DAMASCO COME SAIGON? OBAMA HA CAPITO CHE E’ MEGLIO UN ASSAD AZZOPPATO AL CAOS DI UN GOVERNO DEI “RIBELLI”

Bernardo Valli per La Repubblica

L'operazione siriana si annuncia come un intervento chirurgico di alta precisione, sul piano politico e militare. È presentata come un attacco "limitato", non solo nel tempo ma anche nelle intenzioni. L'obiettivo non è infatti di abbattere il regime di Assad.

Gli americani e i loro stretti alleati inglesi si propongono di infliggere al rais di Damasco una lezione, affinché non osi più compiere stragi di suoi connazionali con il gas nervino come è accaduto nella pianura della Ghouta.

Dunque si tratta di un'azione punitiva e dissuasiva. Ed è definita anche di "principio": la violazione delle norme internazionali non può restare senza risposta. Inoltre è in gioco la credibilità del presidente americano, impegnatosi un anno fa a reagire nel caso venisse superata la " linea rossa", ossia fossero impiegate armi tossiche. Gli Stati Uniti ripetono con insistenza che non vogliono entrare nella guerra civile siriana, che non è nelle loro intenzioni schierarsi con una delle parti a confronto.

La precisazione suona ambigua, perché l'ostilità americana, e quella occidentale in generale, al regime di Assad è stata proclamata da tempo, ed è stata accompagnata da aiuti (purtroppo insufficienti) alle organizzazioni moderate, laiche, della ribellione. In realtà la precisazione rivela il timore che una volta abbattuto il rais di Damasco gli subentrino al potere i jihadisti, i fondamentalisti, ispirati o imitatori di Al Qaeda, o per semplicità indicati con quella sinistra etichetta.

È difficile infatti stabilire quanto pesino quest'ultimi nell'opposizione rispetto all'Esercito siriano libero, una forza laica in cui gli occidentali ripongono la loro fiducia pur non giurando sulla sua capacità di imporsi.

Secondo questa visione la guerra civile siriana, in cui sono implicati quasi tutti i Paesi vicini, non è alimentata da due soli schieramenti contrapposti. Nell'opposizione si scontrano diverse correnti. Da qui la necessità di non abbattere Assad per non creare un vuoto in cui si installerebbe un potere islamista. Lo si deve indebolire, abbastanza per indurlo a comportarsi meglio nella repressione e magari a trattare, ma non troppo perché potrebbe crollare.

I quattro incrociatori della US Navy al largo della costa siriana dovrebbero lanciare i loro Tomahawk con la precisione appunto di un chirurgo impegnato in un intervento in cui oltre al bisturi è indispensabile il microscopio. I missili dovranno essere intelligenti: indebolire Assad ma non favorire Al Qaeda.

È un lavoro fine, da diplomatici di qualità. I Tomahawk dovranno ubbidire ai principi di Clausewitz ed essere, in quanto strumenti di guerra, una continuazione della politica: quindi colpire nella sanguinosa mischia seguendo i sottili calcoli degli strateghi occidentali, che hanno lasciato ingrandire il tumore siriano e che adesso sono scandalizzati per l'uso dei gas nervini e in preda al panico davanti a una metastasi. In realtà quei missili sono destinati a salvare le coscienze.

Hanno una missione dimostrativa. E ci si deve augurare che per vendicare le centinaia di morti del 21 agosto non se ne facciano mille di più. Ma se l'esito dell'intervento mirato appare incerto, un non intervento avrebbe a questo punto effetti disastrosi sulla credibilità di Barack Obama, per via del famoso e incauto annuncio della "linea rossa". Insomma tutto questo assomiglia a una trappola. Il regime degli Assad cominciato più di quarant'anni fa, era probabilmente destinato a un giusto naufragio.

L'avrei salutato con sollievo, pensando alle migliaia di vittime fatte da Hafez, il padre defunto, e da Bashar, il figlio salvato dall'Iran. La teocrazia fondata da Khomeini si è intromessa nella guerra civile siriana facendone un terreno di scontro del più ampio conflitto tra sciiti e sunniti. Assad jr, considerato un laico, è stato ed è tenuto a galla dagli ayatollah di Teheran.

Ed anche dai vecchi rapporti con la Russia, che ha in Siria il suo solo porto sul Mediterraneo, quello di Tartus. Non una base militare vera e propria, ma un attracco amico dove la flotta russa, proveniente dal Mar Nero e diretta a Gibilterra, trova un'incondizionata assistenza. È quel che resta dei tempi in cui la flotta sovietica spadroneggiava tra Alessandria e Algeri. Per l'Iran e per la Russia la Siria è un alleato irrinunciabile. La caduta di Assad, appartenente a una setta sciita (quella degli Alawiti), significherebbe l'isolamento per gli ayatollah di Teheran.

I sunniti al potere a Damasco sarebbero alleati preziosi per i sunniti dell'Iraq, dove già sono in lotta aperta con gli sciiti (a Bagdad si contano decine di morti quotidiani). E i contatti tra l'Iran e gli Hezbollah libanesi, punta di lancia sciita contro Israele e stretti alleati di Assad, sarebbero molto più difficili. Quando gli americani insistono sul carattere "limitato" della loro eventuale operazione siriana, pensano alle reazioni russe e iraniane.

Nel caso la punizione inflitta dalla Sesta flotta si rivelasse troppo pesante, Mosca potrebbe aumentare gli aiuti militari che già fornisce al regime di Damasco, e Teheran potrebbe moltiplicare gli iraniani che già combattono a fianco delle truppe di Assad. Invece di risultare indebolito, Assad uscirebbe rafforzato dalla lezione impartitagli dagli americani.

Gli Hezbollah si dedicherebbero con maggior zelo al terrorismo in Libano. Sul piano strettamente militare, quali obiettivi colpire con i Tomahawk? I bersagli di cui si parla non sono certamente quelli che saranno presi di mira. Non si rivelano al nemico i piani della battaglia imminente. È comunque assai improbabile che vengano colpiti gli stabilimenti in cui si preparano i gas nervini. Il pericolo di inquinamento lo sconsiglia, secondo gli esperti.

E le varie intelligence non escludono che unità ribelli, in particolare jihadiste, ne siano entrate in possesso. Aeroporti, caserme, comandi militari sono obiettivi vulnerabili. Ma il regime di Damasco ha avuto tutto il tempo di creare scudi umani e domani potrebbe denunciare la strage. Invece di correre il rischio di aggiungere morti ai morti, si possono appesantire seriamente le sanzioni contro i dirigenti siriani; si può affrontare diplomaticamente con decisione la Russia, affinché allenti l'aiuto a Assad; si può negoziare con l'Iran.

Ma soprattutto si devono dare infine all'opposizione siriana laica le armi necessarie per difendersi, ed anche l'appoggio per imporsi ai jihadisti. E tracciare un piano per il dopo Assad. Non c'è soltanto la politica delle cannoniere, che nella collera può essere approvata e sollecitata. Ma non con la ragione.

 

war obama obama war Obama war x obamaswar Navi Usa missile tomahawk cruiseASSAD DAMASCOarticle B E DC x ESERCITAZIONE MILITARE RUSSA ESERCITAZIONE MILITARE RUSSA Teheran testa un missile a lungo raggio

Ultimi Dagoreport

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO