giorgia meloni alfredo mantovano roberto scarpinato

"GRAZIE AL DDL SICUREZZA SARANNO POSSIBILI SCHEDATURE DI MASSA DELLA POPOLAZIONE" - ROBERTO SCARPINATO, EX PM E SENATORE ELETTO CON I CINQUESTELLE, SI SCAGLIA CONTRO L'ARTICOLO 31 DEL DDL SICUREZZA, APPROVATO IN COMMISSIONE AL SENATO - IL PROVVEDIMENTO OBBLIGA LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, LE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLO STATO O LE AZIENDE CHE EROGANO SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀ A FORNIRE I DATI DEI CITTADINI ALL'INTELLIGENCE (CHE DIPENDE DAL GOVERNO) - L'ATTACCO DELLA GRILLINA ALESSANDRA MAIORINO: "È SPIONAGGIO ISTITUZIONALIZZATO, DOVREBBE CHIAMARSI DDL REPRESSIONE" - LA MORAL SUASION DEL QUIRINALE PER CORREGGERE LA MISURA...

“TROPPO POTERE AI SERVIZI, SENZA CONTROLLO”. ALLARME DELLE OPPOSIZIONI SU DDL SICUREZZA

 

Estratto dell'articolo di Conchita Sannino per “La Repubblica”

 

ROBERTO SCARPINATO

Una norma “pericolosa su cui non sono stati ancora aperti sufficienti riflettori”. Un’altra disposizione che “punta alla repressione e mina il principio della separazione dei poteri”. L’allarme lanciato dal centrosinistra riguarda un articolo, il 31, del ddl Sicurezza che passa, a sera, in commissione Affari costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama. Il testo consente “un ampliamento dei poteri a disposizione dei Servizi segreti per incidere sulla privacy di ignari cittadini”, secondo la denuncia delle opposizioni. Soprattutto: “funzioni sottratte al controllo del Parlamento”.

 

Dalle stanze cinquecentesche di Santa Maria in Aquiro, i senatori di Pd, M5s, Avs e di Iv, esaminano i rischi legati a quel segmento del ddl Sicurezza [...]

 

aise 1

Ma che cosa prevede, materialmente, l’articolo 31? La norma, modificando la legge numero 124 del 3 agosto 2007, stabilisce che “le pubbliche amministrazioni, le società a partecipazione pubblica o a controllo pubblico e i soggetti che erogano, in regime di autorizzazione, concessione o convenzione, servizi di pubblica utilità sono tenuti a prestare al Dis, all’Aise e all’Aisi (quindi a tutte le nostre agenzie di intelligence, ndr) la collaborazione e l'assistenza richieste, anche di tipo tecnico e logistico, necessarie per la tutela della sicurezza nazionale”.

 

Ed aggiunge che “il Dis, l’Aise e l’Aisi possono stipulare con i predetti soggetti (...) convenzioni” che “possono prevedere la comunicazione di informazioni ai predetti organismi anche in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza».

 

Ergo, secondo le opposizioni: qualunque diritto alla privacy “potrà essere cancellato e calpestato dietro lo scudo della sicurezza nazionale. Già abbiamo visto con il caso Paragon che venivano spiati illecitamente attivisti e giornalisti. E dopo questa norma, cosa accadrà?”

ROBERTO SCARPINATO

 

"Premesso che sarebbe più corretto chiamarlo ddl repressione, per la deriva autoritaria che emerge – spiega la senatrice Alessandra Maiorino, del M5s – all’interno del testo allarma la formulazione dell'articolo 31 che è uno strappo democratico e dà mano libera ai Servizi segreti in tutte le pubbliche amministrazioni senza controlli. Un paese democratico non ha bisogno di spionaggio istituzionalizzato: mentre è esattamente quello che accadrà”.

 

Rincara la dose il senatore (ed ex pm) pentastellato Roberto Scarpinato: “Stiamo parlando di una norma molto pericolosa. Non è ben chiaro ai cittadini e occorre far sapere che, con questa legge, dentro le Università un professore non potrà opporsi alla richiesta di Servizi di avere informazioni riservate su uno studente; né sarà possibile ad un primario, in un ospedale, sottrarsi ad analoghe richieste sui dati sensibili di un paziente. Parliamo dell’abbattimento della protezione della privacy. Grazie alla quale saranno possibili anche schedature di massa della popolazione. E la trasformazione dell’intelligence in qualcosa che somiglia a una sorta di Ovra, di epoca mussoliniana”. [...]

