1- NEL SILENZIO DEI FUSTIGATORI DELLA CASTA (RIZZO & STELLA NON HANNO NULLA DA SCRIVERE?) IL DUPLEX TARANTOLA-GUBITOSI PORTA A CASA UN MILIONE DI EURO ALL’ANNO! 2- IN ATTESA DI TAGLIARE COSTI E DIPENDENTI (10%), LA RAI DEI TECNICI ARRUOLA DUE NUOVI DIPENDENTI: IL SOBRIO NEO DG PASSA DA UNA CONSULENZA IN BANK OF AMERICA AL CONTRATTONE A VITA DA 650MILA EURO ANNUI (Più L’ASSUNZIONE DELLA SEGRETARIA E DI UN CAPO STAFF CON QUALIFICA DI DIRIGENTE), LA PRESIDENTESSA COL CAPELLI PARALIZZATI INCASSA 430MILA EURO (CUMULERÀ ANCHE LA PENSIONE BANKITALIA?) 3. IL CORRIERE HA GIÀ OBLIATO LA CAMPAGNA SUI MEGASTIPENDI DEI MANAGER PUBBLICI? 4- LE LACRIME DI COCCODRILLO DI PD E UDC: SI INDIGNANO, MA IN CDA I LORO PROBI CONSIGLIERI HANNO VOTATO SENZA PENSARCI UN ATTIMO IL MEGACACHET DI GUBITOSI 5- ULTIMO BALUARDO: LA CORTE DEI CONTI. ROMPERÀ LE UOVA (D’ORO) NEL PANIERE DI MONTI? 6- ALLA FACCIA DELLE LEGGI, OGGI LE MANI DELLA TARANTOLA SU RISORSE TV E PRODUZIONE

1 - UN MILIONE IN DUE, SCONTRO SULLA RAI SOBRIA...
Paolo Bracalini per "il Giornale"

Super poteri (al presidente) e superstipendio (al direttore generale). Inizia con poca sobrietà la stagione Rai dei manager-banchieri in quota Monti. Il sacrificio, se c'è stato, non è stato il loro. In due fanno più di 1milione di euro di compensi: 650mila per il Dg Gubitosi, e - anticipano fonti Rai, perché lo stipendio verrà formalizzato nei prossimi giorni - circa 430mila per la presidente Tarantola (trattamento simile a quello che aveva a Bankitalia e al predecessore Garimberti).

Gubitosi, indicato dal premier già un mese fa per la direzione generale Rai, lascia un posto (da consulente?) in Bank of America per un contrattone a vita a Viale Mazzini, tempo indeterminato, con un fisso di 400 mila euro, più 250mila per l'incarico di Dg.

Vuol dire che nel momento in cui Gubitosi lascerà la poltrona di direttore generale, la Rai dovrà trovargli un'altra sistemazione interna se non vorrà pagare a vuoto mezzo milione di euro l'anno, cose che già succedono in Rai. Dopo le polemiche sul super ingaggio il Cda ha rimodulato il contratto, abbassando la parte fissa, che pesa di più sul bilancio e che inizialmente era di 500mila euro, e alzando quella variabile. Ma il totale resta sempre quello, 650mila euro.

L'unico che si è astenuto sul contratto di Gubitosi è stato il consigliere del Pdl Antonio Verro, mentre gli altri hanno dato il via libera alla richiesta della Tarantola, che subito dopo la nomina del dg ha tirato fuori il contratto con cifra e inquadramento massimo, a tempo indeterminato, chiedendo al consiglio di ratificare. Ora l'unico spiraglio per un cambiamento viene da Luciano Calamaro, il magistrato della Corte dei conti che vigila sulle delibere del Cda Rai. In consiglio, l'altro giorno, Calamaro si è riservato di analizzare il caso del maxistipendio di Gubitosi e della sua assunzione in Rai.

Il «Salva italia» del governo, nel caotico iter sui tetti dei manager pubblici, esclude dall'ultima versione i membri delle authority e quelli della Rai. Che dunque possono sforare il limite di 300mila euro l'anno. Ma la giurisprudenza sulla Rai è complessa, e la Corte dei conti dovrà valutare se l'acquisto a peso d'oro del neo dg Gubitosi, dopo il trucco dei 100mila euro spostati dalla parte fissa a quella variabile dello stipendio, sarà corretto in tutto e per tutto.Il caso però è già politico.

Orfini, delegato del Pd per le questioni Rai, parla di un «passo falso» del Cda, e anche da Udc, Idv, Lega e sindacati arriva la stessa critica. Né i consiglieri di Pd e Udc, però, hanno avuto da ridire sul compenso di Gubitosi. Ora si passa al secondo capitolo, quello dei super poteri della Tarantola, che ieri, nel Cda, voleva chiudere subito la partita.

La regola prevede però che passino 48 ore, al massimo 24 in casi urgenti, tra la consegna delle carte al Cda e il voto. Il solito Verro ha quindi chiesto di rimandare a stamattina la decisione sulle deleghe della Tarantola. Il documento che andrà in approvazione, dopo faticose limature soprattutto sulla parte delle nomine, prevede che il presidente possa decidere contratti fino a 10milioni di euro (purchè «coerenti» con le scelte del Cda); e poi che spettino a lei e al dg tutte le nomine «non editoriali» di primo e secondo livello.

