papa piu' papa

RATZINGER PER NIENTE “NASCOSTO”: ISTRUISCE PAPA FRANCESCO SU VATILEAKS

Paolo Rodari per "la Repubblica"

Un colloquio di 45 minuti riservato e violato soltanto da una telecamera del Centro televisivo vaticano che ha immortalato su di un tavolo una grossa scatola con sopra una busta bianca chiusa, il cui contenuto resta sconosciuto: un memorandum per Papa Bergoglio o semplicemente un regalo di Ratzinger al suo successore?

È il primo faccia a faccia, avvenuto ieri a Castel Gandolfo, fra i due Papi, Francesco e Benedetto. Più che un passaggio di consegne, l'occasione per Francesco di porre domande a Benedetto, il quale, dopo la rinuncia al papato, non si permette di avanzare proposte né di suggerire argomenti di discussione. Così l'incontro di ieri l'ha condotto il nuovo Papa, tre quarti d'ora di domande a colui che per sette anni e mezzo ha avuto in mano il governo della Chiesa e anche della Curia romana.

Tanti i temi d'interesse: non soltanto lumi sulla Relatio dei tre cardinali "inquisitori" dedicata a Vatileaks, con nomi e cognomi dei traditori interni, ma anche, e soprattutto, le domande sul futuro della Chiesa, i dossier aperti da mesi sul tavolo di Benedetto e ancora non risolti.

Papa Francesco è stato eletto grazie alla spinta dei cardinali extra curiali che chiedevano a gran voce un cambio di rotta e di gestione dopo i problemi di governance interna. Poi si sono accodati i curiali in opposizione alla candidatura forte di Angelo Scola. Francesco, durante le Congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave, ha tenuto un breve intervento nel quale la parola che maggiormente ha fatto risuonare nell'Aula Paolo VI è stata «misericordia ».

Ora, per lui, si tratta di trovare il giusto compromesso fra la necessità di usare misericordia e insieme la richiesta pressante di fare pulizia. Ripulire la Curia dai traditori e, insieme, ripulire la Chiesa che lo stesso Ratzinger nel 2005 nella via crucis al Colosseo disse essere piena di «sporcizia». Un tema, quello delle divisioni interne che sporcano la Chiesa, che non a caso verrà toccato anche nelle prossime meditazioni della medesima Via Crucis che sono state affidate a un cardinale elettore di Bergoglio, il patriarca di Antiochia dei Maroniti Béchara Boutros Raï. Egli ricorderà come la Chiesa sia «oppressa sotto la croce delle divisioni che allontanano i cristiani gli uni dagli altri e dall'unità». Come usare misericordia e come fare pulizia, dunque, sono la domande di Papa Francesco.

Prima di lasciare il papato, nella sagrestia della basilica vaticana, Benedetto si è rammaricato per non aver centrato il progetto capitale della riforma della Curia romana, oggi troppo burocratizzata e troppo verticistica. «Serve un governo più collegiale », afferma da tempo il cardinale tedesco Walter Kasper, citato da Bergoglio durante il suo ultimo Angelus. Ratzinger lascia nelle mani di Francesco la bozza Nicora-Coccopalmerio, redatta appositamente per rivoluzionare in misura più orizzontale il governo della Chiesa, ma Bergoglio sa che si può fidare anche dei suggerimenti del cardinale Claudio Hummes, ex prefetto del clero, che ben conosce i meccanismi interni e soprattutto gli uomini.

Ratzinger ha lasciato all'ex Sant'Uffizio i dossier dottrinali, su tutti il problema dei lefebvriani. Bergoglio non è dunque da Ratzinger che riceverà lumi in merito. Come non è da lui che riceverà quella bozza d'enciclica sulla fede che la Dottrina della fede aveva preparato auspicando che poi Benedetto vi mettesse mano. Visto che il Papa emerito non ha trovato il tempo per farlo, non è affatto da escludere che la prima enciclica di Francesco non sia sul tema della fede, ma su un altro.

Dalla Curia viene anche un dossier che si dice molto duro, curato dal cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz e dedicato allo stato degli istituti religiosi nel mondo. Il quadro che ne uscirebbe sembra desolante: non ci sono più vocazioni e quelle che ci sono faticano a reggere. Ma altri dossier sono nelle mani della segreteria di Stato, non soltanto quello sui problemi con la Cina, dove i vescovi "romani" soffrono violenze e soprusi, ma anche quello sul tema caldissimo dei martiri cristiani.

La notizia delle scorse ore è che Bergoglio è scoppiato a piangere giovedì scorso davanti a Louis Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei (Baghdad). Questi gli raccontava in udienza privata della Chiesa perseguitata in Iraq, dei suoi 950 martiri e delle sue 57 chiese attaccate. «Ho visto delle lacrime scendere sul volto di Papa Francesco », ha detto il patriarca.

 

 

PAPA PIU' PAPAPAPA PIU' PAPAPAPA PIU' PAPARATZINGER BERTONE E ALTI PRELATI Braz de Aviz images cardinal walter kasper

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO