MONTI ALLA LARGA DA(I) CASINI FLIRTA COL BANANA - A PIERFURBY NON RIESCE IL GIOCHETTO DI ACCREDITARSI COME IL PARTITO DEL BOCCONIANO METTENDO PASSERA E QUATTRO “PASSEROTTE” TECNICHE SUL PALCO E SI BECCA LA CAZZIATA DEL PREMIER - SE BIS DOVRA’ ESSERE, SARA’ (ANCHE) CON BERLUSCONI, CHE SOSTIENE LA RICANDIDATURA DI RIGOR MONTIS MA “SONDA” ALTERNATIVE - SE PERDE NELLA “SUA” SICILIA ALFANO SALTA…

Salvatore Merlo per "il Foglio"

Domenica scorsa a Cernobbio, nel corso di un incontro a porte chiuse del Forum Ambrosetti, chiacchierando con alcuni amici, tra cui un dirigente del Pdl, Mario Monti ha manifestato un po' di fastidio nei confronti di quei suoi ministri che il giorno precedente avevano sfilato, chi in prima fila, chi sul palco, al congresso dell'Udc a Chianciano: Corrado Passera, Andrea Riccardi, Filippo Patroni Griffi, Lorenzo Ornaghi, Michel Martone. "Demi-monde".

Il presidente del Consiglio non solo respinge, nelle dichiarazioni pubbliche, l'idea di una sua candidatura (è pur sempre una riserva della presidenza della Repubblica); ma ritiene pure - e lo ha spiegato ai suoi interlocutori - che l'attivismo politico di alcuni membri del governo danneggi l'esecutivo tecnico addensando una pericolosa nebbia su quei possibili orizzonti ai quali lavora intensamente il Quirinale.

Lo ha scritto anche Stefano Folli, ieri sul Sole 24 ore: "Monti non vuole apparire troppo vicino al partito casiniano, quasi fosse interessato alle manovre che si sviluppano da quelle parti", manovre grancoalizioniste, da governissimo. Manovre che - il professore sa bene - non funzionano se portano impressa la sigla di una parte politica. In altre parole: "Se Monti si candidasse con una formazione politica diventerebbe uomo di parte, di fatto significherebbe dire che non ci sarà alcuna grande coalizione nel 2013.

Altro sarebbe se tutti i partiti, prima del voto, lo sostenessero", dice Ferdinando Adornato, che appartiene all'Udc ma che pure così dicendo spiega indirettamente la ragione per la quale il professor Monti, domenica a Cernobbio, dopo aver visto Passera sul palco di Chianciano, ha poi voluto punzecchiare Pier Ferdinando Casini ricordando non senza malizia che fu proprio il capo dell'Udc nel 2004 a impedire la sua riconferma a commissario europeo.

"La verità è che Casini non ha fatto un buon servizio al premier", dice Fabrizio Cicchitto, e il capogruppo del Pdl alla Camera lascia intendere che dalle parti di Silvio Berlusconi, laddove le inclinazioni non sono mai del tutto chiare né davvero definitive, si pensa che i tempi non siano ancora maturi per comunicare agli elettori un'idea che pure circola nel Pdl (oltre che nell'Udc), malgrado sia occultata alle orecchie antimontiane degli ex di An: riproporre Monti alla presidenza del Consiglio.

"Se si vuole fare la grande coalizione va detto prima di andare a votare. Altrimenti è un imbroglio farla dopo. Ci vuole coraggio, pulizia politica. Niente truffe", dice per esempio Daniela Santanchè alla quale, pure, il professore non piace così come non piace nemmeno a un elettore su tre del Pdl. Difatti se il Cavaliere non si è sbilanciato - non ancora - e se ha preferito temporeggiare in Kenya (strategia del silenzio, l'ha definita ieri Vittorio Feltri) è anche in ragione dei sondaggi che gli porta Alessandra Ghisleri e della confusione che agita le file di un Pdl destinato comunque vada a essere profondamente rimaneggiato dal suo fondatore.

Il Cavaliere aspetta il test elettorale in Sicilia, e osserva con interesse le travagliate primarie del Pd (Renzi indebolirà Bersani? E quanto?). Berlusconi è alla ricerca di una soluzione e di un candidato, sarà lui stesso, a meno che "non gli riesca la mossa del cavallo" come pensa Franco Frattini. E l'ex ministro degli Esteri non dice nulla di più, ma si intuisce quale possa essere "la mossa": Monti, o un montiano estraneo alle logiche di partito.

Un meccanismo che, pur nell'indeterminatezza con la quale si muove il Palazzo in queste ore, dovrebbe scattare dopo dicembre, dopo la legge di bilancio, tra gennaio e febbraio, a ridosso dello scioglimento (anticipato?) delle Camere. Negli ultimi mesi nel Pdl hanno osservato, e corteggiato, anche Emma Marcegaglia, prima che l'ex presidente di Confindustria si bruciasse ai loro occhi aderendo di fatto a quel centro neo democristiano che Casini ha battezzato "Italia" suscitando un misto di ironia e fastidio in Berlusconi ("mi ha copiato").

Gli indizi di una possibile intesa E se Monti punzecchia Casini, negli ultimi giorni il professore ha invece assunto un atteggiamento diverso nei confronti del Cavaliere: prima intervenendo all'ufficio di presidenza del Ppe, il 6 settembre a Fiesole, quando Monti ha ricordato il suo endorsement europeo nei confronti dell'allora Forza Italia ("spiegai che gli orientamenti di pensiero di quel partito erano coerenti all'impianto ideale del Ppe"); e infine lunedì scorso quando ha spiegato a Class Cnbc che "sarebbe alquanto normale" se Berlusconi decidesse di ricandidarsi. Sarebbe troppo dire che il professore vuole aiutare il Cavaliere, ma due indizi costituiscono mezza prova.

 

berlusconi monti MARCEGAGLIA CASINI CASINI BERLUSCONI MONTI CICCHITTO FOTO MEZZELANI GMT Monti Napolitano

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…