Che vuol dire tre quarti delle poltrone, e non solo quelle puramente «corporate»: dalle direzioni Risorse umane alla Produzione tv, dalle Risorse televisive alle Relazione Esterne. Tutte, di fatto, tranne Reti, Testate, Intrattenimento, Fiction e Teche, che parte dei consiglieri, dopo un dibattito, sono riusciti a «strappare» dal controllo della Tarantola. Ma è ovvio che il governo avrà un peso anche nelle nomine editoriali, come quelle dei tg. La Tarantola è una fiera sostenitrice delle pari opportunità per le donne. E di sicuro gradirebbe qualche donna ai vertici di reti o tg. Magari partendo dal Tg1.

2 - GENTILONI: "CHE FINE HA FATTO QUEL TETTO DI 295 MILA EURO ALLO STIPENDIO DEI MANAGER?"...
Giovanna Casadio per "la Repubblica"


Onorevole Gentiloni, cosa pensa dell'esordio del nuovo cda Rai con la decisione di uno stipendio di 650 mila euro per il direttore Gubitosi?
«Rispondo con un'altra domanda: non c'era un tetto per i manager pubblici? Chi l'ha visto?».

Prima decisione, e arriva la prima delusione?
«Non vedo decisioni. La delusione per il Pd è stata la rinuncia da parte del governo a una significativa modifica della legge Gasparri. Comunque, mi sembra che si stia delineando un compromesso sulla peraltro limitata richiesta di Monti di concentrare le deleghe su presidente e direttore generale».

Perché compromesso?
«Perché la maggior parte delle nomine, non solo quelle delle testate, ma anche di una quindicina di canali e di incarichi come la fiction e l'intrattenimento, resteranno al consiglio d'amministrazione

Quindi ci saranno le solite spartizioni?
«Questa è una sfida che non si risolve concentrando qualche delega nelle mani del presidente Tarantola, ma cambiando la legge ».

Insomma tutto cambia, perché niente cambi?
«No. Indubbiamente il tandem Gubitosi-Tarantola ha maggiori poteri che in passato, e ora è atteso all'appuntamento che conta: un piano di rilancio della Rai che punti ancor più non solo a riequilibrare i conti, ma a rilanciare la differenza del servizio pubblico dalla tv commerciale, la qualità e l'impegno Rai su internet».

Sulla nuova gestione Rai, lei è ottimista o pessimista?
«Sono favorevolmente impressionato dalle intenzioni del nuovo vertice, che interpreta la propria missione come rilancio della qualità del servizio pubblico. Sto a queste dichiarazioni e aspetto fatti concreti».

 

3- DI PIETRO, LETTERA A GRILLI E INTERROGAZIONE SU STIPENDIO GUBITOSI
"La decisione di assegnare al nuovo direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, uno stipendio di 650 mila euro annui, è scandalosa. In un momento di così grave crisi economica, in cui si chiedono sacrifici di ogni tipo ai cittadini, dare un compenso tanto alto è immorale. Ho inviato una lettera al ministro dell'economia e delle Finanze, Vittorio Grilli, e oggi stesso l'Italia dei Valori presenterà un'interrogazione parlamentare per chiedere un intervento immediato affinchè venga bloccata questa decisione scandalosa". Lo afferma il presidente dell'IdV, Antonio Di Pietro.

"Come Lei sa - scrive il leader IdV nella lettera - la legge prevede che la nomina del Direttore Generale della Rai sia approvata dal C.d.A. dell'azienda, d'intesa con l'azionista. Senza questa intesa, la nomina non può ritenersi perfezionata. Nella sua qualità di azionista della Rai, è Sua facoltà negare la suddetta intesa, almeno fino a quando non si addivenga a una ridefinizione del contratto del Direttore Generale meno onerosa in rapporto alla sua durata e alla retribuzione annua prevista. Come è noto, il C.d.A. della Rai ha affidato al Dott. Gubitosi la Direzione Generale dell'Azienda.

Secondo notizie di stampa non smentite, al neo- Direttore Generale è stato garantito un contratto a tempo indeterminato e una retribuzione annua di 650.000 euro. Si tratta di una decisione scandalosa. In un Paese in cui soprattutto ai meno abbienti si stanno chiedendo sacrifici pesantissimi e in cui vi sono membri del Governo che spiegano ai precari quanto sia noioso il lavoro a tempo indeterminato, non si può avallare, in alcun modo, la decisione presa dal C.d.A. della Rai. Come azionista Rai, chiamato a dare l'intesa sulla scelta del vertice Rai, può intervenire per bloccare una decisione iniqua e inaccettabile. Per questo, Le avanzo la richiesta di negare l'intesa in modo che si possa pervenire a una più equa soluzione".

 

 

Antonio Verro foto Milestone ANNA MARIA TARANTOLA DAVANTI AL CAVALLO DI VIALE MAZZINI IL NUOVO CDA RAI TARANTOLA GUBITOSI LUIGI GUBITOSI PAOLO GENTILONI Benedetta TobagiLUISA TODINI ANTONIO DI PIETROVITTORIO GRILLI

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