ratzinger papa benedetto pedofilia

BOOM! IL PAPA EMERITO RATZINGER: ''LA PEDOFILIA NELLA CHIESA? FU TEORIZZATA L'IDEA CHE FOSSE GIUSTA. ''CLUB OMOSESSUALI'' SI FORMARONO IN MOLTI SEMINARI; VESCOVI CHE RIFIUTAVANO LA TRADIZIONE CATTOLICA, E PER ANNI HANNO COPERTO GLI ABUSI''. UN TESTO CHE È UN PUGNO NELLO STOMACO: ''IL COLLASSO SPIRITUALE È COMINCIATO NEL '68. UNA GIOVANE CHIERICHETTA MI HA RACCONTATO CHE IL VICARIO PARROCCHIALE INTRODUCEVA L’ABUSO SESSUALE SU DI LEI CON QUESTE PAROLE…''

 

IL TESTO INTEGRALE

https://www.corriere.it/cronache/19_aprile_11/papa-ratzinger-chiesa-scandalo-abusi-sessuali-3847450a-5b9f-11e9-ba57-a3df5eacbd16.shtml

 

 

Massimo Franco per www.corriere.it

PAPA RATZINGER E PADRE HERMANN GEISSLER

 

Con un’ombra di minimalismo, spiega di avere «messo insieme degli appunti con i quali fornire qualche indicazione che potesse essere d’aiuto in questo momento difficile». Ma sono ben altro. Le diciotto pagine e mezzo sulla «Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali», scritte dal Papa emerito, Benedetto XVI, rappresentano l’analisi più corposa dei vertici vaticani su un tema che sta squassando l’universo cattolico, e non solo: la pedofilia.

 

UN GIOVANE RATZINGER

E il fatto che arrivino dopo la riunione del febbraio scorso a Roma dei presidenti delle conferenze episcopali del mondo, convocati da Francesco, aggiunge interesse e mistero a questo documento. Anche perché Joseph Ratzinger punta il dito su un «garantismo» della Chiesa per il quale, negli Anni Ottanta del secolo scorso, sulla pedofilia «dovevano essere garantiti soprattutto i diritti degli accusati. E questo fino al punto di escludere di fatto una condanna. Il loro diritto alla difesa venne talmente esteso che le condanne divennero quasi impossibili».

 

La pubblicazione

Il testo è un pugno nello stomaco. E probabilmente non potrà non creare polemiche, perché ci sarà chi vedrà nelle affermazioni di Benedetto XVI un attacco a un’evoluzione dei costumi in Occidente negli ultimi cinquant’anni. Joseph Ratzinger parte da lontano, e spiega di avere deciso di pubblicarlo sul mensile tedesco Klerusblatt dopo «contatti», li definisce così, con il segretario di Stato, Pietro Parolin, e con lo stesso Papa Francesco. Dunque, ne ha informato i vertici della Santa Sede.

 

PAPA WOJTYLA - BERGOGLIO - RATZINGER

Ma scorrendolo, probabilmente qualcuno avrà la sensazione che finisca per affiancare e sovrastare le conclusioni della riunione globale di febbraio. E sarà tentato di considerare gli «appunti» come un modo per dare profondità teologica e spessore culturale alle conclusioni raggiunte in quella sede: come se fossero mancati nelle risposte agli scandali sulla pedofilia tra i sacerdoti. Se Benedetto ha sentito il bisogno di aggiungere il suo pensiero a quello ufficiale, si sente dire, significa che non è stato del tutto convinto dalla reazione ufficiale della Chiesa, nonostante l’inasprimento delle pene e il «grazie» netto all’azione di papa Francesco.

 

 

«Collasso morale»

RATZINGER E I MANIFESTI ANTI BERGOGLIO

Il Papa emerito si affaccia sull’abisso che si è aperto in mezzo secolo di quella che sembra bollare solo come cultura della trasgressione. E lo analizza, lo denuncia, lo osserva senza nascondere nulla delle responsabilità della nomenklatura ecclesiastica. C’è un’espressione che ricorre spesso nelle sue riflessioni: «Collasso morale». Ratzinger lo fa risalire alla seconda metà degli Anni Sessanta del secolo scorso: a quella «fisionomia della Rivoluzione del 1968» della quale farebbe parte «anche il fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente».

 

«Mi sono sempre chiesto», annota, «come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l’enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi». Fu nello stesso periodo, a suo avviso, che cominciò «un collasso della teologia morale cattolica che ha reso inerme la Chiesa di fronte a questi processi della società». Si tratta di un processo proseguito, a suo avviso, negli Anni Settanta e Ottanta, quando la pedofilia è diventata «una questione scottante».

RATZINGER

 

«Club omosessuali»

Lo sguardo di Benedetto è puntato soprattutto sulla sua Germania come laboratorio di una trasgressione progressiva. Ma da lì spazia sugli Stati Uniti e abbraccia in una visione pessimistica, quasi apocalittica, l’intero Occidente. Nella sua analisi racconta come in quel periodo si radicò l’idea che non esistesse più il bene, «ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanze è relativamente meglio». La crisi, a quel punto, aveva raggiunto «forme drammatiche».

