1- COMPLOTTO ANTI-MONTI! SBOTTA LISA LOWENSTEIN, L'EX MOGLIE NON DIVORZIATA (CAUSA IN CORSO) DI GRILLI: "MI STANNO USANDO MA NON HANNO PROVE. POICHÉ SI PARLA DEL MONTI BIS E NESSUNO LO VUOLE, ALLORA STANNO CERCANDO DI FAR CASCARE TUTTO" 2- “IL FATTO”: “GRILLI HA SOTTOVALUTATO IL PROBLEMA. SOPRATTUTTO HA SOTTOVALUTATO L’AVVISO MANDATOGLI DA DAGOSPIA. IL QUALE UN GIORNO NON QUALSIASI SCRISSE: “AVVISATE GRILLI CHE LA SUA EX MOGLIE AMERICANA È FURIOSA. LUI SI È FATTO UNA NUOVA FAMIGLIA MA IL DIVORZIO (E GLI ALIMENTI) NON ARRIVANO E PARE CHE LA BELLA SIGNORA LOWENSTEIN RACCONTA ALLE AMICHE ROMANE CHE È STANCA DI ASPETTARE ANCORA...” 3- ERA IL 4 GIUGNO SCORSO, E SOLO IL GIORNO DOPO I MAGISTRATI CHE INDAGAVANO SULLE TANGENTI FINMECCANICA AVREBBERO INTERROGATO ETTORE LIN-GOTTI TEDESCHI A PROPOSITO DELLA SUA ORMAI CELEBRE CENA DEL 23 MAGGIO CON GIUSEPPE ORSI

1- CASO GRILLI, PARLA L'EX MOGLIE: "MAI PRESO UN CENTESIMO DA ORSI"
Angelo Aquaro per Repubblica

"No, non posso sapere perché gli stanno facendo questo. Mi raccontano cose orribili. Ma sono cose molto più grandi della piccola Lisa Lowenstein che veniva da questa piccola città d'America, Rochester. Mi dicono: 'Oh, Lisa, si parla di Monti bis e nessuno vuole il Monti bis e così stanno cercando di far cascare tutto'".

-Signora Lowenstein, sta dicendo che dietro c'è una manovra per danneggiare il suo ex marito, il ministro del tesoro Vittorio Grilli?
"Io davvero non lo so. Lui sta facendo il possibile per cambiare le cose in Italia, un paese che amo, e come soffro a vedere tanti miei amici non possono più garantire un futuro ai figli. Ma la prego: non voglio essere tirata dentro in questa storia. Io non sono una persona pubblica".

-In un'intercettazione ambientale tra l'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, si dice che il suo ex marito le avrebbe fatto avere consulenze per la sua società d'arte con aziende di stato. In alcune carte c'è anche una cifra: 100mila euro. Ha mai preso quei soldi?
"Non c'è stato nessun pagamento. Dove sono le prove? Dove sono i versamenti? Dove sono i soldi? Ma lo ripeto: io non voglio essere tirata dentro questa storia. Mio marito, il mio ex marito ha parlato con quella dichiarazione al Sole24 ore: e lei pensa che io potrei dire qualcosa di diverso?".

-Potrebbe raccontare la sua verità.
"No, guardi, questa è una storia molto, molto più complicata di quello che crede. E io sono in una situazione molto, ma molto, molto difficile. Il mio matrimonio è finito bruscamente. Dopo 23 anni. Sa quanti sono 23 anni? Una vita".

-Gli ha parlato ultimamente? L'ha sentito dopo questa storia delle consulenze?
"No, è dal 2008 che non lo sento".

-Lei non ha ha mai provato a cercare lui e lui non ha cercato lei? Neppure in questo caso?
"Non mi faccia parlare".

-Nelle intercettazioni dicono che i soldi di quelle consulenze servivano a riparare i suoi investimenti sbagliati.
"Ma queste sono pure fantasie. Ma quali investimenti? Se avessi degli investimenti negli Stati Uniti.... No, guardi, tutta questa storia è molto più grande di me. Io non ho idea di cosa ci sia dietro. Ho i miei sospetti, certo. Non so di cosa parla questa gente quando parla di me: ma questo non vuol dire che non capisco che ci sia qualcosa dietro. Non sono una stupida consulente d'arte...".

-Ma perché non vuole parlarne?
"Ormai si sa pubblicamente che con il mio ex marito non abbiamo ancora chiuso la questione del divorzio. Io lavoro sodo, cerco di andare avanti per la mia strada. Sa cosa m'ha detto il mio avvocato? 'Lisa, fatti dire dove sono i soldi, almeno li puoi utilizzare'. Ovviamente scherzava: è una persona di una moralità straordinaria, mica uno di quegli squali che qui si prendono per i divorzi. Però, la prego davvero, qualsiasi cosa dicessi oltre il 'no comment' la mia situazione peggiorerebbe. E già difficile così. E' già doloroso così".

-Ma non crede che sarebbe meglio chiarire?
"Io non ho fatto niente di sbagliato. Mai visto un centesimo. Centomila euro? Mai visti in nessun contratto con nessuna azienda in nessuna parte del mondo. Ma che sta succedendo all'Italia dove è tutto un attaccare per attaccare e attaccare? Dove sono le prove, di che cosa parliamo? Mostratemi il contratto, mostratemi i trasferimenti bancari".

-Allora perché non si difende?
"E da che cosa dovrei difendermi? Per aprire il vaso di Pandora della stampa? Fosse per me mi costruirei il mio piccolo mondo da qualche parte dove nessuno mi possa più contattare. Amo l'Italia ma adesso vorrei solo vivere in pace e dimenticare. Ecco perché, ripeto, tutto questo non lo deve scrivere".

