ursula von der leyen donald trump emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni

EUROPA IN GINOCCHIO: PIU' TRUMP LA BULLIZZA (“SIAMO STATI DERUBATI PER DECENNI DA AMICI E NEMICI, ALLO STESSO MODO”), PIU' I LEADER DI BRUXELLES NON TROVANO L'UNITA' PER SFANCULARE IL TRUFFATORE DELLA CASA BIANCA - PRESI IN CONTROPIEDE DALLA LETTERA MINATORIA, MENTRE E' ANCORA IN CORSO IL NEGOZIATO USA-EU, SULLA RISPOSTA AL "DAZISTA", IL CAOS REGNA SOVRANO: LA LINEA DURA DI MACRON E SANCHEZ SI SCONTRA CON QUELLA  MOSCIA DI MERZ, SOSTENUTA DALLA "DIALOGANTE" MELONI. IN MEZZO C'E' URSULA CHE PRENDE ANCORA TEMPO E INVOCA A “RESTARE CALMI” - CALMI UN CAZZO: C’È UNA GUERRA COMMERCIALE IN CORSO CON UN FIJO DE 'NA MIGNOTTA A STELLE E STRISCE CHE MINACCIA: "SE REAGITE, E' PEGGIO PER VOI..."

donald trump e ursula von der leyen dopo il bilaterale al g7 in canada

Trump, Usa derubati per decenni da amici e nemici

(ANSA) - Donald Trump insiste su Truth sulla tesi che il mondo si e' approfittato degli Usa per troppo tempo. "Gli Stati Uniti d'America - scrive - sono stati derubati nel commercio (e nell'esercito!), da amici e nemici, allo stesso modo, per decenni. Questo è costato migliaia di migliaia di dollari, e la situazione non è più sostenibile - e non lo è mai stata!

 

I paesi dovrebbero fermarsi e dire: 'Grazie per i tanti anni di libertà, ma sappiamo che ora voi dovete fare ciò che è giusto per l'America'. Dovremmo rispondere dicendo: 'Grazie per aver compreso la situazione in cui ci troviamo. Molto apprezzato!".

 

UE, 'DAZI COLPISCONO 70% EXPORT MA POTREBBE PASSARE AL 97%

LETTERA DI DONALD TRUMP A URSULA VON DER LEYEN CHE ANNUNCIA DAZI AL 30% ALL UE

(ANSA) - "I dazi colpiscono il 70% delle esportazioni dell'Ue verso gli Stati Uniti, pari a 380 miliardi di euro. L'amministrazione Usa sta però conducendo delle indagini, in particolare in relazione alla Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, che riguarda prodotti dell'aviazione, farmaceutici, minerali critici, legname, rame e altri beni.

 

Se l'amministrazione Trump decidesse di imporre dazi anche su questi prodotti, la quota delle esportazioni colpite salirebbe al 97%." Lo ha dichiarato Leopoldo Rubinacci, vicedirettore della Direzione Generale per il Commercio della Commissione Ue, intervenendo alla commissione Commercio de Pe.

 

Ue, 'restare calmi, due settimane per trattare sono molte'

(ANSA) -  "La priorità ora è restare calmi, uniti e lavorare nell'interesse dell'Unione Europea. Ovviamente dobbiamo essere pronti a qualsiasi eventualità, ed è per questo che dobbiamo proseguire i lavori sulle contromisure.

 

friedrich merz ursula von der leyen

Tuttavia, è importante sottolineare che ogni eventuale misura di ritorsione deve essere uno strumento finalizzato a un obiettivo preciso, e non un fine a sé stessa. Non possiamo dimenticare che i dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentano un onere per l'economia".

 

Lo ha dichiarato Leopoldo Rubinacci, vicedirettore della Direzione Generale per il Commercio della Commissione europea, intervenendo presso la commissione Commercio dell'Eurocamera. "Abbiamo pianificato delle contromisure e, quando sarà il momento di agire, la Commissione sarà pronta. Siamo aperti anche a valutare misure che vadano oltre le sole merci.

 

guerra commerciale tra usa e ue

Nel frattempo proseguono i contatti con l'amministrazione americana. Finora abbiamo compiuto significativi progressi nel negoziato, e ci resta ancora un po' di tempo: due settimane, che, vista la situazione attuale con gli Stati Uniti, rappresentano un periodo significativo", ha concluso Rubinacci

 

VON DER LEYEN: «FERMI TUTTI». TRUMP CI ATTACCA MA LEI RINVIA I CONTRODAZI

Estratto dell’articolo di Francesca De Benedetti per “Domani”

 

Qualsiasi contromossa europea ai dazi trumpiani è di fatto congelata, formalmente fino al 1 agosto. Questo piano era già stato ricostruito, ma adesso è la stessa Ursula von der Leyen a ufficializzarlo: la Commissione europea non ha alcuna intenzione di reagire all’attacco via lettera di Donald Trump, che sabato ha annunciato dazi al trenta per cento da agosto, e anzi ha intenzione di seppellire ancor più a fondo i timidi tentativi di risposta europea già in calendario.

