRE GIUDIZIARIE, PUNTA TUTTO SULL’ACCORDO POLITICO. E ORA SIAMO NELLE MANI DELLA BENEVOLENZA INDIANA DI MODI

Danilo Taino per il “Corriere della Sera

 

I due marò italiani in IndiaI due marò italiani in India

Nella lunga vicenda dei due marò, siamo tornati alla casella di partenza, al febbraio 2012: tutto è nelle mani della benevolenza dell’India politica e giudiziaria. Si può sperare che questa volta vada meglio: il governo indiano in carica, guidato da Narendra Modi, è più disposto di quello di allora a trovare una soluzione condivisa. Il dato di fatto, però, è che a dare le carte continua a essere solo Delhi: la strategia per strapparle l’iniziativa, o almeno per condividerla, era stata impostata da Emma Bonino quando era ministro degli Esteri del governo Letta ed era stata portata avanti da Federica Mogherini, prima di trasferirsi a Bruxelles, e dal ministro della Difesa Roberta Pinotti.

 

I DUE MARO GIRONE E LATORRE I DUE MARO GIRONE E LATORRE

Fino a poco più di tre mesi fa: poi, la questione è stata presa in mano dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, la strategia è stata abbandonata e tutto è stato riportato su un piano esclusivamente politico tra i governi dei due Paesi; un rapporto nel quale l’India è in posizione di forza e detta modi e tempi. Con risultati pessimi per Salvatore Girone, per Massimiliano Latorre e per la reputazione internazionale dell’Italia, come si è visto nei giorni scorsi.

 

Ora si può fare il punto su ciò che sta avvenendo in questi giorni. Anche perché la vicenda ha assunto una valenza sempre più rilevante nella politica italiana dopo che Matteo Renzi ha criticato gli «inutili show» di alcuni «ministri dei governi precedenti», riferendosi all’ex titolare degli Esteri Giulio Terzi e forse a Emma Bonino; e ha detto che il governo di Delhi «nelle ultime ore ha aperto un canale di confronto diretto», con ciò di fatto smentendo i suoi ministri Pinotti e Paolo Gentiloni (Esteri) che avevano mostrato forte irritazione con l’India.

NARENDRA MODI FA YOGANARENDRA MODI FA YOGA

 

Fin dall’estate, sul tavolo delle autorità indiane c’è una proposta di Roma per arrivare a una soluzione condivisa. Al tempo, aveva una sua logica e rispondeva a una strategia: ingaggiare in un confronto politico il nuovo governo di Delhi e in parallelo preparare il ricorso all’arbitrato internazionale. Due iniziative che si rafforzavano a vicenda: l’arbitrato avrebbe fatto pressione sull’India affinché accettasse un compromesso e la proposta di accordo bilaterale sarebbe stata, se respinta, un’argomentazione in più per ricorrere all’arbitrato. Questa costruzione è stata inspiegabilmente abbandonata.

 

La decisione di azzerarla è avvenuta in contemporanea alla scelta di Renzi di prendere direttamente in carico la questione. Il che ha significato mettere ai margini i ministeri degli Esteri e della Difesa, fino ad allora alla guida del caso, e puntare tutto sulla ricerca di un rapporto diretto con Modi, in particolare con Ajit Doval, consigliere per la Sicurezza nazionale, una delle superspie più famose d’Asia.

 

E ha comportato il congelamento del team giuridico di avvocati internazionali, guidato dall’inglese Sir Daniel Bethlehem, che nei mesi precedenti aveva preparato la soluzione italiana per arrivare a un compromesso con l’India o all’arbitrato internazionale unilaterale. A quel punto, la gestione del caso si è trasformata nell’esclusiva ricerca di una disponibilità della parte indiana a risolverlo.

RENZI PINOTTIRENZI PINOTTI

 

Il 16 dicembre scorso, è arrivato il risultato della svolta impressa da Renzi. Gli avvocati dell’Italia hanno presentato due mozioni alla Corte Suprema di Delhi con le quali chiedevano un prolungamento della licenza di Latorre e un permesso natalizio di tre mesi per Girone. Evidentemente incoraggiati dai colloqui con Doval. In realtà, l’avvocato dello Stato indiano si opponeva alle mozioni. E il presidente della Corte Suprema si mostrava irritatissimo dalla mossa italiana, letta come il tentativo di parte politica di imporre una soluzione violando l’autonomia della Corte: consigliava agli avvocati italiani di non presentare nemmeno le mozioni; consiglio umiliante ma perentorio.

 

Tradotto: il governo Modi – come ha poi ribadito pubblicamente – vorrebbe «una soluzione diplomatica condivisa» con Roma ma deve rispettare l’indipendenza della sua magistratura, la quale lo ha fatto sapere con chiarezza. Un Paese europeo che non consideri l’India pienamente uno Stato di diritto è destinato a sollevarne gli automatici riflessi anticolonialisti.

 

renzi mogherini gelatorenzi mogherini gelato

Alla fine, insomma, il nodo mai sciolto della vicenda è venuto al pettine: la confusione tra aspetto diplomatico del caso e aspetto giudiziario. Il nuovo pasticcio creato con la svolta degli ultimi mesi ha fatto tornare alla casella di partenza questo triste gioco dell’oca. Perché ora, tra l’altro, l’Italia si sta alienando la possibilità di dare inizio a un arbitrato internazionale unilaterale, impossibile da chiedere se con il governo di Delhi ci sono ancora aperte trattative, come hanno confermato gli indiani e lo stesso Renzi due giorni fa.

 

Solo quando una trattativa è, dopo più tentativi, fallita, il ricorso all’arbitrato unilaterale ha chance di successo, no n prima: quella era la strategia portata avanti fino ad alcuni mesi fa e poi abbandonata dal governo di Roma. Ora, resta solo la possibilità che Narendra Modi accetti un accordo, magari per un arbitrato su dove tenere (in Italia o in un Paese terzo) il processo a Girone e Latorre. Siamo in attesa della bontà sua.

@danilotaino

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…