1- UN SALTO NEL VOTO: 25 GIORNALISTI, ARTISTI E INTELLETTUALI “DE SINISTRA” FANNO SU “MICROMEGA” I LORO ENDORSEMENT PER LE ELEZIONI: ZERO DESTRA E MONTI, MA POCO PD 2- MOLTI PER INGROIA, COME TRAVAGLIO CHE LO VOTERÀ ALLA CAMERA, MA DARÀ IL SUO “VOTO UTILE” PER IL SENATO A GRILLO, VISTO CHE L’EX PM DIFFICILMENTE SUPERERÀ L’8 PER CENTO 3- PER VENDOLA CI SONO LIDIA RAVERA, DANIELE VICARI, LUCIANO GALLINO, SABINA GUZZANTI 4- POCHI PIDDINI: AUGIAS, DALLA CHIESA E CORRIAS CHE NON VOTERÀ “PER GLI ULTRACONSERVATORI DI SEL NÉ PER DI PIETRO, DE MAGISTRIS, INGROIA PERCHÉ HANNO RESO VERA (E DISARMANTE) QUELLA CARICATURA BERLUSCONIANA DEL “PARTITO DEI GIUDICI” 5- FRECCERO NON ESCLUDE DI VOTARE RIVOLUZIONE CIVILE ALLA CAMERA E BERSANI AL SENATO 6- CURIOSo: BEPPINO ENGLARO PER I SOCIALISTI, TONI NEGRI CON I MARXISTI PER TABACCI

DAGOREPORT

Rivoluzione Civile e Sinistra e Libertà con maggioranza alla Camera, Movimento 5 Stelle che fa boom al Senato. Qualche deputato sparuto a Pd, uno ai Socialisti, uno ai Marxisti per Tabacci. Niente Monti, niente centrodestra. Non è il sondaggio di un pazzo, ma il riassunto delle indicazioni di voto dei 25 giornalisti, artisti e intellettuali che hanno firmato i loro endorsement nel prossimo numero di MicroMega (in edicola da domani, 7 febbraio).
Sinistra e Libertà, il partito di Vendola alleato al Pd, registra non poche adesioni.

Da Lidia Ravera a Roberto Esposito, da Daniele Vicari (il regista di Diaz) a Luciano Gallino, da Marco D'Eramo a Giorgio Parisi. Per Sel si è dichiarata - su Twitter - anche Sabina Guzzanti.
La maggioranza di MicroMega voterà, come prevedibile, Rivoluzione Civile. Da Moni Ovadia ("In difesa della Costituzione") a Carlo Formenti ("ma con delusione").

L'indicazione di voto più frequente è però quella del voto disgiunto. Una sorta di "voto utile in salsa giustizialista". Considerata l'impossibilità, fatte salve due o tre regioni tra cui la Campania, di raggiungere l'8 percento al Senato, molti sostenitori di Ingroia lo voteranno soltanto alla Camera (dove lo sbarramento è al 4%). Optando per Beppe Grillo al Senato.

Non a caso la dichiarazione di voto più attesa, quella di Marco Travaglio, è proprio su questa linea: Rivoluzione Civile alla Camera e Movimento 5 Stelle al Senato. Così Travaglio. "Credo che voterò Rivoluzione civile alla Camera e Movimento 5 Stelle al Senato. È il mio modo di intendere il «voto utile», visto che nel mio Piemonte difficilmente la lista di Ingroia supererà lo sbarramento dell'8 per cento necessario per entrare in Senato.

Ho deciso di premiare questi due movimenti per vari motivi.
1) Sono le uniche novità nello stantio panorama politico, dove chi ci ha governati così bene negli ultimi 20-30 anni continua a promettere cose che, quando poteva, non ha mai fatto.
2) Sono le sole liste che non candidano impresentabili (inquisiti, imputati, condannati o portatori di conflitti d'interessi).
3) Garantiscono un'opposizione radicale al berlusconismo e all'ammucchiata Pd-Sel-Monti prossima ventura.

4) Sostengono senza distinguo la lotta alla corruzione, alle collusioni malavitose e alla criminalità finanziaria, che sono la principale causa della crescita sottozero dell'Italia.
5) Hanno detto parole chiare e inequivocabili contro la trattativa Stato-mafia e contro chi ha tentato, dal Quirinale in giù, di insabbiare o condizionare le relative indagini". Sulla stessa lunghezza Paolo Flores D'Arcais, direttore di MicroMega ("Come si sarà capito, voterò Rivoluzione civile. Certamente alla Camera, mentre al Senato, se nella mia regione ci fosse assoluta certezza che non potrà raggiungere il quorum, voterò M5S") e - pare - buona parte della redazione del Fatto Quotidiano.

Tale orientamento era stato esplicitato una settimana fa anche da un articolo ("Votare Ingroia al Senato è inutile?") di Andrea Scanzi, che su MicroMega non esclude di votare Ingroia alla Camera ma si dichiara più propenso a votare M5S in entrambi i rami del Parlamento ("Con gli attivisti 5 Stelle in parlamento ci sarà un'opposizione reale che non farà sconti: l'esatto contrario dei Violante").

Si discosta in parte Carlo Freccero, che dopo avere riflettuto amaramente sullo svilimento del voto ("In morte della democrazia"), non esclude di votare all'ultimo momento Ingroia alla Camera e Bersani al Senato.
Pochi i sostenitori del Partito Democratico: Corrado Augias, Nando dalla Chiesa e Pino Corrias. Quest'ultimo, dopo aver lodato Zingaretti, scaglia una bordata (non l'unica) contro Rivoluzione Civile.

E non solo su Rivoluzione Civile: "Non (voterò) per gli ultraconservatori di Sinistra ecologia e libertà, che difendono fabbriche e aree di crisi senza mai l'idea nuova di un possibile futuro. Non per Grillo, tanto iracondo da governare a malapena se stesso. Non per Di Pietro, de Magistris, Ingroia perché hanno reso vera (e disarmante) quella caricatura berlusconiana del «partito dei giudici». Mi resta la cagnara Pd per estrarre un nome, una competenza, una storia. Da aggiungere a quella di Nicola Zingaretti, mio unico candidato certo. Speriamo bene".

Tra le scelte più curiose c'è quella di Beppino Englaro, che voterà il Partito Socialista alleato a Bersani: "Un partito che spero ritrovi fino in fondo il coraggio di impegnarsi per far rispettare libertà e diritti fondamentali delle persone, come hanno saputo fare i friulani di formazione socialista". Ancora più singolare l'adesione (virtuale, perché non può votare) di Toni Negri ai Marxisti per Tabacci: "Non posso votare: la magistratura italiana mi ha - in perpetuum - tolto questo diritto. Non me ne lamento più di tanto: non dipende dalla giustizia italiana la mia frequentazione di governi e università straniere. (..) Realisticamente, se potessi votare, mi aggregherei alla folta schiera dei Marxisti per Tabacci: lui, almeno, ci garantisce i conti locali".

 

VEBDOLA BERSpier big MARXISTI PER TABACCI MARXISTI PER TABACCI MARXISTI PER TABACCI MARXISTI PER TABACCI Nando Dalla Chiesa Carlo Freccero BEPPE GRILLO SOTTO LA PIOGGIA A BOLOGNA BEPPE GRILLO FIRMA DAY BY THE HANDMARXISTI PER TABACCI MARXISTI PER TABACCI COVER MICROMEGA SULLE INTENZIONI DI VOTO BACIO TRA BERLUSCONI E FLORIS

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