vladimir putin giuseppe conte

MOVIMENTO CON LA MOSCA AL NASO - IL CORPACCIONE DEI PARLAMENTARI GRILLINI SI È INCAZZATO CON ROBERTO FICO CHE HA INVITATO IL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY A PARLARE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI. DEL RESTO, DAI MEETUP A CONTE, IL MOVIMENTO È SEMPRE STATO DICHIARATAMENTE FILO-PUTINISTA - E MENTRE L’ALLEANZA CON LETTA TRABALLA, CONTE TIRA DRITTO CON IL VOTO SULLO STATUTO. MA L’AVVOCATO DEI RICORRENTI BORRÉ LO FULMINA: “SI ASPETTAVA UN BAGNO DI DEMOCRAZIA, HA RICEVUTO UNA DOCCIA FREDDA…”

LORENZO BORRE'

1 - M5S: BORRÉ, BAGNO DI DEMOCRAZIA? DOCCIA FREDDA PER CONTE

(ANSA) - "Conte si aspettava un bagno di democrazia e ha ricevuto la doccia fredda da parte della realtà, avendo votato meno di un quinto degli iscritti". Lo afferma, in una nota, l'avvocato Lorenzo Borré, il legale che ha presentato il ricorso contro lo statuto M5s a nome di alcuni iscritti 5stelle.

 

"Quella che molti commentatori politici hanno ritenuto una sfida al Tribunale di Napoli - sottolinea l'avvocato - evidentemente non è piaciuta alla stragrande maggioranza degli associati, i quali probabilmente non credono che la democrazia si affermi con petizioni antidemocratiche, quali quelle che riservano ad uno solo di loro la possibilità di guidare il partito".

 

giuseppe conte vladimir putin

"L'aver definito cavilli - conclude Borré - questioni attinenti principi di rilevanza costituzionale segna un cambio di paradigma indigesto ai più. L'11 le modifiche saranno sicuramente approvate, ma considerati i vizi che le minano e ne predicono l'annullamento, mi domando: che senso ha tutto questo?"

 

ROBERTO FICO

2 - I GRILLINI LITIGANO SU ZELENSKY (E PER FICO CHE LO HA INVITATO)

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

Sicuramente sono cambiati, ma, seppur sottotraccia, resiste la sacca di un M5s originario, riluttante ad uniformarsi alla linea europeista e filo atlantica della dirigenza del partito. Così mentre Giuseppe Conte incontra all'ambasciata americana a Roma l'incaricato d'affari Thomas Smitham e posta la foto sui suoi social, nelle chat pentastellate cresce il dissenso sull'opportunità di invitare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per una video call nell'Aula di Montecitorio.

volodymyr zelensky in video collegamento con il parlamento britannico

 

Insieme alle autorità ucraine ci sta lavorando proprio il presidente della Camera Roberto Fico, uno degli esponenti storici dei Cinque stelle. In una chat - visionata dall'Adnkronos - si leggono commenti come questo di una parlamentare grillina: «A chi può venire in mente che ora Zelensky deve parlare al Parlamento di un Paese che non è coinvolto direttamente nella guerra? Ma che senso ha? Ha cose ben più importanti da fare».

 

Il presidente ucraino, intervenuto già all'Europarlamento e alla Camera dei comuni inglese, non è ben accetto da un drappello di stellati. Una deputata del M5s osserva: «È davvero insensata questa sovraesposizione del Parlamento italiano» e attacca: «Poi se facciamo parlare Letta ciao, andiamo in guerra domani».

 

lorenzo borre 1

Dal Pd un deputato, parlando con Il Giornale, replica senza mezzi termini: «Il dilettantismo porta alla scorciatoia dell'ideologia, purtroppo quella poco nobile e senza storia del qualunquismo». E c'è chi giura che anche il grosso del M5s non condivida queste posizioni.

 

«Sono quattro gatti, parlamentari a caso che hanno voluto fare uscire questa roba», dice un deputato grillino. Eppure un suo collega a Montecitorio - annoverato tra i no pass - se la prende direttamente con Fico: «Zelensky verrà a chiedere di fare una guerra mondiale e noi applaudiremo.

vladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 2

 

Dopo il super green pass per i parlamentari, un altro modo per farsi ricordare come il peggior presidente della Camera della storia repubblicana». Insomma, anche se i più esagitati sembrano una minoranza, nel gruppo fioriscono i distinguo. Soprattutto nei confronti dell'alleato Enrico Letta, sul quale da giorni, a mezza bocca, spuntano alcune accuse di essere guerrafondaio.

 

standing ovation del parlamento britannico per zelensky

Un bel cambio di passo, perfino per un Movimento che si è trasformato e ha abbandonato da qualche tempo le simpatie rivendicate per la Russia o l'innamoramento per la Cina. E pure nello stesso Pd, una settimana fa, si era registrato il controcanto felpato dell'ex deputato e membro della Direzione nazionale, che aveva invitato il Parlamento a vigilare sulle armi consegnate all'Ucraina, salvo poi precisare che «non si negano aiuti militari» perché «un popolo aggredito non può essere lasciato solo».

vladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 3

 

 Ma la rappresentazione plastica delle differenze tra i giallorossi ci è offerta anche dalla partecipazione a due diverse manifestazioni in programma sabato. Letta sarà a Firenze alle 15 a una piazza organizzata dal sindaco dem Dario Nardella insieme ad Azione di Carlo Calenda, Italia viva di Matteo Renzi e Articolo Uno di Roberto Speranza. Conte invece alle 12 sarà a Napoli dal sindaco «amico» Gaetano Manfredi.

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Fonti del Nazareno però sottolineano come i sit-in siano stati iniziativa entrambi del circuito Eurocities di cui fanno parte entrambi i sindaci. Intanto ieri è cominciata la votazione su SkyVote sullo Statuto del M5s e oggi gli iscritti saranno chiamati in seconda convocazione. Dopo lo stop dei giudici di Napoli e il rigetto del ricorso degli avvocati di Conte sulla sospensione, il leader decide di andare avanti e mette al voto lo stesso testo bocciato dai giudici con le modifiche utili per percepire il 2x1000. L'ex premier evoca «un bagno di democrazia» ma l'avvocato dei ricorrenti Lorenzo Borrè ha già annunciato una nuova impugnazione di quest' ultima votazione.

giuseppe conte vladimir putinvladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 6enrico letta giuseppe conte matteo salvini matteo renzi meme by carlovladimir putin a palazzo chigi incontra giuseppe conte 5giuseppe conte in russiaLUIGI DI MAIO, ROCCO CASALINO E GIUSEPPE CONTE GUARDANO ADORANTI E OMAGGIANO VLADIMIR PUTIN

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”