meloni binaghi mezzaroma appendino

PERCHÉ IL GOVERNO MELONI HA MINACCIATO DI NON SGANCIARE IL CONTRIBUTO PUBBLICO DI 97,5 MILIONI DI EURO PER SOSTENERE LE ATP FINALS AL PRESIDENTE DELLA FEDERTENNIS ANGELO BINAGHI? IL PROBLEMA ALL’ORIGINE DELLO SCONTRO RIGUARDA IL COMITATO DOVE TRA FABRIZIO RICCA (LEGA), SIMONE VALENTE (M5S) E FABRIZIO TROPIANO DELLA FIT, BRILLA IL NOME DALL’EX SINDACA GRILLINA DI TORINO, CHIARA APPENDINO, COME PRESIDENTE. UNA GOVERNANCE COSÌ PENTASTELLATA FA VENIRE UN COCCOLONE AI FRATELLI D’ITALIA DI SPORT E SALUTE CAPITANATI DA MARCO MEZZAROMA (E MEZZA-MELONI) - LA RETTIFICA DELLA FEDERTENNIS: "APPENDINO E VALENTE NON SONO PIU' NEL COMITATO DA ANNI..." -LA DAGO-RISPOSTA: "PRENDIAMO ATTO DELLA SMENTITA MA CHE IL PRESIDENTE DELLA FEDERTENNIS ANGELO BINAGHI ABBIA SOLIDI RAPPORTI CON CHIARA APPENDINO È CONFERMATO DAL FATTO CHE L'EX SINDACA DI TORINO E' LA VICEPRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE GUIDATA DALLO STESSO BINAGHI..."

LA RETTIFICA DELLA FEDERTENNIS

Chiara Appendino  e Simone Valente non fanno più parte del comitato da quando la Appendino non è più sindaca di Torino.

 

Fanno parte del Comitato:
Stafano Lo Russo
Fabrizio Maria Tropiano
Yuri Morico
Marina Chiarelli

 

...E LA DAGO RISPOSTA

Prendiamo atto della smentita ma che il presidente della Federtennis Angelo Binaghi abbia solidi rapporti con Chiara Appendino è confermato dal fatto che l’ex sindaca di Torino è la vicepresidente della federazione guidata dallo stesso Binaghi... https://www.fitp.it/federazione/Organizzazione/Organi-federali

 

DAGOREPORT

 

jannik sinner giorgia meloni

Perché il governo Meloni ha minacciato di non sganciare il contributo pubblico di 97,5 milioni di euro, previsto per il prossimo quinquennio, per sostenere le Atp Finals al presidente della Federazione tennis e padel, Angelo Binaghi?

 

Il problema all’origine dello scontro si chiama Comitato. L’evento privato di cui è proprietario un soggetto privato, l’Atp presieduta dall’ex tennista italiano Andrea Gaudenzi, è coordinato infatti da un Comitato di cui fanno parte la Città di Torino, la Regione Piemonte, l’Autorità di Governo competente in materia di Sport e la Federazione Italiana Tennis.

 

Tra Fabrizio Ricca (Lega), Simone Valente (M5s) e Fabrizio Tropiano della Fit, brilla il nome dall’ex sindaca grillina di Torino, Chiara Appendino, come Presidente del Comitato. Una governance così pentastellata fa venire un coccolone ai Fratelli d’Italia di Sport e Salute capitanati da Marco Mezzaroma (e mezza-Meloni).

 

ANGELO BINAGHI

Palazzo Chigi vuole, detto in termini di politichese, ‘’una composizione più ampia e condivisa’’ rispetto alla gestione precedente, accompagnando subito alla porta Appendino e cancellando ogni traccia del partito di Conte.

