MAXXI FLOP! - MA QUALE BERLUSCONISMO DI RITORNO DELLA MELANDRINA: NEL FILM DI EMMOTT PROIBITO AL MAXXI C’È UN MARCHETTONE A MARIO MONTIMER (CARO AL MINISTRO ORNAGHI) E UNA BATTERIA DI INTERVISTE CONTRO D’ALEMA (CARO ALLA SUA EX MINISTRA GIOVANNA) BY NANNI MORETTI E MATTEO RENZI - MAXXI DEI FIASCHI: MOSTRE DELUDENTI, SPONSOR IN FUGA, EVENTI CANCELLATI. MA NON ERA UN MUSEO?...

Claudia Colasanti e Caterina Perniconi per Il Fatto Quotidiano

Timore reverenziale nei confronti di Silvio Berlusconi? È stata questa una delle accuse al Maxxi e alla sua presidente Giovanna Melandri che ha fermato la presentazione del film "Girlfriend in a coma" di Bill Emmott. In realtà la ragione potrebbe non essere soltanto legata al Cavaliere. "La campagna elettorale deve restare fuori da un museo pubblico finanziato dai contribuenti" ha dichiarato la Melandri. Ma non sarà invece che quella pellicola non è scomoda solo per Berlusconi ma anche per il centrosinistra?

C'è una lunga intervista a Mario Monti, il "salvatore" della patria, con la bandiera dell'Europa alle spalle che incorona il suo mandato da "Prime minister". E poi una serie d'interviste, da Nanni Moretti a Matteo Renzi, che accusano soprattutto Massimo D'Alema di non aver voluto una legge seria sul conflitto di interessi, e la teorizzazione della trasformazione del centrosinistra in una malattia speculare al berlusconismo, che ha coltivato la cultura dell'assistenzialismo a favore dei propri fini politici.

Non proprio una carezza, (escluso per Monti). Ma se il presidente del museo non fosse stato fino a pochi mesi fa un politico, sarebbe successo lo stesso? La gestione della neonata Fondazione di un contenitore museale del contemporaneo, per sua natura ed etica, dovrebbe garantire distanza siderale da ogni interferenza politica più che da un film straniero in campagna elettorale.

"Il Maxxi era ignorato inizialmente poiché considerato dalle istituzioni un'avventura a perdere - spiega l'ex presidente Pio Baldi - poi la politica ne ha compreso i punti favorevoli e se n'è voluta appropriare". A nulla è servito lo sdegno e la protesta di gran parte del mondo dell'arte e della cultura subito dopo la nomina della Melandri, a fine ottobre 2012, mentre era ancora deputata.

È subentrata al commissario temporaneo, ha chiesto un'indennità per la presidenza pari a zero ed espresso le sue ambizioni "rivoluzionarie": affidare a una direzione internazionale la struttura (anche se attualmente sono in carica due Direttori italiani: Anna Mattirolo e Margherita Guccione) e mettersi al servizio del museo per un progetto di rilancio.

Si legge nel sito della Fondazione: "Il Maxxi intende essere non solo sede di esposizione delle opere d'arte del nostro secolo, ma anche luogo di innovazione culturale e sovrapposizione di linguaggi, laboratorio di sperimentazione artistica, macchina per la produzione di contenuti estetici del nostro tempo". Ma è davvero così o attualmente è ingarbugliata in meccanismi che poco hanno a che vedere con la sperimentazione, le mostre di livello internazionale e una competente programmazione?

Dei primi di dicembre è la nomina di Beatrice Trussardi e Monique Veaute come componenti del Consiglio di amministrazione, chiamate per "garantire al Maxxi il ruolo di centro propulsore e per il suo riposizionamento internazionale, per la garanzia di finanziamenti certi, anche con il coinvolgimento di soggetti privati".

Nel frattempo sparisce, senza troppe spiegazioni, lo sponsor Fendi, in trattativa quasi certa con la precedente gestione (che nel frattempo finanzierà con 3 milioni il restauro della Fontana di Trevi) e la mostra programmata dell'americano Jeff Koons.

In attesa della nomina (senza concorso, naturalmente) del nuovo Direttore, che forse nessun "international curator" azzarda ad accettare, il presidente Melandri ha intitolato la piazza davanti al Maxxi ad Alighiero Boetti e inaugurato un omaggio al grande artista da cui ci si aspettava molto, e che si è invece rivelata, a parere quasi unanime, una mostra inadeguata.

 

 

Caterina Raganelli Boetti e Giovanna Melandri Conti Melandri e Cazzullo aud29 melandri dalemaMELANDRI ORNAGHI FOTO INFOPHOTOGiovanna Melandri Giovanna Melandri Fulvio Conti Mario Monti Veltroni Melandri Vianello fci19 prodi melandri dalema pecoraro scanio

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…