matteo salvini meme maglietta putin

PUTIN CON I SUOI RAID HA BOMBARDATO ANCHE SALVINI - IL RITORNO DELLA CORTINA DI FERRO COSTRINGE I PARTITI A SCHIERARSI: IL TEMA DELLA RICOLLOCAZIONE POLITICA STA DIVENTANDO DRAMMATICO PER IL LEADER LEGHISTA - IL SILENZIO PUBBLICO DI BERLUSCONI SUL SUO AMICO PUTIN E’ STATO INTERROTTO SOLO DA TELEFONATE RISERVATE A MINISTRI (NON DEL SUO PARTITO) AI QUALI HA SPIEGATO CHE “C'È SPAZIO PER UNA MEDIAZIONE DELL'ONU” - DI MAIO HA EQUIPARATO PUTIN A UN ANIMALE. CONTE INVECE È ANCORA DISPERSO SULLA VIA DELLA SETA...

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

 

MATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTIN

Non sarà più destra contro sinistra e nemmeno europeisti contro sovranisti: la guerra ha prodotto una nuova cortina di ferro politica, che l'anno prossimo sarà il discrimine per chi vorrà proporsi alla guida del Paese.

 

L’Invasione dell'Ucraina ha posto fine alle ambiguità che erano sopravvissute pure alla nascita del governo «europeista e atlantista» di Draghi. Ancora poche settimane fa, infatti, era visibile quella corrente di pensiero - trasversale nei partiti - che ammiccava alla Russia e alla Cina. L'azione militare di Putin ha provveduto a rimarcare la vecchia linea di demarcazione che era stata cancellata, rilanciando il bipolarismo internazionale tra democrazie occidentali e autocrazie orientali.

 

WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN

Nel Palazzo c'è chi si è prontamente schierato e chi invece è stato colto alla sprovvista. Certo, sulla guerra a Letta non è costato un particolare sforzo personale collocarsi nel solco politico del suo maestro Andreatta, ma da segretario del Pd ha dovuto rottamare riti, miti e lessico di quanti nel partito hanno sempre praticato il «né né» e davanti alle immagini di Kiev hanno provato ad attestarsi sul «sì ma». Niente da fare, «perché sono in gioco la democrazia e la libertà».

 

Ritratto con l'elmetto dalla sinistra radicale, non si è curato di rompere con l'area pacifista del grillismo, secondo cui «se Letta continuerà a parlare, finiremo per entrare in guerra». C'è un pezzo del Movimento che non ha ancora capito qual è la posta, mentre un altro pezzo ha afferrato il senso. Di Maio - con toni esagitati - ha equiparato Putin a un animale. Buffagni si è levato in Aula per gridare che «noi vogliamo essere quelli del mondo libero». Conte invece è ancora disperso sulla via della Seta, fermo ai tempi in cui da premier teorizzava l'equivicinanza con Washington e Pechino. È vero che l'altro ieri è andato all'ambasciata americana per ribadire il «costante sostegno all'Ucraina». Ma è altrettanto vero che la sera prima - su Rai2 - aveva detto no agli investimenti nel settore della Difesa: «Non è il momento».

 

SALVINI PUTIN

D'altronde - ha scritto il Financial Times - «la fase è uno spartiacque per i populisti occidentali» che avevano subìto «il fascino dell'uomo forte efficace»: «L'idea che l'autocrazia abbia una sorta di orribile efficienza, rischia di sembrare ridicolo anche a loro». Putin con i suoi raid ha bombardato anche Salvini. E il tema della ricollocazione politica sta diventando drammatico per il leader del Carroccio, che ha imboccato una terza via prendendo a prestito le parole del Papa e l'impegno del volontariato per i profughi. Ma il suo passato l'ha inseguito in Polonia e a Strasburgo, dove l'Europarlamento ha additato le ingerenze straniere nell'Ue: compresi gli «accordi di cooperazione» tra Mosca e la Lega. Un macigno sulla via del governo.

 

salvini putin

Nel tempo delle scelte di campo, all'«atlantista ed europeista» Berlusconi fa velo l'amicizia con il presidente russo. Il suo silenzio pubblico è stato interrotto solo da telefonate riservate a ministri (non del suo partito) ai quali ha spiegato che «c'è spazio per una mediazione dell'Onu». Il Cavaliere, che per anni ha avvertito del «pericolo cinese», sulla Russia è stato scavalcato dalla Meloni: dal suo intervento alla convention repubblicana negli States, passando per il voto con la maggioranza in Parlamento, fino all'incontro con Mattarella, la leader di FdI ha rivendicato «l'appartenenza ai valori, alla cultura, alle radici comuni» del blocco Transatlantico.

SILVIO BERLUSCONI E VLADIMIR PUTIN COL LIBRO DI Giancarlo Lehner

 

Per quanto non le piaccia - come ha detto al Corriere.it - la «tendenza italiana» di fare «la parte delle cheerleader» in politica estera, non molla l'Europa e l'Occidente (pur «con i loro limiti») perché non molla l'idea di entrare a palazzo Chigi. È chiaro insomma che la cortina di ferro costringe i partiti a schierarsi. Ed è chiaro il motivo di questa posizione. Il rischio è che si riduca a una nuova forma di politicamente corretto, a un modello di conformismo dettato dal momento.

 

Che poi è la domanda sollevata dal centrista Quagliariello: «Quanto durerà questa condizione? Quando ci faranno annusare la benzina, ci sarà la stessa comune consapevolezza?». Siccome Draghi ha avvisato che «questa crisi sarà lunga», solo più avanti si capirà chi e fino a che punto sarà disposto a sostenere i costi della democrazia.

roma, manifesto fake di enrico letta in elmetto e giubbotto antiproiettile silvio berlusconi e vladimir putin 9

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…