 

GIOVANNI CARAVELLI AL COPASIR - FOTO LAPRESSE

Tutte le pubbliche amministrazioni, sottolinea il senatore dem Alfredo Bazoli, “insieme alle società controllate e partecipate, avranno l'obbligo di comunicare tutti i dati all'intelligence: è uno scenario che apre a una serie di rischi". E Andrea Giorgis : “L’articolo 31 che prevede l’incremento dei poteri dei servizi di sicurezza non solo incide su libertà fondamentali dei cittadini, ma rischia di limitare anche prerogative dell’autorità giudiziaria poste a garanzia dei singoli, come ad esempio il segreto istruttorio”.

 

La preoccupazione ulteriore? “All’interno della società civile non c’è la consapevolezza del rischio di compressione delle libertà, individuali e collettive, che si concretizzeranno con queste norme che si apprestano ad approvare in Senato”, puntualizza Ilaria Cucchi, di Avs. E anche dal partito di Renzi, Dafne Musolino mette all’indice “una norma da regime liberticida: inaccettabile nell’Italia che vive ferite ancora aperte risalenti al periodo delle stragi”. [...]

 

Ma per il ddl sicurezza siamo ormai al count down. Il pacchetto dovrebbe essere approvato, secondo la road map della maggioranza, entro la prima decade di aprile in Senato: dove però la maggioranza rischia di dividersi su alcune correzioni, la cui necessità è stata sottolineata anche attraverso la moral suasion del Quirinale. 

 

NASCE UN CASO SUI SERVIZI SEGRETI «RISCHIO SCHEDATURE». «NO, FALSO»

Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

 

bruno valensise in audizione al copasir FOTO LAPRESSE

«Si stralci l’articolo 31 del ddl Sicurezza, colpisce al cuore l’equilibrio democratico della Repubblica italiana». È l’allarme lanciato ieri al Senato dalle opposizioni su quella norma che ridisegna facoltà e limiti dell’intelligence. Consentirà ai servizi segreti di «chiedere alla pubblica amministrazione qualsiasi cosa, con obbligo di risposta, aprendo la strada a una schedatura di massa», ha denunciato ieri Roberto Scarpinato (M5S) in una conferenza stampa insieme ai colleghi di Pd, Avs, e Iv. Dalle Procure alle Università, la Pa «avrà l’obbligo di fornire tutti i dati richiesti», pure cartelle cliniche, è la denuncia.

 

Non la pensano così governo e maggioranza che ieri sera, in commissione congiunta Giustizia e Affari costituzionali a Palazzo Madama, hanno discusso gli ultimi emendamenti della norma: l’articolo 31 è stato approvato, la prossima settimana sarà dato il mandato al relatore per l’aula.

 

giorgia meloni alfredo mantovano

«Quella è un’opinione dell’opposizione. La rispetto, ma è assolutamente infondata», ha replicato Alberto Balboni (FdI). Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, audito, ha ribadito: la norma è «la necessaria estensione della legge del 2015. A evocare il rischio di eversione democratica sono gli stessi che la ritennero ragionevole». Quanto alla parte sulle università, «non è mirata a spiare docenti o studenti, ma a stabilire una più efficace relazione fra l’intelligence e le conoscenze avanzate e a tutelare la ricerca da agenti ostili».

 

Secondo le opposizioni, invece, è un «pass partout» che apre a «una schedatura di massa». Per il dem Alfredo Bazoli è un tassello di una strategia più ampia: «Mentre si riconoscono poteri sempre più invasivi agli apparati di intelligence, dalla facoltà di intercettare a quella di interrogare senza possibilità di diniego, parallelamente si sta indebolendo il potere giudiziario».

alfredo mantovano giorgia meloni

 

Il quadro, dice Ilaria Cucchi, Avs, è quello di «accentrare tutti i poteri nelle mani del governo». «Ci aspettiamo che il governo arrivi in aula con una proposta emendativa che tenga conto quantomeno della moral suasion del Colle», auspica Bazoli.

 

Perché l’allarme? Per Scarpinato, «con questo provvedimento tutte le Pa, gli enti che svolgono funzioni pubbliche e le partecipate, saranno assoggettate al potere dei servizi segreti. Dovranno fornire qualsiasi informazione, anche in violazione della privacy». E fa esempi: «Grazie all’indeterminatezza della norma, gli agenti potranno pretendere di avere accesso alle banche dati dei dipendenti, chiedere alle università le attività e gli orientamenti culturali di docenti o studenti, così come i medici ospedalieri dovranno fornire le cartelle cliniche dei pazienti». [...]

alessandra maiorino

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....