NAZARENO SALVACI TU - PER CAPIRE COSA VUOLE LA LEGA (SCEGLIERE IL CAPO DELLO STATO), COSA VOGLIONO LE MINORANZE (AL COLLE LA FINOCCHIARO) E COME FUNZIONA IL RENZISMO (OCCHIO AI DUE COLLABORATORI DELLA BOSCHI) BISOGNA ANDARE ALLA COMMISSIONE PIÙ PAZZA DEL MONDO: AFFARI COSTITUZIONALI

Claudio Cerasa per "il Foglio"

 

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

Vale per tutto: per gli intrighi, gli accordi, i tradimenti, le alleanze, i patti, gli schiaffi, le repressioni, e vale soprattutto per capire i punti di forza e di debolezza delle maggioranze e delle minoranze. La sintesi è la seguente: per capire il renzismo, e la tenuta del patto del Nazareno, esiste un termometro perfetto che fotografa meglio di qualsiasi retroscena la salute del governo Leopolda.

 

Quello strumento si trova a pochi passi da Palazzo Madama, al secondo piano di Palazzo Carpegna, all’interno di una commissione parlamentare diventata il metronomo della legislatura. La commissione uno: Affari costituzionali. Tutte le riforme importanti passano da qui (riforma elettorale e riforma costituzionale) ed è attraverso questa commissione che giorno dopo giorno si comprende cosa funziona e cosa no nel motore del governo. La minoranza intransigente del Pd minaccia di far saltare le riforme? E’ qui che Renzi sceglie di dare un segnale e sostituire i componenti (Mineo, Chiti).

renzi berlusconirenzi berlusconi

 

 

I piccoli alleati provano a far pesare il proprio potere di veto? E’ qui che Renzi sceglie di dare un segnale e mostrare la loro irrilevanza (vedi la sostituzione di Mario Mauro). Il governo vuole mostrare a Forza Italia che volendo questa maggioranza ha i numeri per le riforme anche senza i voti berlusconiani? E’ qui che il Pd avvicina quell’ex senatore grillino Francesco Campanella, che a metà ottobre ha messo a disposizione del governo il suo voto decisivo, quando si trattò di votare la nota di aggiornamento al Def).

 

E ancora. La Lega prova a mostrare la fragilità del Nazareno e lancia segnali sulla necessità di allargare il patto alla Lega? E’ sempre qui che arrivano le prove di forza. Prove come gli emendamenti fatti approvare con i voti di tutte le minoranze (ricordate la bocciatura dei senatori a vita di nomina presidenziale previsti nell’Italicum?) e prove come gli oltre 10 mila emendamenti presentati da Roberto Calderoli alla legge elettorale (messaggio in codice: se non vuoi ostruzionismo, per il Quirinale devi consultare anche noi).

RENZI E BOSCHI NEL PRESEPERENZI E BOSCHI NEL PRESEPE

 

Prove alle quali il governo ha risposto con una speculare prova di forza. Decidendo di portare in Aula la legge elettorale senza il voto della commissione (già oggi pomeriggio i senatori del Pd tenteranno di incardinare l’Italicum per votarlo il 7 gennaio). E facendolo anche grazie ai suggerimenti che il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, ha ricevuto da due stretti collaboratori – che, guarda caso, arrivano dalla prima commissione del Senato (Roberto Cerreto, capo di gabinetto, e Paolo Aquilanti, capo del dipartimento).

 

E’ sempre nella prima commissione, poi, che, tra le righe degli emendamenti presentati dalla Lega, è maturato quello che è diventato un nuovo capitolo del patto del Nazareno, quello che potrebbe permettere a Renzi e Berlusconi di trovare un accordo per approvare l’Italicum e per presentarsi di fronte alla sfida del Quirinale più uniti che mai: approvare l’Italicum prima dell’elezione del capo dello stato (che ieri ha definito “imminenti” le sue dimissioni), garanzia che l’entrata in vigore della nuova legge avvenga solo dopo la primavera del 2016 (come anticipato la scorsa settimana in un emendamento di Calderoli) e certezza che da qui alla primavera del 2016 l’unica legge che potrebbe essere utilizzata da Renzi per votare è una legge con cui a Renzi non conviene votare (il Consultellum).

 

LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHILA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHI

Tutto dunque passa da qui. E per qualche settimana qualcuno pensava che potesse partire da qui anche la possibile (anche se difficile) ascesa di Anna Finocchiaro. Presidente della commissione. Relatore dell’Italicum dopo esserlo stato per le riforme istituzionali. Che nelle prossime settimane sarebbe potuta essere il volto politico simbolo delle riforme.

 

Ma che per colpa dell’ostruzionismo di Calderoli (che non ha mai perdonato a Finocchiaro di aver apportato alla riforma del Senato delle modifiche che la Lega non voleva) si ritrova in un contesto nuovo: con il governo che ha scelto di scavalcare la commissione e con la presidente Finocchiaro che perderà l’occasione di presentarsi, anche di fronte al capo dello stato, con il profilo di regista delle riforme.

renzi verdinirenzi verdini

 

Anche questo dettaglio dimostra dunque che le minoranze potranno elaborare tutte le strategie del mondo ma che alla fine chi decide il destino di questa legislatura sono loro due: Berlusconi e Renzi. E guardando la prima commissione, in fondo, il patto del Nazareno, sembra essere più in salute di quanto si possa credere.

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO