giorgia meloni matteo salvini

LO SPETTRO DEL PAPEETE ALEGGIA SUL GOVERNICCHIO DI GIORGIA: SALVINI HA GIÀ COMINCIATO A FARE CAMPAGNA ELETTORALE – IL “TRUCE” È PARTITO CON LA SOLITA TIRITERA SUI PORTI CHIUSI, E VUOLE DETTARE L’AGENDA SUI TEMI ECONOMICI: IL LEGHISTA BAGNAI HA DEPOSITATO UN PROGETTO DI LEGGE PER ALZARE IL TETTO DEL CONTANTE A 10MILA EURO – COME FARÀ LA “DRAGHETTA” A DURARE CON LUI E BERLUSCONI CHE STREPITANO PER AVERE ATTENZIONI?

alberto bagnai matteo salvini

1 - LEGA PRESENTA PDL PER ALZARE TETTO CONTANTE A 10 MILA EURO  

(ANSA) - La Lega ha depositato un progetto di legge per alzare il tetto del contante a 10mila euro. Prima firma dell'onorevole Alberto Bagnai. E' quanto si legge in una nota del partito.

 

2 - LA LEGA ALZA L'ASTICELLA. TAJANI SPAESATO, ASPETTANDO IL CAV

Andrea Colombo per “il manifesto”

 

matteo salvini abbraccia giorgia meloni

Fiducia piena, ampia e senza dissensi: il governo incassa la fiducia con 235 sì, 154 no e 5 astenuti della Sudtiroler. Mancano all'appello 3 voti, ma 2, Pichetto Fratin e Cappellacci, erano in missione.

 

Se qualcuno si aspettava che trapelassero in aula le divisioni, le gelosie e le tensioni che permangono nella maggioranza è rimasto deluso, né poteva essere diversamente trattandosi della prima prova e oltretutto con la trattativa sui sottosegretari in corso, con tanto di vertice forzista a Villa Grande ieri sera.

 

matteo salvini giorgia meloni

Semmai qualche indicazione si può ricavare dalla complicità tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini messa platealmente in scena dai due tagliando fuori un Antonio Tajani a tratti imbarazzato.

 

Come quando la premier si scaglia contro chi in Europa pretende di «vigilare» sull'Italia.

 

berlusconi meloni salvini alle consultazioni

Il leghista si spella le mani. L'azzurro resta immobile.

 

Del resto ieri era il giorno di Giorgia Meloni al debutto e delle opposizioni. Spazio limitato dunque per i capigruppo della maggioranza, costretti nel ruolo di scudieri, Francesco Lollobrigida della premier, Alessandro Cattaneo di Berlusconi che prenderà oggi la parola a palazzo Madama, come lo stesso capo dei deputati azzurri annuncia con trepidante emozione.

 

RICCARDO MOLINARI

Con un oratore di quel calibro che torna in parlamento al povero Cattaneo non restava molto da dire oltre a sottolineare l'importanza non solo numerica ma anche politica di Forza Italia e assicurare lealtà al governo.

 

Si allarga di più il leghista Riccardo Molinari, ma anche nel Carroccio la parte del leone la farà Salvini oggi al Senato. Non che negli ultimi due giorni sia stato al proprio posto. Gioca anzi a fare la parte del premier ombra, sgomita per rubare la scena alla Prima Donna. Il ministro degli Interni di fiducia del Capitano, Matteo Piantedosi, ha dato subito seguito alla dichiarazione di guerra contro le Ong minacciando di impedire l'ingresso nelle acque territoriali italiane.

 

SALVINI PIANTEDOSI

Salvini si congratula rumorosamente: «Bene l'intervento del ministro degli Interni». Poi, anche per dimostrare che lui si muove a tutto campo, propone una moratoria dei distacchi per morosità delle bollette non pagate. È solo allenamento. I fuochi artificiali arriveranno oggi. A illustrare la situazione, almeno nei progetti e nei desiderata della Lega, ci pensa comunque Molinari, rivolgendosi direttamente alla premier: «Lei ha vinto come leader di una coalizione che ora vuole attuare il suo programma comune, come è dimostrato dal fatto che vicino a lei siede Salvini. Questo è per noi il principale impegno per far seguire alle parole i fatti».

 

giorgia meloni annoiata

Al leghista scappa anche un «vigileremo» che sa troppo di Macron: che siano alleati o nemici o capi di altro Stato pare che tutti si sentano in dovere di vigilare sulla «underdog», come si definisce la stessa Meloni, arrivata a scalare palazzo Chigi. Né Cattaneo né il collega padano si scostano dalla linea tracciata dalla premier.

 

Ma se il primo si limita a segnalare che sul fronte della Giustizia il partito di Berlusconi reclamerà il saldo in termini di garantismo, il secondo riprende uno per uno tutti i temi toccati dalla presidente del consiglio, dal merito nell'istruzione alla battaglia navale contro i «clandestini» sino all'odiato reddito di cittadinanza, accelerando però su ciascuno dei capitoli, spingendosi sempre un po' più in là della leader tricolore.

 

alberto bagnai giancarlo giorgetti

Su un fronte centralissimo, quello della politica estera, Molinari scopre il gioco spiattellando apertamente ciò a cui la premier aveva solo alluso senza scoprirsi troppo: «Basta parlare di atlantismo ed europeismo come se fossero la stessa cosa». Non lo sono ed è l'Europa a determinare la dipendenza dalla Russia, dalla Cina e da quei Paesi nei quali «non c'è quella libertà per la quale si batte l'Alleanza atlantica».

 

giorgia meloni matteo piantedosi

Lo si era già capito dal discorso della presidente ma la Lega lo chiarisce oltre ogni dubbio. L'atlantismo di questo governo sarà d'acciaio. L'europeismo no: sarà anzi sbilanciato a favore dei Paesi dell'est, Polonia in testa, e dunque dell'asse Washington-Londra-Varsavia, certo non di quello dei vigilanti parigini o di Berlino. Se il buongiorno si vede dal mattino e se il quadro non cambierà con l'ingresso in campo dei pezzi da 90 Berlusconi e Salvini, più che una divaricazione nella maggioranza c'è da aspettarsi una competizione nel forzare sempre più la mano. Ma nella stessa direzione.

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - MEME BY EDOARDO BARALDI

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…