-Ma scusi, lei racconta la sua verità: l'opinione pubblica ha il diritto di sapere.
"Mi hanno usata. Mi stanno usando. Distorcerebbero tutto".


2- LISA LOWENSTEIN SI ERA LANCIATA NEL BUSINESS DELL'OGGETTISTICA CULTURALE, PERDENDOCI DUE MILIONI
Giorgio Meletti per Il Fatto

Un uomo dell'altezzosa raffinatezza di Vittorio Grilli non si capacita di essere al centro di pettegolezzi un po' ruspanti sui suoi rapporti con la ex moglie americana. Abituato a pensare in inglese alle sfere rarefatte dei noumeni finanziari, il ministro dell'Economia ha creduto di cavarsela con sdegnose smentite e gridando al "fango" (in inglese mud). Ma adesso la disastrosa attività imprenditoriale dell'ex moglie gli torna addosso come una vendetta del destino.

Ha sottovalutato il problema. Soprattutto ha sottovalutato l'avviso mandatogli dal sito Dagospia. Il quale un giorno non qualsiasi scrisse: "Avvisate Vittorio Grilli che la sua ex moglie americana è furiosa. Si è fatto una nuova famiglia ma il divorzio (e gli alimenti) non arrivano e pare che la bella signora Lowenstein racconta alle amiche romane che è stanca di aspettare ancora...". Era il 4 giugno scorso, e solo il giorno dopo i magistrati che indagavano sulle tangenti Finmeccanica avrebbero interrogato Ettore Gotti Tedeschi a proposito della sua ormai celebre cena del 23 maggio da Rinaldi al Quirinale con Giuseppe Orsi, numero dell'azienda di piazza Montegrappa, indagato per corruzione internazionale.

Solo il giorno dopo si seppe che il "fango" messo nel ventilatore da Orsi tra un primo e un secondo era stato ascoltato dagli inquirenti e sarebbe presto stato di dominio pubblico. E che in quella cena il piatto forte erano stati proprio i problemi economici della quarantasettenne Lisa Caryl Lowenstein, originaria di New Haven, Connecticut.

E dunque Dagospia magicamente anticipò all'interessato la notizia che gli affari della signora erano ormai argomento di conversazione in tutti gli uffici più ovattati del potere politico ed economico. Che, vere o false che fossero le storie raccontate da Orsi, l'opinione comune di vasti pezzi della classe dirigente aveva già stabilito prima dei magistrati intercettori che il professore anglofono aveva un problema serio.

Dice Orsi a tavola che la bella Lisa "gli ha lasciato qualche casino in giro", e poi insiste: "Era un'imprenditrice, faceva dei casini". Orsi è bene informato sulla misteriosa ex moglie di Grilli. È vero, fa (o faceva) l'imprenditrice, a dispetto della qualifica di "consulente aziendale" con cui il 20 gennaio 2009 fu ospite del salotto televisivo di Mario Latella (Sky Tg 24) per commentare in diretta la cerimonia di insediamento (inauguration) di Barack Obama alla Casa Bianca.

Imprenditrice sfortunata, che nel 1998 fonda una sfortunata società chiamata Made in Museum. L'idea è quella di vendere ai turisti quegli inutili oggetti ispirati alle opere d'arte che nell'entusiasmo del viaggio culturale qualcuno compra sempre (merchandising). L'Italia è la Mecca di iniziative del genere, anche perché, in mancanza del giapponese, magari c'è qualche amministratore delegato che compra qualche migliaio di euro di simpatici oggetti da regalare a Natale (gift) al posto della banale bottiglia di vino. Questo e altro si trova nelle strategie commerciali di fine anni ‘90, anni di boom e di sperperi in aziende private e, soprattutto, pubbliche.

Made in Museum va forte, apre un negozio dentro il duty free di Fiumicino, un altro all'aeroporto di Pisa, dove vanno forte le torri pendenti. Ma arriva l'11 settembre 2001, la tragedia delle torri gemelle stronca l'America e anche la moglie americana. È crisi nera del turismo, degli aeroporti, di tutto. Crollano gli affari. La signora Lowenstein chiude il bilancio 2002 con numeri da incubo: 535 mila euro di fatturato (più che dimezzato rispetto all'anno prima), perdite per 668 mila euro (superiori al fatturato), un debito di 2,3 milioni di euro (quattro volte il fatturato), di cui oltre la metà verso le banche di cui per mestiere si occupa il marito.

Dopo l'anno orribile la Made in Museum fa perdere le sue tracce. Non esistono altri bilanci depositati, e non si sa se la società esista ancora o sia fallita o sia stata liquidata. Si sa solo che un triste giorno del 2006 la signora ha venduto per 1600 euro le azioni (sue e del fratello) a due signori sconosciuti. Che i debiti non si sa chi li abbia pagati, o se mai le banche li abbiano chiesti indietro. E che il vecchio imperatore della Fiat, Cesare Romiti, ancora schiuma rabbia per non aver potuto fare causa alla Made in Museum per gli affitti arretrati di Fiumicino.

 

raf111 mass ponzellini lisa grilliLISA EX SIGNORA GRILLI gotti tedeschi jpegPIER FRANCESCO GUARGUAGLINI GIUSEPPE ORSI LISA EX SIGNORA GRILLI kerr23 vit grilli mo lisa4a43 vitt lisa grillivg32 pippo marra lisa vittorio grilliraf04 lisa grillivg30 vittorio lisa grilliVITTORIO GRILLI LISA LOWENSTEIN9rau13 vittorio grilli mo lisa9rau38 vit grilli mo lisa

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…