luigi di maio e giuseppe conte

SOGNO O SONDAGGIO? – NON FATE VEDERE A DI MAIO LE RILEVAZIONI DI PAGNONCELLI SUL COSIDDETTO EFFETTO CONTE: IL PREMIER CAPITALIZZA I SUOI CONSENSI ED È VISTO COME IL VERO CAPO DEL MOVIMENTO 5 STELLE, CHE IN UN MESE HA RECUPERATO IL 7% - SALVINI PAGA LO STRAPPO, MA NON COME SPERAVANO I SUOI AVVERSARI: LA LEGA RESTA SOPRA IL 30% - PD STABILE E FORZA ITALIA SPROFONDA ANCORA…

 

Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

giuseppe conte luigi di maio 1

Il panorama di questa crisi agostana ci restituisce alcuni fenomeni evidenti, riguardanti in primo luogo i due ex alleati di governo, che manifestano gli scostamenti più rilevanti rispetto alle intenzioni di voto rilevate a metà luglio.

 

La Lega scende di poco più di quattro punti rispetto ad allora. Oggi infatti è accreditata del 31,8% dei consensi, a metà luglio veleggiava intorno al 36%. È un calo sensibile, ma non una débâcle, soprattutto se lo si paragona al drammatico crollo di fiducia in Salvini, passato in poche settimane da un indice del 51 al 36, con una perdita secca di 15 punti.

 

salvini conte

Insomma, il Capitano non convince e lascia margini di dubbio rispetto alle modalità della crisi anche presso i suoi elettori, tra cui quasi il 40% è critico, come abbiamo visto mercoledì scorso. Ma il calo di consenso per il partito, per quanto consistente, è più contenuto.

matteo salvini balla al papeete

 

Il Movimento 5 Stelle segnala invece una crescita molto importante, passando dal 17,4% di metà luglio al 24,2% di oggi. Diversi elementi sembrano convergere a spiegare questo balzo. In primo luogo, quello che potremmo chiamare l' effetto Conte: il presidente incaricato era passato indenne dalle fasi convulse della crisi, con una fiducia quasi immutata e una valutazione lusinghiera dell' operato in quelle contingenze. Oggi Conte è visto diffusamente come un esponente del M5S.

 

LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI INVECCHIATI CON FACEAPP

Capitalizza quindi consensi per questa forza. In secondo luogo, il Movimento si è sganciato da Salvini e ha ripreso un proprio profilo autonomo e basato su alcuni valori che sembravano quanto meno appannati. Questo ha prodotto un rientro degli elettori critici, spesso di sinistra e centrosinistra che se ne erano distaccati. Se il governo si formerà e durerà, non è detto che Conte e i 5 Stelle non riescano a diventare quella forza centrista (e centrale) dello schieramento che oggi sembra mancare.

paolo gentiloni nicola zingaretti 1

 

Il Pd recupera qualche decimale, passando dal 21,6 al 22,3 e tornando in linea con il voto europeo. La scelta di convergere sul governo con i pentastellati è stata esplicitamente sofferta dal gruppo dirigente. Era evidente che sia il segretario Zingaretti che, soprattutto, il presidente Gentiloni non erano convinti sino in fondo che questa fosse la scelta migliore. Lo abbiamo visto anche nel sondaggio di qualche giorno fa, con solo la metà degli elettori Pd orientati su questa opzione. E contemporaneamente sono emerse le tradizionali divisioni, in particolare con l' azione autonoma di Renzi, la cui fiducia peraltro è rimasta decisamente bassa.

 

maria stella gelmini annamaria bernini silvio berlusconi antonio tajani

Per quel che riguarda le altre forze si registra un calo ulteriore di Forza Italia dall' 8,2% al 6%. La formazione risente del ruolo secondario nella crisi e della difficoltà a trovare un posizionamento preciso nell' area di centrodestra, dominata dal sovranismo. Fratelli d' Italia cresce ancora e si colloca al 7,8% rispetto al 6% del mese scorso, sorpassando FI. Qui incide da un lato la presenza di Giorgia Meloni nell' arena mediatica e l' arrivo di elettori scontenti di Salvini. Infine Leu, organica al potenziale nuovo governo, cresce a sua volta di poco meno di un punto.

 

QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO

La crisi ha quindi in parte cambiato gli equilibri. In un sistema proporzionale l' esecutivo non è indicato dalla volontà popolare, proprio perché quando nessuno ha la forza di vincere le maggioranze sono variabili e, soprattutto, decise dai partiti mediante alleanze, come nella Prima Repubblica.

 

Ieri la maggioranza - assoluta - era gialloverde (53% a luglio), oggi la maggioranza - relativa - è della nuova compagine governativa che si affaccia sulla scena (la somma delle tre forze è stimata al 49%). Questo è il proporzionale, nonostante molti per ragioni di convenienza vogliano fare credere cose diverse. Ed è paradossale osservare svariati parlamentari che hanno votato il Rosatellum stracciarsi le vesti di fronte alla maggioranza gialloverde di ieri o a quella giallorossa.

Delle due, l' una: o non hanno capito cosa stavano votando o stanno prendendo in giro gli elettori.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?