giani schlein

“NESSUN PASSO INDIETRO MA DECIDE ELLY” – ARMISTIZIO NEL PD: DOPO UN VERTICE DI 4 ORE AL NAZARENO CON SCHLEIN, IL GOVERNATORE EUGENIO GIANI INCASSA LA LAVATA DI CAPO DEI VERTICI DEM E SI RIALLINEA: SARÀ RICANDIDATO ALLE REGIONALI IN TOSCANA (MA ALLE CONDIZIONI DI ELLY) – LA SEGRETARIA DEM SENTE IN SERATA CONTE PER AVERE IL VIA LIBERA DEI RILUTTANTI 5 STELLE – LA SOLUZIONE GIANI SERVE AL NAZARENO ANCHE PER PACIFICARE LA GUERRIGLIA INTERNA ESPLOSA IN TOSCANA TRA I RIFORMISTI E I FEDELISSIMI DI ELLY CHE AVEVANO ACCUSATO GIANI DI AVER SOBILLATO LA MOBILITAZIONE DI SINDACI E RESPONSABILI DEI CIRCOLI PER CHIEDERE LA SUA RICONFERMA…

 

Niccolò Carratelli per “la Stampa”  - Estratti

 

elly schlein eugenio giani

Soldato Eugenio Giani, torni subito in riga. Ci sono volute più di quattro ore, tanto è durato l'incontro al Nazareno, ma il senso di quello che Elly Schlein ha voluto dire al presidente della Toscana è sostanzialmente questo. Basta fughe in avanti sulla sua ricandidatura, basta dichiarazioni non concordate.

 

Il confronto è stato definito dai protagonisti «proficuo», «positivo», «importante», ma è stato a tratti anche piuttosto aspro, con Giani che si è lamentato di essere stato abbandonato di fronte al tam tam sulla sua sostituzione e la leader dem, con il fido Igor Taruffi, il segretario regionale, Emiliano Fossi, e il deputato toscano Marco Furfaro ad accusarlo di aver sobillato la mobilitazione di sindaci e responsabili dei circoli, che hanno chiesto la sua riconferma.

 

Invitandolo a contenersi nelle uscite pubbliche. Più delle note stampa diffuse a fine riunione, vale l'immagine che si presenta davanti ai cronisti alle sette di sera: Giani esce dalla sede del Pd "scortato" da Taruffi, che lo tiene sottobraccio e lo accompagna verso la macchina, con il chiaro obiettivo di non farlo parlare con i giornalisti in attesa. Il responsabile Organizzazione del partito, l'uomo a cui la segretaria affida tutte le trattative a livello locale, procede a passo svelto e a testa bassa: «Abbiamo fatto le nostre note, non c'è altro da dire». 

eugenio giani elly schlein 4

 

Il governatore toscano, notoriamente sensibile al fascino di telecamere e microfoni, si lascia trascinare in evidente imbarazzo, si limita a dire «mi affido alla segretaria e al partito». 

 

Ma le domande piovono inesorabili: «Sarebbe disposto a fare un passo indietro nel caso la segretaria lo chiedesse?». Lì Giani ha un guizzo: «Ma che passo indietro!», esclama. 

La domanda, del resto, è più che pertinente, vista la dichiarazione che il presidente ha diffuso pochi minuti prima, nella quale riferisce di aver «illustrato le ragioni che mi hanno spinto a dichiarare la mia disponibilità alla candidatura, chiarendo al gruppo dirigente ogni aspetto che aveva generato fraintendimenti e dato l'idea di divisioni inesistenti». Insomma, si è trovato costretto a giustificarsi per aver provato a scavalcare Schlein e soci. 

 

igor taruffi elly schlein

(…) Insomma, capo cosparso di cenere di fronte alla leader dem, con la promessa di non muoversi più in autonomia. Così, probabilmente, la sua ricandidatura potrà concretizzarsi, consentendo a Schlein e Taruffi di chiudere prima un accordo complessivo con i riluttanti 5 stelle. Ancora ieri, con il deputato Francesco Silvestri, pronti a ricordare come «per noi il Giani bis non è assolutamente la soluzione migliore». 