 

Parla di «club omosessuali» che si formarono in molti seminari; di vescovi che rifiutavano la tradizione cattolica, e non solo negli Stati Uniti, in nome di «una specie di moderna cattolicità». Accenna al fatto che in alcuni seminari, addirittura «studenti sorpresi a leggere i miei libri venivano ritenuti non idonei al sacerdozio». E «la Santa Sede sapeva di questi problemi», sebbene non in dettaglio. Il Papa emerito rivaluta lo sforzo compiuto da Giovanni Paolo II per arginare quella che ha ritenuto una deriva pericolosa. Ne sottolinea la figura e la fermezza teologica, in un momento in cui, invece, alcune correnti progressiste del cattolicesimo tendono a svalutarlo.

PIETRO VITTORELLI E RATZINGER

 

«Bisogna riflettere seriamente»

Fu il pontefice polacco, ricorda il successore, a pubblicare nel 1993 un’enciclica, la Veritas Splendor, che «conteneva l’affermazione che ci sono azioni che non possono mai diventare buone. Ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno anche al di sopra della conservazione della vita fisica. Dio» scrive Benedetto XVI, «è di più anche della sopravvivenza fisica».

 

Per questo, ribadisce che «è importante e abbisogna di garanzia non solo il diritto dell’accusato. Deve proteggere anche la fede, che al pari è un bene importante protetto dalla legge». La duplice garanzia, a suo avviso, è «la protezione dell’accusato e la protezione giuridica del bene che è in gioco». Ma quando oggi se ne parla, «ci si scontra con sordità e indifferenza... È una situazione preoccupante, sulla quale i pastori della Chiesa devono riflettere seriamente». Rispuntano i controversi «valori non negoziabili», seppure chiamati diversamente, che hanno caratterizzato i pontificati prima di quello di Francesco.

 

«Dio assente nella sfera pubblica»

RATZINGER

Ma il pontefice tedesco vede in quanto è accaduto e sta emergendo proprio la rinuncia a quei valori. E chiama in causa le responsabilità dell’Occidente. «La società occidentale», denuncia, «è una società nella quale Dio nella sfera pubblica è assente e per la quale non ha più nulla da dire. In alcuni punti, allora, a volte diviene immediatamente percepibile che è divenuto addirittura ovvio quel che è male e distrugge l’uomo. È il caso della pedofilia».

 

Benedetto XVI ricorda come «non molto tempo fa» fosse «teorizzata come del tutto giusta»; e come si sia «diffusa sempre più. E ora, scossi e scandalizzati, riconosciamo che sui nostri bambini e giovani si commettono cose che rischiano di distruggerli. Che questo potesse diffondersi anche nella Chiesa», aggiunge, «deve scuoterci e scandalizzarci in maniera particolare. Come ha potuto la pedofilia raggiungere una dimensione del genere? Il motivo sta nell’assenza di Dio».

 

«Quella giovane chierichetta...»

Il vuoto non riguarda solo il mondo esterno alla Chiesa. Ratzinger vede nel calo drammatico dei fedeli alle Messe domenicali la riduzione di queste celebrazioni a «gesto cerimoniale». E raccomanda non «un’altra Chiesa inventata da noi», ma un «rinnovamento della fede».

 

BERGOGLIO RATZINGER

Per far capire il solco profondo scavato dai sacerdoti pedofili in questi decenni, cita un episodio raggelante. «Una giovane ragazza che serviva all’altare come chierichetta mi ha raccontato che il vicario parrocchiale introduceva l’abuso sessuale su di lei con queste parole: “Questo è il mio corpo dato per te”. È evidente», chiosa, «che quella ragazza non può più ascoltare le parole della consacrazione senza provare terribilmente su di sé tutta la sofferenza dell’abuso subito». Ma il testo va ancora più a fondo. E mette in discussione il modo in cui negli ultimi anni la Chiesa è stata percepita: come un apparato politico.

eggs benedict

 

La Chiesa come apparato politico

Secondo il papa emerito, «di essa si parla solo utilizzando categorie politiche e questo vale perfino per dei vescovi che formulano la loro idea sulla Chiesa di domani in larga misura quasi esclusivamente in termini politici. La crisi causata da molti casi di abuso ad opera di sacerdoti spinge a considerare la Chiesa addirittura qualcosa di malriuscito che dobbiamo prendere per mano noi stessi».

 

Ma secondo Ratzinger si tratta di un’illusione, di una «proposta del diavolo». A suo avviso, non esiste «una Chiesa migliore creata da noi stessi». E infatti, la parte finale dei suoi «appunti» è una rivendicazione dell’esigenza di «contrapporre alle menzogne e alle mezze verità del diavolo tutta la verità: sì, il peccato e il male nella Chiesa ci sono», scrive il Papa emerito. «Ma anche oggi c’è pure la Chiesa santa che è indistruttibile. La Chiesa di oggi è come non mai una chiesa di martiri...».

 

condom papa

Il ringraziamento a Francesco

Il tono è drammatico, somiglia a un grido degno di una sorta di requisitoria. Indica una strada lastricata di errori tragici, e di una perdita progressiva dell’identità cattolica. E addita una via d’uscita dai tanti «collassi» morali di mezzo secolo attraverso scelte difficili, radicali, che non prevedono scorciatoie. E probabilmente promettono di dividere il mondo cattolico, e non solo, prefigurando nuovi spartiacque. L’impressione è che dall’eremo vaticano nel quale vive dalle sue dimissioni del 2013, Benedetto XVI guardi già oltre questa fase; e oltre il pontificato dello stesso Francesco, al quale rivolge un accorato ringraziamento finale «per tutto quello che fa».

benedetto xvi

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO