renzi merkel a berlino

OCCHIO: SUI TITOLI DI STATO NELLA PANCIA DELLE BANCHE ITALIANE SI GIOCA LA NUOVA GUERRA CON LA GERMANIA - IL ''VETO'' POSTO DA RENZI TUTELA IL GOVERNO MA DISTRUGGE LE POSSIBILITÀ DI UNA GARANZIA BANCARIA EUROPEA - CONFINDUSTRIA BOCCIA LE NUOVE REGOLE UE: ''PIÙ RISCHI PER I RISPARMIATORI E FRENO ALL'ECONOMIA''

1. BANCHE:CSC,NUOVE REGOLE UE PIÙ RISCHI E FRENO ECONOMIA

RENZI MERKEL HOLLANDERENZI MERKEL HOLLANDE

 (ANSA) - "Le nuove regole sulle banche aumentano i rischi per l'economia e frenano la crescita in Italia". Lo scrive in una nota il Centro studi di Confindustria, secondo il quale "il bail-in aumenta i costi potenziali per i contribuenti rispetto ai tradizionali salvataggi bancari" mentre la soluzione della questione delle sofferenze bancarie "è ostacolata dalle norme Ue". Inoltre "il limite all'acquisto di titoli pubblici da parte delle banche farebbe salire il costo del credito e aumenterebbe i divari" in Ue.

 

RENZI MERKELRENZI MERKEL

"Alcune regole per le banche adottate di recente in Europa e altre che sono in discussione, tutte in teoria mirate a rafforzare il sistema bancario e ridurre i rischi per l'economia - scrive il Csc - sono in realtà controproducenti. Non solo per le economie dei paesi periferici, dove oggi si registrano le maggiori difficoltà, ma anche per quelle dei paesi core, che più hanno ispirato quelle regole". "La proposta di porre un limite all'acquisto di titoli di Stato domestici da parte delle banche - dicono gli analisti di Confindustria - non spezza il legame tra debito bancario e debito sovrano.

 

I sistemi bancari restano "nazionali" perché in ogni paese il rendimento dei titoli di stato guida i tassi di medio-lungo termine, in particolare il costo della raccolta bancaria. Inoltre, quel limite non farà fluire più credito all'economia, anzi lo ridurrà". Ci sono poi "le nuove regole per i salvataggi bancari (bail-in), che impongono perdite ad azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100mila euro degli istituti in crisi" che "sono volte a tutelare il contribuente" ma "in realtà, a fronte di difficoltà sistemiche, quadruplicano i costi per i contribuenti".

RENZI MERKELRENZI MERKEL

 

Quanto alle sofferenze bancarie "la grande mole di crediti deteriorati nei bilanci è stata causata dalla lunga e profonda recessione, non da una erogazione di prestiti poco accorta. Un insieme di interventi per liberare subito i bilanci bancari, tra cui la creazione di più società veicolo in cui trasferire le sofferenze, la diluizione delle eventuali perdite in più esercizi e l'accelerazione dei tempi di escussione delle garanzie, è indispensabile per rilanciare il credito e l'economia, ma alcune misure sono ostacolate dalle nuove norme europee". Peraltro "le garanzie statali a prezzi di mercato non risolvono il problema".

 

 

2. IL «VETO» DI RENZI A BERLINO E LA PARTITA SULLE BANCHE

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

MERKEL E SCHAEUBLEMERKEL E SCHAEUBLE

Con una mossa strategica, Matteo Renzi trasforma un dibattito fra tecnici di un oscuro comitato di Bruxelles in un duello politico plateale: il premier fa sapere che l' Italia «metterà il veto» su qualunque proposta di Berlino volta a ridurre gli investimenti delle banche nel debito pubblico del loro Paese. Per l' Italia sarebbe un cambio d' epoca, perché oggi gli istituti hanno in bilancio titoli di Stato per l' enorme somma di 389 miliardi di euro.

