PRONTO, CHI RUSSA? - SCRICCHIOLA IL TRONO DI PUTIN: STRAVINCERÀ LE ELEZIONI DEL 4 MARZO, MA IL SUO REGNO HA VITA BREVE - I CECENI PROGETTANO ATTENTATI CONTRO DI LUI, L’OPPOSIZIONE MANIFESTA - LUI ACCUSA GLI USA DI COMPLOTTARE E TENDE LA MANO ALL’EUROPA (MA PAPI E’ FUORI GIOCO) - SCEGLIERÀ LA REPRESSIONE O LE RIFORME? DOPO 12 ANNI AL VERTICE, OGNI TENTATIVO DI COMBATTERE LA CORRUZIONE E L’ABUSO DI POTERE FAREBBERO CROLLARE IL SISTEMA CHE LO TIENE AL POTERE...

1 - TV, GRUPPO CECENO VOLEVA FAR ESPLODERE CORTEO PUTIN
(ANSA) - Un gruppo di fuoco ceceno arrivato dagli Emirati Arabi Uniti che voleva uccidere il premier russo Putin dopo la sua rielezione al Cremlino facendo esplodere una bomba al passaggio del suo corteo: è lo scenario del fallito attentato svelato dal primo canale tv citando fonti dei servizi segreti russi e ucraini. Un'ipotesi ora confermata anche dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

Secondo una prima ricostruzione fornita dai media russi, tutto è cominciato all'inizio di gennaio in Ucraina, quando a Odessa si verificò un'esplosione in una abitazione che uccise un ceceno e ustionò un suo connazionale, poi arrestato. Quest'ultimo avrebbe confessato che stava preparando un attentato contro Putin insieme ad altri ceceni, facendo il nome del capo del gruppo.

Il 4 febbraio i servizi segreti avrebbero arrestato tre ceceni, tra cui il presunto responsabile della banda, Adam Osmaev, 31 anni. Anche lui avrebbe confessato, come viene fatto vedere dal primo canale, sostenendo di essere a arrivato ad Odessa dagli Emirati Arabi Uniti via Turchia con l'ordine del capo dei ribelli caucasici Doku Umarov di organizzare alcuni attentati contro impianti economici e contro Putin subito dopo le presidenziali del 4 marzo. Per eliminare il capo del governo russo si prevedeva di far scoppiare un ordigno al passaggio del suo corteo.

Nel notebook di Osmaev vi sarebbe materiale che conferma il piano, tra cui immagini del corteo di vetture che accompagna e scorta Putin nei suoi movimenti. Usmaev era ricercato per la preparazione di un attentato da compiere a Mosca il 9 maggio 2007, in occasione della vittoria sovietica contro i nazisti.

2 - PUTIN DENUNCIA INGERENZE USA IN ELEZIONI E IN EX URSS
(ANSA) - Il premier e candidato presidenziale russo Vladimir Putin rilancia l'accusa agli Usa di interferire nelle elezioni russe e nei processi politici interni di regioni importanti per Mosca, in primis l'ex Urss. Le relazioni con Washington, scrive in un articolo elettorale sulla politica estera pubblicato oggi sul Moskovskie Novosti, sono guastate dagli "abituali tentativi Usa di fare 'ingegneria politica', anche nelle regioni che sono tradizionalmente importanti per noi, e nelle campagne elettorali in Russia". In passato Putin ha più volte criticato gli Usa accusando di finanziare e pilotare le manifestazioni di protesta.

3 - PUTIN, SPAZIO ECONOMICO COMUNE CON UE
(ANSA) - La Russia e la Ue devono creare uno spazio economico comune contro la crisi economica e per favorire lo sviluppo: lo scrive il premier e candidato presidenziale Vladimir Putin in un articolo elettorale sulla politica estera pubblicato oggi sul Moskovskie Novosti. "La Russia fa parte integrante e in modo organico della Grande Europa e della civiltà europea. I nostri cittadini si considerano come degli europei. Noi non siamo affatto indifferente alla situazione in Unione Europea", osserva il capo del governo russo.


4 - VLADIMIR, UN VINCITORE DESTINATO A PERDERE
Mark Franchetti, corrispondente a Mosca del "Sunday Times", per "La Stampa"

A quest' ora, tra una settimana, Vladimir Putin avrà quasi certamente vinto le elezioni presidenziali per la terza volta, un record. Dopo aver governato il Paese per 12 anni - 8 come presidente e gli ultimi 4 come primo ministro - avrà l'opportunità, almeno in teoria, di restare in carica fino al 2024, quando all'età di 72 anni si ritirerebbe finalmente, conquistandosi il primato del più longevo leader russo dai tempi di Stalin.

Ma con le più massicce manifestazioni anti-Cremlino dalla caduta del comunismo, 20 anni fa, l'umore è cambiato in soli tre mesi in maniera così drastica che sempre più persone parlano di qualcosa che sembrava inconcepibile: una Russia senza Putin. Qualcuno ritiene che arriverà alla fine del suo prossimo mandato, altri pensano che potrebbe andare via addirittura molto prima. La maggioranza comunque conviene che, mentre Putin si sta riprendendo il suo vecchio ufficio al Cremlino, la Russia assiste all'inizio della fine della sua era.

«Resta il politico più popolare del Paese, ma ha certamente scalato il picco e ora assistiamo all'inizio della fine della sua epoca e del sistema che ha costruito, non importa quanto tempo ci vorrà», dice un ex consigliere del Cremlino. E prosegue: «La vera questione è se comprenderà quando è arrivato il momento di lasciare, oppure resisterà oltre».

Pochi giorni fa Andrei Kostin, il capo di una delle maggiori banche statali russe e stretto alleato di Putin, ha sorpreso molti scrivendo in un articolo che dopo le elezioni il presidente dovrebbe annunciare che non si ricandiderà: «Per una società aperta del 21˚ secolo 12 anni sono tanti. Nessun leader di un Paese democratico è rimasto in carica per tanto tempo.

Dovrebbe annunciare che non cercherà di farsi rieleggere di nuovo». È la prima volta che un potente alleato di Putin ne parla in pubblico. Considerando che personaggi del calibro di Kostin sono di regola molto cauti, molti l'hanno letta come un segnale delle intenzioni del futuro Presidente.

Dopo la rielezione Putin ha due possibilità: un giro di vite e l'attacco all'opposizione, oppure allentare la presa sul Paese e promuovere riforme liberali. Nessuna delle due funzionerebbe però. La Russia di Putin è un Paese spesso oscuro, crudele e tormentato, ma non è una dittatura. Il sistema che ha costruito potrebbe venire chiamato autoritario, ma è anche molto più debole e insicuro di quello che appare. Può cercare di controllare il Web con tattiche rudi da Kgb, perseguitare singoli blogger e usare la propaganda. Ma la sua presa sulla società non è abbastanza forte per costruire un «firewall» come quello cinese senza provocare proteste ancora più accese.

In molti si aspettano che Putin invece faccia concessioni e acconsenta a qualche riforma. Potrebbe reintrodurre le elezioni regionali che ha abolito nel 2004, consentire partiti autenticamente di opposizione e aumentare la libertà di stampa. Ma il vero nodo del problema è che, dopo 12 anni al vertice, ogni serio tentativo di combattere la corruzione endemica e l'abuso di potere farebbero crollare il sistema che lo tiene al potere.

Guardando il tenore di vita eccezionalmente alto dei maggiori esponenti del governo e dell'amministrazione del Cremlino, nessun russo più o meno informato crede che vivano del loro modesto stipendio da funzionari. Chi non è corrotto possiede ricchi business, spesso in combutta con gli oligarchi dei quali promuove gli interessi. Perfino gli stessi abitanti del Cremlino convengono che per combattere realmente la corruzione e l'abuso di potere da parte dello Stato - i due argomenti che maggiormente alimentano la protesta - Putin dovrebbe demolire la casa che ha costruito.

Per l'uomo forte della Russia questa è stata la gara per la presidenza più dura della sua vita. Una combinazione di stanchezza degli elettori, corruzione dilagante e rallentamento delle riforme hanno eroso la sua formidabile popolarità, per quanto resta senza dubbio il politico più popolare della Russia. Ghennady Zyuganov, il comunista al secondo posto nei sondaggi, va incontro al record di quattro sconfitte consecutive alle presidenziali e difficilmente conquisterà il 20% dei voti.

Sospettosamente ringiovanito da quello che molti credono essere un trattamento al botox, il 59enne Putin ha freneticamente girato il Paese per conquistare abbastanza voti per sfuggire al ballottaggio. Si è fatto ricorso anche a iniziative bizzarre per scuotere gli elettori dall'apatia, come il sito «Putin, la prima volta solo per amore» che ha diffuso video sul tema della perdita della verginità.

Uno dei filmati mostra una giovane carina chiedere al medico quale dovrebbe essere la «protezione» per la sua «prima volta». Il dottore dice di condividere la decisione di una scelta «per amore», la telecamera si sposta su un calendario con Putin appeso al muro, e il medico dice: «Con lui, sarà sicuro». Infine, si vede la ragazza avviarsi al seggio, per la sua «prima volta».

Più di 100 mila persone hanno preso parte la settimana scorsa in un comizio pro-Putin a Mosca, uno sfoggio di forza per replicare alle proteste massicce dell'opposizione. Alcuni erano dipendenti statali costretti a partecipare, ma la maggioranza erano elettori di Putin. In uno dei suoi discorsi più populisti e cospirologici Putin ha parlato di innominate forze oscure che vogliono sconfiggere la Russia.

Una retorica che sa di tempi sovietici. «Siamo un popolo-vincitore, è nel nostro Dna», ha detto Putin con enfasi ricordando poi la sconfitta di Napoleone. «La battaglia per la Russia continua! Vinceremo!». E ancora: «Non permetteremo a nessuno di interferire nei nostri affari interni. Non tradite la patria!». Indubbiamente vincerà domenica prossima, ma gli serviranno idee più fresche del vecchio spauracchio «noi contro di loro» per restare sul suo trono.

 

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