Ma resta quella di gran lunga più semplice. Tanto che Schlein ne parla in serata con Giuseppe Conte. Lo aggiorna al telefono sui temi della riunione appena conclusa, in cui si è discusso anche di contenuti programmatici e delle azioni necessarie per mostrare quel «rinnovamento» chiesto a gran voce dal Movimento. 

 

«Stiamo lavorando in tutte le Regioni per costruire le alleanze più competitive per battere le destre», si limita a ripetere la leader dem al Tg3. Mentre Taruffi, nella sua nota, sottolinea come al tavolo sia «emersa la piena fiducia sull'operato del partito regionale e sul percorso già in campo per costruire le proposte e l'alleanza migliore».

elly schlein eugenio giani

 

E Fossi aggiunge che «il processo politico costruito con pazienza, serietà e spirito unitario nei mesi scorsi, e che qualcuno ha tentato, senza successo, di deviare in modo inopportuno, proseguecon ancora maggiore forza e chiarezza». 

 

Con Giani ancora candidato in pectore, ma possibilmente in silenzio. 

 

 

 

ARMISTIZIO NEL PD

 

Luca Gasperoni per corriere.it - Estratti

 

elly schlein igor taruffi 4

Quattro ore di confronto al Nazareno, nessun annuncio ma una sostanziale certezza: sarà il governatore toscano uscente, Eugenio Giani, il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del prossimo 12 ottobre ma alle condizioni dettate dal Pd di Elly Schlein, in un clima, almeno apparente, di ritrovata unità dopo settimane di bufera dentro il partito.

 

Così da facilitare l’agognata chiusura del campo largo Pd-Avs-M5S, modello su cui costruire l’alleanza nazionale per le elezioni politiche del 2027, e pacificare la guerriglia interna tra schleniani e riformisti che ormai minaccia di esplodere in Toscana.

 

Dopo la riunione fiume di oltre quattro ore al Nazareno alla presenza di Elly Schlein, tre comunicati stampa diversi dei protagonisti, per quanto tutti dello stesso tono, e una sequela infinita di ricostruzioni incrociate e allusioni, il Pd archivia con una pace armata il Giani-gate che da giorni scuote la politica regionale e non soltanto. Con un patto che suona più o meno così: basta fughe in avanti e reprimende interne, ognuno svolga il suo ruolo in un rapporto di leale collaborazione.

eugenio giani elly schlein

 

 

Il presidente Giani, incassata la simbolica «lavata di capo» dei vertici nazionali e regionali Pd, correrà per il secondo mandato ma sarà incoronato ufficialmente solo tra una decina di giorni, con una mozione unitaria in assemblea regionale dem. Intermezzo in cui il Pd, ricompattati i ranghi e riacquisito potere negoziale al tavolo di coalizione, potrà tentare con le mani libere la trattativa finale per includere il M5S nel fronte elettorale.

 

Sulla stessa falsa riga il lavoro di composizione delle liste elettorali e dell’eventuale giunta del futuro: il Pd toscano farà le sue scelte ma concederà spazio di manovra anche a Giani, facendo cadere il veto sulla sua lista civica a trazione riformista, mentre il presidente lavorerà per una squadra di assessori variegata, in grado di soddisfare le esigenze di tutti gli attori al tavolo.

 

MARCO FURFARO

Uno schema in cui tutti i protagonisti ne escono a modo loro vincitori senza prestare ulteriormente il fianco alle critiche.

igor taruffi

 

(…)