 

Minacciare un veto non serve, perché in questo caso una robusta maggioranza di governi basta per decidere. La posizione del governo di Roma peserà comunque. Ma strappare il velo della tecnica e mettere improvvisamente questa questione sotto i riflettori dei leader non rimuove due problemi che per ora erano rimasti un po' nell' ombra.

 

merkel schaeuble germania merkel schaeuble germania

Il primo è che per il nono anno di seguito il debito pubblico dell' Italia salirà. Anche nel 2016. Sia in assoluto, sia soprattutto rispetto al reddito del Paese. Malgrado l' impegno del governo in senso contrario, questo appare il risultato più probabile dopo un ingresso molto lento dell' intera economia nell' inverno e una la ricaduta dell' inflazione verso quota zero. La crescita reale non supererà l' 1,1% nel migliore dei casi, ben sotto le stime ufficiali; neanche l' inflazione salirà all' 1% come previsto, ma molto al di sotto.

 

Il risultato è che a fine anno il reddito del Paese risulterà probabilmente più piccolo del previsto di 25 miliardi, o anche più. Mancheranno poi le entrate da privatizzazioni, perché è chiaro che le Ferrovie dello Stato non andranno più sul mercato nel 2016. Quanto al deficit pubblico, Renzi ha detto che sarà al 2,5% del reddito e dunque anche quello un po' peggio del previsto.

 

jens weidmann  2jens weidmann 2

Un debito che ha l' aria di salire ancora dopo la Grande recessione fa risaltare il secondo elemento rimasto in ombra: in prospettiva il governo tedesco dubita profondamente della stabilità finanziaria dell' Italia e delle sue banche, proprio perché queste ultime sono così esposte in titoli di Stato. Dopo la Slovacchia, questo è il Paese nel quale gli istituti impegnano la quota più alta delle proprie attività in debito pubblico nazionale (l' 11% dei bilanci, contro l' 8% in Spagna, il 7% in Germania e il 3% in Francia).

 

Questa realtà a sua volta fa tornare come un boomerang l' elemento dal quale l' intera polemica era partita. Questo è un vero veto: la Germania non sosterrà mai un sistema europeo di garanzie sui depositi bancari, finché le banche stesse saranno così esposte sul debito dei rispettivi governi. Per Berlino ridurre gli investimenti degli istituti in titoli di Stati molto indebitati è essenziale, prima di impegnare denaro dei contribuenti tedeschi a garanzia di una crisi bancaria in Italia, Grecia o in Francia.

 

Jens WeidmannJens Weidmann

Quando Renzi respinge la richiesta tedesca, di fatto dunque rinuncia proprio a ciò che fino a ieri lui stesso chiedeva con più urgenza: una garanzia europea sui depositi, in modo da scongiurare il rischio di una corsa generalizzata dei risparmiatori agli sportelli non appena una banca finisce in dissesto.

 

Non è solo un' ipotesi di scuola. L' Italia in questi mesi ha toccato con mano quanto sottile sia la linea fra la normalità e una crisi bancaria. E l' anno scorso proprio l' assenza di una garanzia europea ha scatenato il panico e l' assalto del pubblico alle banche greche, finendo per paralizzare il Paese. Benché le ricette proposte siano discutibili, l' idea tedesca di tagliare il cordone ombelicale fra banche e governi ha dunque una sua logica.

Jens Weidmann e Angela MerkelJens Weidmann e Angela Merkel

 

In Grecia e a Cipro il sistema finanziario è crollato perché aveva investito pesantemente in titoli di Stato di Atene; quando lo Stato è entrato in crisi, ha trascinato le banche in una sorta di spirale che passa dal debito pubblico, a una stretta al credito, fino all' economia reale.

 

L' Italia di oggi non è fragile come la Grecia cinque anni fa, ma questo legame a doppio filo fra banche e debito pubblico non è normale, né tradizionale. Fino al 2008 l' esposizione degli istituti italiani in titoli di Stato era appena un quarto rispetto a oggi. Limati gli spigoli delle proposte di Berlino, e delle parole di Renzi, lo spazio tecnico di un compromesso c' è. Basta capire che oggi forse serve più qui che in qualunque altro angolo dell' area euro.

 

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO