2015 FUGA DAL QUIRINALE – BELPIETRO: MA PERCHÈ RE GIORGIO HA TANTA FRETTA DI ANDARSENE? – SE CI SONO RAGIONI DI SALUTE, TANTO VARREBBE RENDERLO PUBBLICO (OPPURE SMENTIRE) – E SE INVECE FOSSE PERCHÈ È IN ARRIVO SULL’ITALIA UNA TEMPESTA FINANZIARIA?

giulio con il padre giorgio napolitano e  ignazio marinogiulio con il padre giorgio napolitano e ignazio marino

Maurizio Belpietro per "Libero Quotidiano"

 

Forse qualcuno dovrebbe spiegarci che cosa sta succedendo. Da giorni - e precisamente da quando il collega Stefano Folli di Repubblica scrisse di un prossimo addio di Giorgio Napolitano, deciso a dimettersi nei mesi a venire - siamo inseguiti dalle voci. In principio il capo dello Stato avrebbe dovuto salutare il 31 dicembre, congedandosi dagli italiani con il consueto sermone di Capodanno per poi lasciare definitivamente il Quirinale nel mese di gennaio o giù di lì. Poi la data di uscita è stata anticipata e sui giornali sono cominciate le indiscrezioni circa la probabilità di dimissioni in coincidenza proprio con il discorso di fine anno.

 

Infine, ecco che qualcuno ha fatto filtrare la possibilità che il presidente della Repubblica ponga fine al suo mandato (che, ricordiamolo, è iniziato un anno e mezzo fa) prima di Natale, forse addirittura nei prossimi giorni.

matteo renzi per la sfilata emporio armani jpegmatteo renzi per la sfilata emporio armani jpeg

 

Ora, è evidente che Giorgio Napolitano ha tutta una serie di buoni motivi per gettare la spugna. Il primo ovviamente è quello anagrafico: essendo alle soglie dei novant’anni molto probabilmente non ha più l’energia per assolvere al delicato compito. Essere la prima carica dello Stato richiede un vigore fisico che - salvo eccezioni - spesso mal si concilia con le esigenze di riposo e di recupero di chi ha superato gli ottant’anni e si appresta a tagliare il traguardo dei novanta.

 

Gli incontri con gli esponenti politici, la lettura degli atti su cui si deve esprimere un giudizio, l’approfondimento delle tematiche giuridiche e istituzionali sono attività che assorbono enormi quantità di tempo e di energia. Per non dire poi dei viaggi, delle cerimonie, dei discorsi. Insomma, se il capo dello Stato non ce la fa più ha tutta la nostra comprensione.

 

E però la fretta con cui si vuole concludere il suo mandato o per lo meno la fretta di cui parlano alcuni dei giornali a lui più vicini lascia intendere che il problema non sia solo la comprensibile stanchezza di un molto vissuto, ma che ci sia anche altro. Giorgio Napolitano è forse malato? C’è un precipitare delle sue condizioni che richiede di passare rapidamente il testimone?

 

mario draghimario draghi

Ora, noi non vogliamo violare la privacy dell’inquilino del Quirinale e occuparci delle sue condizioni di salute. Ma se queste ipotesi riguardano una persona che fa il capo dello Stato, cioè la massima autorità di questo Paese, forse sarebbe il caso di parlarne. Non diciamo di entrare nel dettaglio, ma forse invece di lasciar correre le voci, come sta avvenendo, sarebbe preferibile chiarire, anche con un secco comunicato che smentisca.

 

In passato si era detto - non scritto, ovvio - che il presidente della Repubblica non volesse accettare un secondo mandato perché avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico e quindi trascorrere un periodo di degenza. Una voce che poi, come si è visto, non ha trovato alcun fondamento. E ora? È ancora così, chiacchiere da bar senza ragione? Perché allora non dirlo, chiarendo che il capo dello Stato se ne va perché ritiene esaurito il proprio mandato o perché si era dato come data di scadenza il compimento dei novant’anni?

 

Qualcuno a questo punto potrà pensare che noi ci impicciamo un po’ troppo di questioni che attengono alla sfera privata del presidente il quale, anche se è il capo dello Stato, ha diritto a pretendere che le faccende private stiano fuori dalla porta e soprattutto fuori dalle pagine dei giornali. Ma la verità è che se non si chiarisce perché Napolitano ha tutta questa fretta di andarsene, le ipotesi si rincorrono e tra queste ce n’è una che non fa bene al Paese, ossia che l’inquilino del Colle voglia lasciare il più in fretta possibile perché è in arrivo una tempesta finanziaria sull’Italia, una speculazione che sarà difficile da arginare se non con un commissariamento da parte della troika.

Maurizio Belpietro DSC Maurizio Belpietro DSC

 

Forse si tratta di ipotesi infondate, di chiacchiere che girano nel Palazzo, magari messe in giro apposta per mettere in difficoltà il nostro Paese o il governo, fatto sta che anche questo si dice. E allora a maggior ragione sarebbe il caso di fare chiarezza. Napolitano lascia perché è stanco, malato o perché non vuole andarsene nel momento peggiore? Fugge perché nessuno gli intesti la disfatta o se ne va perché non regge più il peso dell’incarico?

 

Di certo non può rivendicare d’aver compiuto la missione che si era intestato. Come ricorderete, quando accettò il secondo mandato fece capire che lo avrebbe svolto fino a che non fossero state approvate le riforme, e tra queste quella elettorale. Ma ad oggi non c’è nulla di tutto ciò e il nuovo sistema elettorale, così come quello bicamerale, deve ancora passare le forche caudine dell’opposizione. Dunque torniamo a chiederci: perché lascia in tutta fretta? maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO