
SI PREANNUNCIA UN BRACCIO DI FERRO TRA GIORGETTI E PALAZZO CHIGI – SULLA PROSSIMA MANOVRA, SI NASCONDONO MOLTE INCOGNITE: IL PESO DEI DAZI SUL PIL, LA CRESCITA FERMA ALLO 0,6% (ALTRO CHE L’1,1% PREVISTO DALLA RAGIONERIA), GLI IMPEGNI A FAR SALIRE LA SPESA PER LA DIFESA DI 60 MILIARDI L’ANNO (LA LEGA DI GIORGETTI E' CONTRO L'AUMENTO PER GLI ARMAMENTI MA MELONI L'HA PROMESSO A TRUMP) – PER IL CETO MEDIO È IN ARRIVO UNA “STRETTA FISCALE SILENZIOSA”. FUBINI: “IL PROGRESSIVO AGGIUSTAMENTO DEGLI STIPENDI ALLA VAMPATA DEL 17% DI INFLAZIONE CONTINUERÀ A FAR ENTRARE MOLTI MILIARDI DI REDDITI PERSONALI IN ALIQUOTE PIÙ ALTE E FARÀ CADERE MOLTE DETRAZIONI AUTOMATICHE DELLE FAMIGLIE...”
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
Non è una legge di Bilancio di poco conto, quella che aspetta Giancarlo Giorgetti nelle prossime settimane. È la prima da quando le guerre commerciali che attraversano l’economia mondiale minacciano di mettere sotto pressione l’export italiano nella morsa fra Stati Uniti e Cina.
Ed è la prima dal 2019 che dovrebbe riportare l’Italia a un deficit pubblico sotto al 3% del prodotto interno lordo e a un surplus prima di pagare gli interessi del debito, secondo il Piano strutturale di bilancio della primavera scorsa.
giancarlo giorgetti in collegamento al forum ambrosetti di cernobbio
Forse per questo il ministro dell’Economia, al Forum Teha di Cernobbio, è di poche ma essenziali parole. «Come abbiamo sempre fatto in questi anni, io lavoro in modo serio, pragmatico, con responsabilità, serietà, prudenza» esordisce in collegamento video.
[…]
Con queste premesse, il ministro offre alla sala un impegno: «Diversamente rispetto a quanto eravamo abituati a fare nella legge di bilancio (per il 2026, ndr) non servirà nessuna manovra correttiva: i conti vanno come avevamo previsto».
Dunque nessuna ulteriore stretta per legge, nessun taglio di spesa oltre quelli che vengono dall’inerzia degli anni scorsi. Eppure era stato lo stesso responsabile dell’Economia nei giorni scorsi a parlare di «pizzicotto» alle banche.
giorgia meloni - meme by vukic
Certo il progressivo aggiustamento degli stipendi alla vampata del 17% di inflazione cumulata nel periodo 2021-2023 continuerà a far entrare molti miliardi di redditi personali in aliquote più alte e farà cadere molte detrazioni automatiche delle famiglie.
Questo tipo di stretta fiscale silenziosa sul ceto medio proseguirà, aiutando la finanza pubblica in una fase delicata. «L’economia purtroppo ha subito un rallentamento in relazione alla guerra commerciale», riconosce il ministro.
La crescita attesa per il 2025 nel Piano di bilancio di aprile era dell’1,1%, mentre oggi non appare già acquisto neppure lo 0,6% delle più recenti aspettative del governo (confermate comunque ieri dal ministro).
giorgia meloni con guido crosetto nella camionetta dell esercito 5
Anche per questo Giorgetti conferma l’impegno di «interventi a favore di famiglie e imprese», ma resta cauto. In primo luogo c’è l’impatto delle tensioni commerciali, su cui il ministro invita a rivolgere l’attenzione anche ai rapporti con l’Oriente. «Serve un’attenta riflessione sui dati della bilancia commerciale — dice — perché il tema non riguarda solo gli Stati Uniti ma soprattutto la Cina». [...]
Ma c’è un altro tema che preoccupa il ministro: gli impegni a far salire la spesa per la difesa, di circa 60 miliardi di euro l’anno a prezzi correnti entro il prossimo decennio. Giorgetti, guardingo, parla di un impatto sul bilancio «da valutare» e dello «sforzo titanico» che serve soprattutto per sviluppare l’industria del settore in Italia — tecnologie digitali e semiconduttori inclusi — altrimenti gli ordinativi pagati con le tasse dei contribuenti andranno all’estero e «non ci sarà ritorno di produzione e posti di lavoro in Italia».
matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse
Più sommario il ministro sulle mille proposte estive per la legge di bilancio. E pazienza se, dalle pensioni alle tasse, vengono anche dal suo partito. «In estate ho visto fuochi d’artificio di proposte, alcune stimolanti, altre fantasiose o verosimili, ma io ne so poco o nulla. In agosto c’è il calcio-mercato e la manovra-mercato», taglia corto.
Molto deciso invece Matteo Salvini, a Cernobbio nelle vesti di ministro delle Infrastrutture, sul progetto del ponte sulle Stretto di Messina: «Questa settimana — annuncia — da Palazzo Chigi dovrebbe essere mandato il dossier sul progetto alla Corte dei conti per approvazione. Conto che tra settembre e ottobre si parta con i cantieri e gli espropri».
MATTEO SALVINI E IL PONTE SULLO STRETTO - MEME
Il costo atteso è di 13,5 miliardi di euro. La tariffa media a transito di auto prevista è di sette euro. In base al numero di transiti attuali il ritorno sull’investimento, in quest’area specifica, sarebbe di circa 25 milioni di euro l’anno: oltre cinquecento volte più piccolo del costo.
giancarlo giorgetti in collegamento al forum ambrosetti di cernobbio