pansa salvini

GIAMPAOLO PANSA FA IL CONTROPELO A SALVINI: “E' UN LEADER AUTORITARIO CHE STA FACENDO LE PROVE PER TRASFORMARE LA NOSTRA SCALCINATA REPUBBLICA IN UNA DITTATURA” - “NELLA PRIMA REPUBBLICA NESSUN LEADER POLITICO AVEVA UNA VOCAZIONE AUTORITARIA DELLA STESSA FORZA DI QUELLA DEL LEGHISTA: HA MOLTI PARLAMENTARI PRONTI A OBBEDIRGLI SENZA BATTER CIGLIO, NON HA DISSIDENTI, NON ESISTE NESSUNO CHE IN PUBBLICO OSI DIRE CHE SBAGLIA. E POI E' RIUSCITO A..."

giampaolo pansa

Giampaolo Pansa per Dagospia

 

Comunque si concluda l’odissea della nave “Diciotti” e dei suoi 177 migranti eritrei, esiste una certezza: l’Italia ha un leader autoritario che sta facendo le prove per trasformare la nostra scalcinata repubblica in una dittatura che si svela giorno dopo giorno. Il leader autoritario è Matteo Salvini, il Putin leghista, il ministro dell’Interno dal pugno di ferro, il politico che si considera superiore a tutti e si comporta di conseguenza. 

 

matteo salvini con l'ambulante moussa mbaye

Da quanto tempo i media si occupano di Salvini? Da molti anni. Ma sulle prime è sembrato soltanto un valletto del vecchio leader della Lega, l’Umberto Bossi. Poi ha iniziato a scalare la piccola montagna del sistema leghista. Dapprima ha mandato all’ospizio l’Umberto, quindi ha tolto ogni potere ai colonnelli che si illudevano di diventare gli eredi bossiani.Chi si ricorda più di un certo Maroni che pure è stato il governatore della Lombardia? L’unico sottocapo leghista che sta ancora in piedi è il veneto Zaia, ma prima o poi il Salvini manderà anche lui a insaccare il fumo.

 

MATTEO SALVINI LEGGE FORNERO

Forse non ce ne rendiamo conto, ma nella prima repubblica nessun leader politico aveva messo in luce una vocazione autoritaria della stessa forza di quella del Salvini. Palmiro Togliatti, che la borghesia moderata temeva come la peste, era soltanto un funzionario del grande Giuseppe Stalin, il satrapo sovietico che si atteneva al patto di Yalta e considerava l’Italia un protettorato americano.

 

matteo salvini in romagna

Amintore Fanfani che noi giornalisti democratici consideravamo un diavolo in terra era in realtà un signore che da buon toscano non risparmiava le parole, ma aveva un solo traguardo: invecchiare bene accanto alla giovane moglie. Giorgio Almirante, il leader neo fascista, non aveva nessuna intenzione di far rivivere i tempi di Benito Mussolini.

 

Salvini non appartiene a quella generazione che parlava molto, ma combinava poco. Prima o poi i politologi dovranno mettersi a studiare il caso del sultano leghista. Per cercar di comprendere quali siano le qualità negative che lo rendono un pericolo per la democrazia italiana. Il Bestiario pensa di poter aiutare con qualche osservazione da cronista i cervelloni che prima lo studiano e meglio sarà.

 

MATTEO SALVINI

Prima di tutto Salvini ha una passione smodata per il lavoro politico. Lo si capisce quando sta al fianco del premier Conte e lo ascolta parlare in pubblico nella veste di presidente del Consiglio. Come è naturale, in quel caso il boss leghista tace, poiché così prevede l’etichetta istituzionale. Ma anche un bambino capirebbe che Salvini sta sui carboni ardenti. Di certo pensa che il premier dica delle superbe cazzate. Mormora a se stesso; prima o poi, sarò io a sedere sulla poltronissima di Palazzo Chigi. E allora vedrete con quale coraggio si muove un leader.

elisa isoardi matteo salvini

 

L’altra qualità di Salvini è di sperimentare la dittatura nel suo stesso partito. La Lega ha una quantità di voti che la colloca tra le prime potenze politiche italiane. Ha molti parlamentari pronti a obbedire al Sultano senza batter ciglio. Però non ha dissidenti. E non esiste nessuno che in pubblico osi dire che Salvini sbaglia. Nella secondo guerra mondiale, persino Winston Churchill aveva degli oppositori. A cominciare dal conte Alifax che voleva trattare con Hitler. Ma il Sultano ha tagliato la lingua a tutti i dissidenti leghisti. E nulla ci impedisce di credere che farà lo stesso con quanti non appartengono al suo esercito.  

matteo salvini bagno piscina confiscata al boss 1

 

La terza qualità di Salvini è di non fare mai il passo più lungo della gamba. Ha saputo programmare con astuzia la sua scalata al potere. E’ stato un seguace di Bossi, poi un graduato leghista, quindi un apprendista veloce e astuto, infine il ministro dell’Interno, il più importante in un governo guidato da un signor Nessuno come il premier Conte. Il Sultano ha un sesto senso per le posizioni che possono offrigli una grande popolarità e dunque molti voti.

 

matteo salvini si spoglia durante il suo matrimonio

Non è azzardato prevedere che le prossime elezioni politiche lo vedranno trionfare in tutti i collegi, a cominciare da quelli del Mezzogiorno. Per questo Salvini ha smesso di parlare di terroni, di clientele sudiste e di mangiaspaghetti. Si sta prepando a fare bingo e a sostituire quel derelitto di Conte a Palazzo Chigi. Da quel momento in poi che cosa farà? Nessuno è in grado di prevederlo. Ma se devo rispondere alla domanda se farà meglio o peggio di oggi, la mia previsione è una sola: farà peggio.

 

matteo salvini palio siena 6

Esiste infine un ultimo quesito. C’è un modo per fermare la marcia del Sultano verso il potere assoluto? Uno non si può neppure immaginarlo per non apparire dei pazzi incoscienti. L’altro è quello di sconfiggere Salvini con le armi della democrazia. Il guaio è che la democrazia prevede l’esistenza di un’opposizione. Ma questa in Italia non esiste più. Se ci fosse, la tragedia della Diciotti e dei 177 migranti eritrei non sarebbe mai accaduta.

salvini kebab

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