 

Altrimenti, Binaghi è liberissimo di tenerseli tutti e di continuare a fare le Finals a 5 stelle, ma faccia la cortesia di non chiedere i 100 milioni il contributo al governo Meloni. Anche perché il nemico più intimo di Malagò non ne ha bisogno: l’edizione del 2024, al netto dei contributi pubblici, si è chiusa con un utile di circa 17 milioni di euro.

 

 

BINAGHI-MELONI E LE ATP FINALS

 

Da www.lospiffero.com

 

sinner meloni

Le Atp Finals, uno degli eventi sportivi più prestigiosi al mondo, sono al centro di una battaglia politica che vede contrapposti il governo Meloni e la Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), guidata da Angelo Binaghi. La disputa, esplosa con il Decreto Sport, riguarda la gestione dell’evento, che resterà a Torino almeno fino al 2026, mentre in Italia, come previsto dagli accordi, fino al 2030. Tuttavia, il tentativo del governo di inserire un maggiore controllo politico sull’organizzazione ha scatenato polemiche, minacce di dimissioni e persino il rischio che l’Italia possa perdere il torneo. Un emendamento di Forza Italia ha cercato di mediare, ma il prezzo per l’autonomia della Fitp potrebbe essere altissimo: rinunciare a circa 100 milioni di euro di contributi pubblici.

 

Decreto Sport e l’“invasione” politica

simone valente chiara appendino angelo binaghi

Il Decreto Sport, approvato alla Camera, introduce una nuova governance per le Atp Finals, modificando il modello organizzativo che finora ha visto la Federazione gestire l’evento in autonomia con grande successo. Il provvedimento prevede la creazione di un Comitato organizzatore pubblico, composto da rappresentanti di governo, Regione PiemonteComune di Torino e Sport e Salute, la società partecipata del Ministero dell’Economia. Inoltre, il decreto istituisce una Commissione tecnica di gestione, che avrebbe il potere di intervenire su contratti e appalti, cuore economico dell’evento. Sport e Salute, guidata da Marco Mezzaroma, figura vicina alla premier Giorgia Meloni, nominerebbe due dei sei membri del comitato, mettendo di fatto in minoranza la Fitp che si ritroverebbe con un solo rappresentante su cinque.

angelo binaghi e chiara appendino foto mezzelani gmt514

 

La giustificazione ufficiale del governo è legata ai circa 80 milioni di euro di contributi pubblici stanziati negli ultimi anni per le Atp Finals, ottenuti all’epoca dal Movimento 5 Stelle come contropartita per le Olimpiadi di Milano-Cortina. Secondo l’esecutivo, chi riceve fondi pubblici deve accettare un maggiore controllo statale. Tuttavia, la mossa è stata percepita come un tentativo di “occupazione politica” di un evento che genera profitti significativi e visibilità internazionale, soprattutto alla luce dei successi di Jannik Sinner, che hanno reso le Finals un “tesoro” ancora più ambito.

 

La reazione di Binaghi

Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, non ha nascosto il suo disappunto. Durante la presentazione del masterplan per l’edizione 2025 a Torino, ha dichiarato che le nuove norme sono “incompatibili” con gli accordi già in essere, che scadranno nel 2030, e ha persino ventilato le sue dimissioni: “Se il problema è la mia visione, sono pronto a farmi da parte”. Binaghi ha sottolineato il successo organizzativo delle Finals, con 149.410 biglietti venduti per l’edizione 2025 (un aumento del 4,5% rispetto al 2024) e un impatto economico sul territorio superiore al mezzo miliardo di euro, secondo il Boston Consulting Group.

angelo binaghi e chiara appendino foto mezzelani gmt512

 

A supporto della Fitp è scesa in campo l’Atp, l’Association of Tennis Professionals, che ha inviato una lettera ufficiale al governo italiano, firmata dal presidente Andrea Gaudenzi, chiedendo “chiarimenti urgenti” e minacciando conseguenze per l’evento, come un possibile spostamento all’estero, se la governance venisse modificata. La lettera, depositata anche in Commissione parlamentare, evidenzia il timore che un’ingerenza politica possa compromettere l’autonomia organizzativa e il prestigio internazionale del torneo.

