giancarlo giorgetti matteo salvini

"SE VUOI MI FACCIO DA PARTE" - SALVINI SBROCCA AL TELEFONO CON GIORGETTI DOPO L'ENNESIMA CRITICA - E' UNA PROVOCAZIONE CHE PORTA DIRETTI AL CONGRESSO DI FINE ANNO, CON IL MESSAGGIO DI FONDO: ANDIAMO ALLA CONTA E VEDIAMO CHI COMANDA - GIORGETTI, CHE HA I SUOI IN PARLAMENTO, NON È DISPOSTO A SCENDERE IN CAMPO IN UNO SCONTRO FRONTALE - GLI SBERLEFFI DEI DEPUTATI LEGHISTI AL "CAPITONE" IN VERSIONE BUD SPENCER NELLE FOTO E NEI VIDEO MEME...

Francesco Olivo per "La Stampa"

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

Tra i corridoi di Montecitorio ieri era tutto un passarsi di mano i cellulari:«Hai visto il video?». Sugli schermi dei deputati leghisti scorrono sketch, «questo è Lo chiamavano Trinità», «me lo ricordo, è Banana Joe». Bud Spencer è stato il protagonista di giornata, il motivo è intuibile: Giancarlo Giorgetti ha accusato Matteo Salvini di essersi fermato ai film di Carlo Pederzoli e Terence Hill e non aver seguito il suo consiglio di fare il salto di qualità, agli Oscar con MerylStreep.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

Goliardia che nasconde la grande tensione che si vive in queste ore all’interno della Lega. Le parole di Giorgetti nell’intervista a Bruno Vespa, l’ennesima occasione di critiche al segretario, hanno colmato il vaso. Matteo Salvini non ha risposto pubblicamente, ma chi gli ha parlato lo descrive molto seccato, (eufemismo) e nei fatti ha mandato diversi segnali. Il momento è quello che è, e oggi Salvini radunerà tutti i vertici del partiti compresi quelli locali per mandare un messaggio: «Basta divisioni, le critiche non si fanno attraverso le interviste».

 

Un modo, se ce ne fosse bisogno, per mostrare al partito chi comanda («comando io») e per sfidare Giorgetti sul terreno meno favorevole al ministro: la conta delle truppe. L’obiettivo di depotenziare l’offensiva del ministro, che in pochi ammettono di comprendere fino in fondo, passa quindi per una prova di forza. Un organo che normalmente serve a fare da raccordo tra centro e periferia, dove normalmente i protagonisti sono i segretari regionali («nazionali», secondo la dizione post indipendentista rimasta soltanto in alcuni angoli dello statuto), oggi servirà per un altro scopo, un regolamento dei conti che potrebbe essere a senso unico.

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 7

Secondo fonti vicine al segretario, Salvini e Giorgetti dopo la diffusione delle frasi contenuto nel libro di Vespa si sono parlati. Nella conversazione il segretario si sarebbe lamentato vistosamente chiedendo di interrompere questo stillicidio di dichiarazioni che lo indeboliscono. Salvini, con toni accesi, avrebbe anche detto al suo vicesegretario: «Se vuoi mi faccio da parte». Una provocazione che porta diretti al congresso di fine anno, con il messaggio di fondo: contiamoci. Giorgetti ha i suoi in parlamento, ma non è disposto a scendere in campo, «se non per fare il premier al posto di Draghi», spargono veleno i deputati salviniani.

matteo salvini e giancarlo giorgetti 1

 

L’irritazione ieri si percepiva nettamente, al di là degli spezzoni di Bud Specer su Youtube, «Giorgetti si è abituato a giocare con un’altra squadra e ci vuole restare a vita - dice un deputato molto vicino al segretario - la cabina di regia dovrebbe servire per portare la voce del partito non per seguire in tutto il presidente del Consiglio».

 

Mario Draghi resta il convitato di pietra di questa battaglia. L’ipotesi che si voglia spostare sul Colle (uno di quelli citati al G20in un siparietto divertente con Boris Johnson e Sergio Mattarella) agita i parlamentari e apre scenari di ogni tipo. La (presunta) strategia di Giorgetti, ovvero far guidare la macchina a Draghi dal Quirinale non dispiace anche ad alcuni salviniani: «A un governo guidato da Franco o Cartabia noi possiamo dare l’appoggio esterno e andare più freschi a una campagna elettorale». Scenari che intrattengono i capannelli meno dei video di Bud Spencer.

giancarlo giorgetti matteo salvini a cernobbio

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