gianni de michelis

I MIGLIORI GIANNI (DE MICHELIS) DELLA NOSTRA VITA - “NESSUNO COME LUI HA CREDUTO NELLA GRANDEZZA E NELL’IMPORTANZA DELL’ARTE ITALIANA” – LA STORICA E CRITICA D’ARTE LAURA CHERUBINI RICORDA IL “COLTISSIMO” MINISTRO SOCIALISTA CHE CONSIDERAVA L’ARTE CONTEMPORANEA STRUMENTO DI DIALOGO PER L’INCONTRO CON I CAPI DI STATO - LA CITTADINANZA ITALIANA A KOUNELLIS, L’AMICIZIA CON GINO DE DOMINICIS. E POI L’ARTE POVERA, PISTOLETTO E MARIO MERZ: IL LORO INGRESSO UFFICIALE IN AMERICA FU POSSIBILE GRAZIE A DE MICHELIS... 

Testo di Laura Cherubini per www.artribune.com

 

 

 

gianni de michelis 4

Ho conosciuto Gianni De Michelis nel 1978 a Venezia (dove era consigliere comunale) a casa dei grandi e raffinati collezionisti Gabriella e Attilio Codognato. Era l’unico che non guardava la partita Italia –Argentina in televisione. Tutti noi eravamo tifosissimi, lui invece leggeva (non ho mai visto nessuno leggere quanto lui). Questo fatto mi sembrò piuttosto strano… Lo rividi a una colazione a La Malcontenta di Barbara e Tonci Foscari dove era notevolmente più a suo agio tra gli amici Attilio e Gabriella, Leo Castelli e Ileana Sonnabend e artisti come Robert Rauschenberg. Divenne amico di Leo e Ileana, ha sempre frequentato il mondo dell’arte. Divenne amico anche mio, un’amicizia durata per lungo tempo.

gianni de michelis craxi

 

A Venezia avevo conosciuto anche la prima moglie di Gianni (erano già separati, ma in ottimi rapporti), Francesca Barnabò, colta e intelligente che più avanti aprirà una galleria: ricordo mostre di Carla Accardi, Kounellis, Boetti… e mi sembra di ricordare anche un’installazione di Tony Cragg (lo spazio, sul retro del palazzo della famiglia di Francesca, chiamata Checca dagli amici, era stato restaurato da Barbara e Antonio Foscari).

 

gianni de michelis

LA CARRIERA POLITICA E IL RICORDO DELLA GANDINI

Nel frattempo Gianni era diventato Ministro delle Partecipazioni Statali e successivamente del Lavoro. Già da Ministro del Lavoro dimostrava particolare attenzione alla cultura e all’arte con il progetto dei Giacimenti culturali, la vera grande ricchezza per lui dell’Italia, che poteva dare lavoro a molti giovani. Quando diventa Vicepresidente del Consiglio è talmente importante per lui il discorso dell’arte contemporanea che inserisce nel suo staff un responsabile di settore e chiama a ricoprire questo ruolo una giovane critica preparata e in gamba, Manuela Gandini.

gianni de michelis berlusconi

 

Nel momento della sua scomparsa Manuela lo ha ricordato così: “Gianni De Michelis ha affrontato la politica internazionale promuovendo l’arte contemporanea, considerandola strumento di dialogo per l’incontro con i capi di stato. Ha sostenuto il movimento femminista. Ha cercato in ogni modo di valorizzare la nostra vera risorsa: i giacimenti culturali. Anche solo per questo, il nostro coltissimo ministro, va onorato. Oggi alla ‘guida’ del paese solo ignoranza e improvvisazione. Non posso dimenticare – negli anni nei quali ho lavorato con lui- la bellissima mostra di Michelangelo Pistoletto al PS1 e quella di Mario Merz al Guggenheim di New York. I due artisti dell’arte povera allora non erano così famosi nel mondo e il loro ingresso ufficiale in America fu possibile grazie a Gianni. Per lui, le forme dell’arte più avanzata dovevano mediare quelle della politica! Avete presente ciò che succede oggi? Oggi i nostri ‘governanti’ vanno a New York per farsi i selfie con il presidente e postarli immediatamente! Nessuno come De Michelis ha creduto fermamente nella grandezza e nell’importanza dell’arte italiana. Fai buon viaggio Gianni!”.

gianni de michelisgiulio andreotti gianni de michelis

 