 

Emendamento di FI: compromesso a caro prezzo

Dopo un durissimo scontro, un emendamento di Forza Italia, partito di maggioranza e vicino a Binaghi attraverso il capogruppo Paolo Barelli, altro uomo del Coni, ha cercato di disinnescare la tensione. La proposta, firmata dall’onorevole Raffaele Nevi, prevede che la nuova governance si applichi solo se la Federazione accetta i contributi pubblici. In altre parole, Binaghi può mantenere il pieno controllo delle Atp Finals, ma a patto di rinunciare a circa 100 milioni di euro di fondi statali previsti per le prossime cinque edizioni. Questo compromesso, pur rappresentando una parziale vittoria per la Fitp, pone la Federazione di fronte a un bivio: accettare l’ingerenza di Sport e Salute o sacrificare risorse cruciali per l’evento.

 

L’emendamento è stato accolto, ma il testo finale del Decreto Sport rafforza comunque il ruolo di Sport e Salute, che gestirà tutti gli eventi sportivi che ricevono contributi pubblici superiori a 5 milioni di euro. Questo aspetto ha alimentato le critiche di chi vede nella norma un tentativo di Fratelli d’Italia di consolidare il proprio controllo sullo sport italiano, con figure come Mezzaroma e Giuseppe De Mita, direttore del marketing di Sport e Salute e legato alla cerchia della premier, al centro della gestione.

jannik sinner ricevuto a palazzo chigi da giorgia meloni 1

 

Le implicazioni: autonomia contro risorse

La disputa sulle Atp Finals non è solo una questione di gestione sportiva, ma un caso emblematico del rapporto tra potere politico e autonomia delle istituzioni sportive. Binaghi, che in passato ha sempre dialogato positivamente con il governo, si trova ora in una posizione scomoda. Da un lato, rinunciare ai fondi pubblici potrebbe garantire alla Fitp il controllo totale dell’evento, ma a un costo finanziario elevato, considerando che le Finals generano profitti significativi anche grazie ai contributi statali. Dall’altro, cedere alla nuova governance significherebbe accettare un’ingerenza politica che potrebbe compromettere l’efficienza organizzativa e i rapporti con l’Atp.

 

marco mezzaroma giorgia meloni

Nel frattempo, il successo delle Finals continua a crescere: l’edizione 2024 ha registrato oltre 210.000 spettatori, un aumento del 77% rispetto al primo anno, e un impatto economico che contribuisce al pil italiano con 243 milioni di euro e un ritorno fiscale di oltre 84 milioni. Torino, confermata come sede fino al 2026, con possibilità di estensione al 2027, resta un punto di forza per l’Italia, ma il futuro oltre il 2030 rimane incerto.

 

Un futuro in bilico

La partita sulle Atp Finals è tutt’altro che chiusa. Binaghi, forte del sostegno dell’associazione internazionale e di parte della maggioranza, come Forza Italia, potrebbe continuare a negoziare per limitare l’influenza di Sport e Salute, magari legando i poteri pubblici a una rendicontazione più trasparente senza cedere il controllo operativo. Tuttavia, il governo Meloni sembra determinato a non arretrare, e la presenza di figure vicine alla premier nei ruoli chiave di Sport e Salute lascia pochi margini di compromesso.

BINAGHI APPENDINO SWIATEK FOTO MEZZELANI

 

Il rischio più grande è che l’Italia perda un evento che, grazie ai successi di Sinner, si è consolidato come un’eccellenza sportiva e un volano economico. Le Atp Finals non sono solo un torneo, ma un simbolo del tennis italiano e del suo peso internazionale. La domanda ora è: prevarrà l’autonomia della Federazione o il controllo politico del governo? La risposta potrebbe ridefinire il futuro dello sport italiano.

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