Ultimi Dagoreport

pietrangelo buttafuoco phica.net fimmini

DAGOREPORT - FANNO SCANDALO L’AUDIO SOTTRATTO A RAOUL BOVA E IL SEXY-TAPE RUBATO A STEFANO DE MARTINO. SE NE ESCE CON AFFANNO LEGGENDO DI PHICA.NET E DELLA PAGINA FB “MIA MOGLIE”, INFARCITE DI COMMENTI SCORREGGIONI ANCHE PER IL PIÙ ZOZZO CESSO PUBBLICO - È IMPRESSIONANTE PERÒ, COME NEL CORSO DEL TEMPO, LA PERCEZIONE DELLA SESSUALITÀ DA PARTE DELLA MASCHIETUDINE, SIA CAMBIATA. QUANTO TEMPO È PASSATO DA SILVIO BERLUSCONI CHE AFFERMAVA CHE “LA PATONZA DEVE GIRARE”? - NESSUNO SOLLEVÒ IL SOPRACCIGLIO DELL’AMORALITÀ QUANDO NEL 2009 MONDADORI PUBBLICÒ UN LIBRO DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO, DAL TITOLO “FIMMINI”, SOTTOTITOLO “AMMIRARLE, DECIFRARLE, SEDURLE”, IN CUI  L'ATTUALE PRESIDENTE DELLA BIENNALE DI VENEZIA AFFERMAVA: “I FIANCHI MORBIDI, E CON QUESTI I SENI DELL’ORGOGLIO MAMMIFERO, SONO ESCHE ESIBITE PER LA RACCOLTA DI SPERMA” – CHISSÀ COSA NE PENSANO I MASCULI INFOIATI DI PHICA.NET DELLA SUA INTERPRETAZIONE DELL'ARCANO MONDO FEMMINILE: “LA DONNA NON VUOLE ESSERE COMPRESA, BENSÌ PRESA’’? - VIDEO

tiziana rocca giulio base venezia alberto barbera mollicone federico

CIAK, VENEZIA S'E' DESTRA! - IL MIGLIOR FILM (DA RIDERE O DA PIANGERE) ALLA MOSTRA DEL CINEMA L’HA SCODELLATO L’INARRESTABILE COPPIA DI POTERE GIULIO BASE E TIZIANA ROCCA SUL PALCO DELL’ITALIAN PAVILLION, SPAZIO FINANZIATO DAL MINISTERO DI GIULI E DA CINECITTÀ SPA DELLA CACCIAMANI - SI VIENE COSÌ A SAPERE CHE BASE, GIÀ A CAPO DEL FESTIVAL DI TORINO, È STATO NOMINATO, NELLA SORDINA AGOSTANA, DIRETTORE DEL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO DI MADRID – DAL CANTO SUO, LA ROCCA SI È DATA DA FARE PER ALIMENTARE LA SUA RETE DI RELAZIONI INVENTANDOSI “FILMING ITALY VENICE AWARD” E DISTRIBUENDO PREMI ALLA QUALUNQUE, CON LA BENEDIZIONE DI MOLLICONE E ALBERTO BARBERA... - IL VIDEO-POMPA DEL TG1

gian marco chiocci giampaolo rossi alfredo mantovano giorgia meloni giovambattista giovanbattista fazzolari tg1

DAGOREPORT- CHE FRATELLI D’ITALIA, DOPO TRE ANNI DI PALAZZO CHIGI, NON SIA PIÙ IL PARTITO MONOLITICO NELLA SUA DEVOZIONE E OBBEDIENZA A GIORGIA MELONI È DIMOSTRATO DALL’ULTIMO SCAZZO NEL POLLAIO RAI TRA CHIOCCI E ROSSI - COL DIRETTORE DEL TG1 CHE SPUTTANA IN PIAZZA, CON APPOSITO COMUNICATO, I SUOI CONTATTI RISERVATI CON LA DUCETTA: ‘’NEI GIORNI SCORSI LA PREMIER MI HA SONDATO INFORMALMENTE PER CAPIRE UNA MIA EVENTUALE, FUTURA, DISPONIBILITÀ NELLA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE” - CON MASSIMO CINISMO E MINIMO RISERBO, CHIOCCI AGGIUNGE: “UNA CHIACCHIERATA, COME TANTE ALTRE IN QUESTI MESI...” - S'AVANZA "FRATELLI SERPENTI", UN PARTITO VITTIMA CRESCENTE DI INTRIGHI DI POTERE, CHE VIVE SCHIZOFRENICAMENTE LA PROPRIA EGEMONIA COME SABOTAGGIO DEL CAMERATA RIVALE - DALLA NOMINA DI FOTI A MINISTRO AL MURO DI IGNAZIO LA RUSSA A PROTEZIONE DI SANTANCHÉ FINO AL SUO ENDORSEMENT PER MAURIZIO LUPI PER IL DOPO-SALA IN BARBA AL MELONIANO FIDANZA, DAGLI SCAZZI CROSETTO-MANTOVANO A LOLLOBRIGIDA “COMMISSARIATO”, DALLA NOMINA DI GIULI ALLO SCONTRO SCHILLACI-GEMMATO. ESSI': A VOLTE IL POTERE LOGORA CHI CE L’HA….

antonio barbera giulio base monda buttafuoco borgonzoni mantovano

FLASH! – BIENNALE DELLE MIE BRAME: IL MANDATO DI ALBERTO BARBERA ALLA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA TERMINA FRA UN ANNO MA DA MESI SI SUSSEGUONO VOCI SULLE ASPIRAZIONI DI ANTONIO MONDA (SPONSOR MANTOVANO) E DI GIULIO BASE, SUPPORTATO DALLO STRANA COPPIA FORMATA DALLA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI E DA IGNAZIO LA RUSSA (GRAZIE ALLO STRETTO RAPPORTO CON FABRIZIO ROCCA, FRATELLO DI TIZIANA, MOGLIE DI BASE) - IL PRESIDENTE ‘’SARACENO’’ BUTTAFUOCO, CHE TREMA AL PENSIERO DI MONDA E BASE, NON VUOLE PERDERE LA RICONOSCIUTA COMPETENZA INTERNAZIONALE DI BARBERA E GLI HA OFFERTO UN RUOLO DI ‘’CONSULENTE SPECIALE’’. RISPOSTA: O DIRETTORE O NIENTE…

peter thiel narendra modi xi jinping donald trump

DAGOREPORT - IL VERTICE ANNUALE DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE DI SHANGHAI (SCO), SI AVVIA A DIVENTARE L’EVENTO POLITICO PIÙ CLAMOROSO DELL’ANNO - XI JINPING ATTENDE L’ARRIVO DEI LEADER DI OLTRE 20 PAESI PER ILLUSTRARE LA “VISIONE CINESE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE – ATTESI PUTIN, L’INDIANO MODI (PER LA PRIMA VOLTA IN CINA DOPO SETTE ANNI DI SCAZZI), IL BIELORUSSO LUKASHENKO, IL PAKISTANO SHARIF, L’IRANIANO PEZESHKIAN E IL TURCO ERDOGAN - SE DA UN LATO IL SUMMIT SCO RAPPRESENTA IL TRIONFO DEL DRAGONE, CHE È RIUSCITO A RICOMPATTARE MEZZO MONDO, DALL’INDIA AL BRASILE, MINACCIATO DALLA CLAVA DEL DAZISMO DI TRUMP, DALL’ALTRO ATTESTA IL MASSIMO FALLIMENTO DELL’IDIOTA DELLA CASA BIANCA – L’ANALISI SPIETATA DELL’EMINENZA NERA, PETER THIEL, A “THE DONALD”: "A COSA SONO SERVITI I TUOI AMOROSI SENSI CON PUTIN PER POI RITROVARTELO ALLA CORTE DI PECHINO? A COSA È SERVITO LO SFANCULAMENTO DELL’EUROPA, DAL DOPOGUERRA AD OGGI FEDELE VASSALLO AI PIEDI DEGLI STATI UNITI, CHE ORA È TENTATA, PER NON FINIRE TRAVOLTA DALLA RECESSIONE, DI RIAPRIRE IL CANALE DI AFFARI CON LA CINA, INDIA E I PAESI DEL BRICS?” – "DONALD, SEI AL BIVIO’’, HA CONCLUSO THIEL, "O SI FA UN’ALLEANZA CON LA CINA, MA A DETTAR LE CONDIZIONI SARÀ XI, OPPURE DEVI ALLEARTI CON L’EUROPA. UNA TERZA VIA NON C’È…”