LE MOSTRE A NEW YORK

È il 1988 quando le mostre di Merz e Pistoletto si tengono a New York. Ma già da ministro del Lavoro nel 1985 aveva sostenuto la mostra The Knot. Arte Povera at PS1 a cura di Germano Celant (come le due monografiche). Per testimonianza di Camilla Nesbitt, collezionista, amica di molti artisti come Gino De Dominicis e di Gianni De Michelis, diversi artisti americani come Kiki Smith avevano dichiarato che si era trattato di una mostra che aveva avuto una certa influenza negli States. Gianni era nel board del PS1 oltre che del Guggenheim, era legato da amicizia e stima ai due direttori, Alanna Heiss e Thomas Krens. Ho ascoltato diverse volte Gianni parlare con Krens di Punta della Dogana, penso che l’idea partisse da lui, veneziano che conosceva quegli spazi, ricordo che chiese a Nino Castagnoli un primo progetto. Credo fossero stati Leo e Ileana, che sostenevano molto il PS1, a chiedergli di aiutare Alanna che stava trasformando la scuola abbandonata nel Queens in un vero e proprio museo (che Alanna porterà nel 2000 ad affiliarsi al MoMA diventandone l’ala contemporanea). E a proposito della grande gallerista Ileana Sonnabend si deve anche a Gianni la mostra della sua collezione alla GNAM di Roma. Come dice Manuela Gandini: “Gianni voleva affrontare i rapporti politici attraverso l’arte, dare un messaggio attraverso i livelli più alti della cultura italiana, sostenere l’arte italiana fino in fondo, la considerava l’unica possibilità”.

gianni de michelis 5bettino craxi gianni de michelis 1

 

GLI SCAMBI CULTURALI

gianni de michelis 2

In questa ottica rientravano gli scambi culturali, l’attenzione verso realtà italiane all’estero come l’Accademia Italiana di Rosa Maria Letts, ma soprattutto la ristrutturazione degli Istituti Italiani di Cultura che aveva in mente da ministro degli Esteri. Chiamò Paolo Fabbri a Parigi, Furio Colombo a New York, Fiamma Nirenstein a Tel Aviv, Francesco Villari a Londra, Vittorio Strada a Mosca… voleva farne le ambasciate della cultura italiana nel mondo. Nel frattempo lavorava a un progetto che ebbe una prima tappa a Venezia, con la presenza di intellettuali e direttori di musei: il World Art Forum. Diceva sempre che l’arte era il linguaggio del futuro, perché in un mondo globalizzato l’arte era la vera lingua internazionale, senza bisogno di traduzioni, qualcosa che tutti potevano avere in comune. 

gianni de michelis in fabbrica

 

Ricordo come era felice di essere riuscito a far avere a Gianni Kounellis la cittadinanza italiana: Kounellis ci teneva moltissimo e in effetti, sebbene nato in Grecia, è stato artista “italiano”, nel senso profondo del termine, come nessun altro. Ricordo l’amicizia con Gino De Dominicis e le interminabili discussioni al bar. Una sera al Rose Café Gino e Sergio Lombardo tentarono di convincere Gianni a far desistere gli americani dai bombardamenti in Iraq, l’antica Mesopotamia, la terra tra i due fiumi dei Sumeri. Gianni alzava gli occhi al cielo perché il Ministro degli Esteri italiano non aveva quel potere…

gianni de michelis 3

 

CON GLI ARTISTI DI OGGI

Molti anni dopo gli presentai Paola Pivi che era ospite da me a Roma e che voleva realizzare una immensa immagine digitale dell’isola di Alicudi a grandezza naturale, Gianni le suggerì di chiedere a Gheddafi il deserto libico per collocarla… Quando Aleksandra Mir, intelligente e originale artista, chiese a Paola una sua foto con un’altra persona per un lavoro che stava progettando, una sorta di catena in cui una persona ne tirava dentro un’altra, Paola decise di darle una foto con me, (cosa di cui mi sentii molto onorata). Dovendo dare a mia volta una foto con un’altra persona ne diedi una con Gianni, poi chiesi a Gianni di darne una sua con qualcun altro e lui, che era anche molto ironico, ne fornì una con Gary Hart: i due giovani e brillanti politici emergenti, poi repentinamente trasformati in perdenti…

laura cherubiniGIANNI DE MICHELIS

 

 

 

gianni de michelis bettino craxisandra milo, gianni de michelis de resurrectione carnisbettino craxi gianni de michelisgianni de michelis andreotti mitterrandclaudio martelli bettino craxi gianni de michelisgianni de michelisbettino craxi gianni de michelisGIANNI DE MICHELISgianni de michelis balla

 

gianni de michelis balla.

 

GIANNI DE MICHELIS BETTINO CRAXI GIULIO DI DONATO

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO