soros

SOROSIANI, DRIZZATE LE ANTENNE! LA NAVE MADRE VI STA CHIAMANDO: ''L'UNIONE EUROPEA RISCHIA DI FARE LA FINE DELL'URSS''. LA PREVISIONE APOCALITTICA DEL FINANZIERE SUL ''GUARDIAN'', IN CUI INVITA LE FORZE EUROPEISTE A COMPATTARSI CONTRO I SOVRANISTI STILE LEGA, CHE FIORISCONO PERCHÉ ''IL SISTEMA DEI PARTITI È OBSOLETO'' E BRUXELLES NON HA LE ARMI PER PUNIRE CHI NON RISPETTA LE REGOLE (OVVERO IL SUO NEMICO ORBAN)

 

Gianni Rosini per www.ilfattoquotidiano.it

 

È necessario che “la maggioranza pro-Europa si svegli e si mobiliti per difendere i valori su cui si fonda l’Unione europea”, altrimenti alle prossime elezioni di maggio l’Ue “farà la fine dell’Unione Sovietica nel 1991”. La previsione apocalittica per l’Unione porta la firma del magnate americano di origini ungheresi George Soros che in un editoriale sul Guardian invita le forze europeiste a compattarsi per far fronte all’ondata sovranista che punta a trasformare “il sogno dell’Europa unita nell’incubo del 21esimo secolo”.

GEORGE SOROS E LA OPEN SOCIETY

 

 

Secondo Soros, le frange europeiste non si starebbero accorgendo che “stiamo vivendo un periodo rivoluzionario, pensando invece che il futuro assomiglierà al presente”. Non è così, insiste il filantropo e fondatore della Open Society Foundation: “Nella mia lunga vita ho assistito a molti periodi di quello che definisco squilibrio radicale. Oggi stiamo vivendo uno di questi periodi” e il prossimo voto europeo sarà il banco d’esame su cui si deciderà la sopravvivenza dell’Ue.

SOROS HILLARY CLINTON

 

Il miliardario che, a causa soprattutto delle sue posizioni pro-immigrazione, è il nemico numero uno del primo ministro ungherese, Viktor Orbán, e di tutto il blocco dei cosiddetti sovranismi o neonazionalismi vede in un’Europa incapace di riformarsi e in un sistema di partiti obsoleto le principali cause di questa grave e costante perdita di consensi, con i cittadini comunitari che hanno sempre più abbracciato le istanze dei nuovi nazionalismi europei: “Ci sono diverse ragioni (che spiegano l’ascesa dei nazionalismi, ndr), inclusi il sistema dei partiti obsoleto nella maggior parte dei paesi europei, l’impossibilità pratica di modificare i trattati e la mancanza di strumenti legali per disciplinare gli stati membri che violano i principi su cui è stata fondata l’Ue – si legge nell’editoriale – L’Unione può imporre le sue leggi sui paesi candidati, ma manca di capacità sufficiente per farle rispettare agli Stati membri”.

 

SOROS

Per motivare la sua convinzione, che in realtà non è supportata dai sondaggi che, seppur con uno scarto sempre meno marcato, vogliono ancora i cosiddetti partiti tradizionali ed europeisti in vantaggio rispetto al fronte sovranistaSoros prende a esempio le situazioni in alcuni stati. Il primo è quello che è considerato il motore d’Europa, la Germania, dove il consenso per la Cdu-Csu è in costante calo, con Alternative für Deutschland che si è imposta come alternativa di destra nello scacchiere politico nazionale.

 

Il fatto che quest’ultimo sia un partito restio alle alleanze fa dormire sogni tranquilli all’Unione Cristiano Democratica, ma la sua ascesa ha imposto dei cambiamenti nelle politiche governative: “L’alleanza (tra Cdu e Csu, ndr) ha funzionato fino a quando non vi era alcun partito significativo in Baviera a destra della Csu – continua – Ciò è cambiato con l’avvento dell’estremista Afd. Ma l’alleanza non può essere sciolta senza innescare nuove elezioni che né la Germania né l’Europa possono permettersi. E la coalizione di governo non può rimanere solidamente europeista di fronte alla minaccia dell’Afd”.

george soros

 

Una situazione, quella tedesca, resa meno grave dal grande successo ottenuto dai Verdi alle ultime elezioni nei Länder: “I Verdi tedeschi sono emersi come l’unico partito coerentemente europeista nel paese e continuano a crescere nei sondaggi d’opinione, mentre l’Afd sembra aver raggiunto il suo massimo”, conclude Soros.

 

Dopo aver ricordato come la Brexit abbia contribuito a spaccare internamente conservatori e laburisti in Regno Unito, il magnate ha piegato anche che, a suo dire, allo sgretolamento dei valori europei hanno contribuito proprio quei partiti e quei gruppi che dovrebbero rappresentare le fondamenta della nuova Unione. In particolare, Soros punta il dito contro il Partito Popolare Europeo (Ppe), colpevole di accettare tra le proprie fila formazioni come il Fidesz di Orbán “in cambio della maggioranza e del controllo delle poltrone chiave nell’Ue”.

 

ORBAN SOROS

Nell’analisi di Soros, infine, trova spazio anche un punto sulla situazione italiana. E sarebbe proprio l’Italia, a suo dire, un esempio di mala gestione delle controversie con gli Stati membri da parte delle istituzioni europee: “L’Ue ha commesso un errore fatale nel 2017 applicando rigorosamente l’accordo di Dublino che grava ingiustamente sui paesi di primo approdo come l’Italia – dice – Questo ha spinto il suo elettorato, prevalentemente pro-europeo e pro-immigrazione, tra le braccia dell’antieuropeista Lega e del Movimento Cinque Stelle. Inoltre, il Partito Democratico è nel caos, quindi gli elettori europeisti non hanno molte alternative di voto”.

Parole che in qualche modo si riallacciano alle dichiarazioni rilasciate a La Stampa e Repubblica nel 2013, quando era arrivato in Italia per ritirare il Premio Terzani.

 

Soros con la nuova moglie Tamiko Bolton

In quell’occasione, ribadendo di non essersi mai pentito per l’azione speculativa che provocò il crollo della Sterlina inglese e della Lira italiana, nel 1992, perché “gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe, sono solo i messaggeri di cattive notizie”, aveva previsto un futuro buio per il Paese: “La tregua dei mercati verso l’Italia non durerà a lungo – aveva detto – siamo in una situazione lontana dall’equilibrio. L’Italia è in grave difficoltà anche se non è senza speranza. Con dei cambiamenti alla struttura dell’Euro potrà risolvere i suoi problemi”. In quell’occasione, il miliardario di origini ungheresi era tornato ad accusare l’Europa di politiche troppo rigide: “La grave recessione deriva dalle regole di austerità imposte dall’Europa”, aveva specificato.

 

Parole che si scontrano con un’altra versione dei fatti, quella fornita nell’ottobre scorso dall’ex presidente del Consiglio, Mario Monti, che ospite a Otto e Mezzo dichiarò che “poco dopo l’insediamento come presidente del Consiglio (nel 2011, ndr), Soros mi chiamò molto preoccupato consigliandomi di chiedere aiuto all’Europa e al fondo Monetario Internazionale, cosa che abbiamo deciso di non fare”. Soros, quindi, consigliò a Monti di consegnare l’Italia in mano alla Troika.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....