 

STRETTA DI MANO TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP - FUNERALE DI PAPA FRANCESCO

L’Unione europea si fa dettare da Washington il calendario – prima era il 9 luglio, adesso è il 1 agosto – e persevera nell’invocare negoziati, dichiarando il «fermi tutti» agli europei; ciò mentre gli Stati Uniti li sbatacchiano già da mesi e mesi coi dazi.

 

[…]

 

Sono almeno due le possibili leve che Bruxelles potrebbe azionare, e altrettanto due sono gli obiettivi per i quali azionarle. Tra le leve si annoverano le contromisure, ovvero i controdazi, e quello che sin da sùbito è stato definito come il bazooka in mano all’Ue, ovvero lo strumento anti coercizione.

 

Gli obiettivi possono essere o quello conclamato di reagire agli abusi di Trump (i suoi dazi sono anche tecnicamente abusivi, poiché illegali nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio), oppure quello di indirizzare i negoziati stessi: anche se l’obiettivo finale rimanesse quello di un accordo, ciò non escluderebbe l’utilizzo di leve, ma semmai il contrario.

 

DONALD TRUMP LANCIA UN CAPPELLINO AL PUBBLICO DELLA CASA BIANCA DURANTE IL LIBERATION DAY

Ursula von der Leyen si dice persuasa che un accordo sia ancora possibile, il che significa interpretare la lettera di Trump nel quadro di un negoziato, non fuori: dunque perché l’Ue non potrebbe a sua volta usare leve negoziali?

 

Veniamo alle decisioni assunte. Prima ancora del Liberation Day di aprile, con il quale Trump ha sottoposto l’Ue a dazi generalizzati al 10 per cento, Washington aveva già colpito gli europei con tasse su alluminio, acciaio e derivati, auto. E Bruxelles aveva predisposto una lista di contromisure, ridotta (21 miliardi) e annacquata (niente whisky e altro), proprio come risposta a quelle prime tasse, che sussistono tuttora: attualmente su acciaio e alluminio paghiamo il 50 per cento.

 

meloni trump g7 canada

La lista […] era stata siglata soltanto dopo il cosiddetto Liberation Day (giorno dei dazi globali trumpiani, il 2 aprile), per poi essere congelata a seguire. Dunque già ad aprile si era visto lo schema che von der Leyen sta replicando ora: lascia che Trump annunci un ulteriore aggravio, corredato di minacce per chi osasse reagire, dopodiché dispone lo stop delle contromisure.

 

In questo caso lo schema è simile, ma più smaccato: la sospensione disposta in primavera scadrebbe questo lunedì a mezzanotte. Ma venerdì, cioè già prima della lettera di Trump sui dazi al 30, il portavoce al Commercio della Commissione […] aveva segnalato la disponibilità a prorogare lo stop alle misure.

 

GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI

Il giorno dopo, ovvero nel sabato della lettera, la presidente della Commissione aveva utilizzato come pro forma il riferimento a eventuali contromisure, ma sottintendendo il piano di non utilizzarne almeno finché il tavolo negoziale con Trump le risulta aperto.

 

Questa domenica la proroga del congelamento delle contromisure è stata ufficializzata esplicitamente anche nelle parole della presidente, che ai cronisti ha risposto così: «Gli Stati Uniti ci hanno spedito una lettera con misure che entrerebbero in vigore a meno che ci sia una soluzione negoziale».

 

[…]

 

friedrich merz ursula von der leyen

L’idea che un accordo porti Trump a fare retromarcia sui livelli da lui annunciati nel weekend è solo una speranza, al momento. Con questo presupposto roseo, Von der Leyen continua dicendo che «perciò estenderemo la sospensione delle contromisure fino a inizio agosto» (il 30 per cento della lettera di Trump diventa effettivo il primo del mese).

 

[…]

 

Anche lo strumento anti coercizione – una leva della quale l’Ue è dotata, avendo un quadro regolamentare volto proprio a proteggerla dagli abusi, attraverso strumenti come restrizioni all’accesso al mercato comune per il paese terzo offensore – resta nel congelatore: da bazooka che era, von der Leyen l’ha trasformato ormai in vecchio arnese arrugginito in cantina.

 

L’apice della strategia remissiva brussellese coincide anche con il momento di massima evidenza del suo fallimento. Von der Leyen […] ascolta soprattutto Berlino, che predilige quella stessa strategia, proprio come Meloni, che si è affrettata a dire di non reagire ai dazi trumpiani, sin dall’inizio, e anche dopo la lettera. […]

 

emmanuel macron discorso alle forze armate

Emmanuel Macron, come Pedro Sánchez, invita a dare almeno un’apparenza di reattività, ma la presidente ascolta anzitutto la voce di Friedrich Merz. Che ieri ha rivendicato il suo ruolo di regista dietro le quinte: «Ho avuto colloqui intensi con Macron, von der Leyen e venerdì (quindi poco prima della lettera, ndr) con Trump. Vogliamo usare le prossime due settimane e mezzo per risolvere la situazione». Disarmati, tuttavia.

DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK supporter di trump alla casa bianca gioiscono per i dazi URSULA VON DER LEYEN - FRIEDRICH MERZFOTO DI GRUPPO AL G7 DI KAnanaskis IN CANADAdonald trump dopo aver annunciato i dazi reciproci ursula von der leyen e donald trump a davos nel 2020

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…