TONFO PESANTE PER MILANO E PER LE BORSE EUROPEE, CHE RISENTONO DEL CROLLO DI TOKYO E DEL CALO DELLE BORSE ASIATICHE

1. BORSA: EUROPA IN NETTO CALO, MILANO APRE A -2,4% DOPO PMI CINA E FED
Radiocor - Partenza pesante per Milano e per le Borse europee, che risentono del crollo di Tokyo e del calo delle Borse asiatiche. In avvio d i seduta a Milano il Ftse Mib perde il 2,3% mentre il Ftse All Share lascia sul terreno il 2,15%. Male anche il resto d'Europa, con Parigi in calo del 2%, Londra dell'1,42% e Francoforte del 2,08%. Stamattina e' stato diffuso l'indice Pmi cinese misurato da Hsbc per il mese di maggio, che ha visto una contrazione del manifatturiero per la prima volta da sette mesi, scendendo sotto la soglia che definisce un'economia in espansione.

Questo ha portato a far scattare le vendite a Tokyo, che ha chiuso in calo di oltre 7 punti percentuali, e nel resto delle Borse asiatiche. La notizia che conferma il rallentamento dell'economia cinese e' arrivata all'indomani delle dichiarazioni dell numero uno della Fed, Ben Bernanke e della diffusione delle minute dell'ultima riunione del Fomc, che lasciano la porta aperta a un possibile passo indietro negli stimoli monetari negli Stati Uniti.

A Piazza Affari non ci sono titoli sul listino principale che si salvano dalle vendite, mentre gia' dal le prime battute gli scambi si mostrano molto vivaci. Tra i titoli peggiori, tutti con cali oltre il 4% ci sono Mps, Stmicroelectronics e Ferragamo. Limitano le perdite all'1% Snam e Parmalat.

Sul mercato valutario il dollaro si conferma in rialzo e la divisa unica scende a 1,2838 (da 1,2923), mentre il dollaro/yen e' a 101,76 e l'euro/yen a 130,66 (da 133,26). In calo il prezzo del petrolio: il Wti e' scambiato a -0,98% a 93,36 dollari al barile.

2. IL GIAPPONE SOTTO ATTACCO: LA BORSA DI TOKYO PERDE IL 7%, LA FED AFFOSSA LA SUPERINFLAZIONE PROGRAMMATA
Stefano Carrer per Ilsole24ore.com

Tornano forti tensioni sui mercati finanziari internazionali e il Giappone guida un sell-off di titoli obbligazionari e un netto ripiegamento delle Borse asiatiche con Tokyo in prima linea dove in Nikkei perde oltre il 7% ampiamente sotto i 15mila punti.

Dopo che il numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke ha lasciato intravedere una prossima riduzione degli stimoli monetari negli Usa, è arrivato oggi il primo vero segnale di problematicità legato alle politiche ultra-espansive della Banca del Giappone (BoJ): i tassi sui decennali giapponesi sono balzati oltre l'1% per la prima volta dall'aprile 2012, all'indomani della mera conferma da parte della BoJ della rischiosa strategia introdotta il 4 aprile scorso (quando il tasso sul decennale era allo 0,55%), che prevede sia il conseguimento di un tasso di inflazione del 2% sia un appiattimento dei tassi a lungo termine attraverso il raddoppio in due anni della base monetaria.

L'indice Nikkei della Borsa ha iniziato in forte rialzo di circa il 2% sull'onda di un dollaro salito oltre quota 103 sullo yen (ai massimi da 4 anni e 7 mesi) ma poi è andato in picchiata fino a chiudere a -7,32% a 14.483 punti di fronte agli strappi sul mercato obbligazionario.

L'innesco delle turbolenze viene fatto risalire da vari analisti alle parole di Bernanke, interpretate come un segnale che la Federal Reserve possa ridurre i suoi acquisti di Treasuries nei prossimi mesi, ma anche alla delusione per il fatto che lo "statement" di ieri della banca centrale non ha fatto alcun accenno a come cercare di ridurre la volatilità dei bond.

Il mercato del Jgb (Japan Government Bond), già sotto pressioni rialziste sui tassi, si è quindi rivelato sensibile a fattori esterni come i movimenti sul titoli di Stato Usa (con il rialzo dei tassi americani) sia a fattori "interni" come le parole o i silenzi della BoJ, e ha guidato un sell-off di bond su scala globale.

Per limitare i danni, la banca centrale ha parlato oggi, annunciando a tambur battente un'operazione di fund-supplying da 2mila miliardi di yen per fornire prestiti a breve termine a tasso fisso alle istituzioni finanziarie al fine di calmare "l'aumento irragionevole della volatilità sui tassi a lungo termine". Inoltre il portavoce del governo Yoshihide Suga è intervenuto per dichiarare che "la BoJ saprà agire in modo appropriato per far fronte al rialzo dei tassi".

Vari esperti ritengono che la BoJ non riuscirà a fermare l'aumento dei tassi a lungo specie se la Fed tirerà il freno, mentre in un contesto di così alta volatilità il trading sui bond diventa molto rischioso e le banche cercano di limitarlo.

Come se non bastasse, in mattinata è arrivata la notizia che l'attività manifatturiera in Cina si è contrata per la prima volta in sette mesi: a maggio l'indice HSBC dei Purchasing Managers è calato a 49,6, sotto la soglia di 50 che fa da spartiacque tra espansione e declino.

Le pressioni al rialzo sui tassi giapponesi stanno cominciando ad avere conseguenze internazionali, perché hanno indotto gli investitori istituzionali nipponici a sospendere l'acquisto di bond (e titoli azionari) esteri la scorsa settimana, dopo tre ottave di acquisti netti: hanno venduto obbligazioni straniere (su base netta) per 808,4 miliardi di yen (e azioni estere per 136,9 miliardi di yen).

Non si stanno davvero materializzando, dunque, gli attesi forti acquisti di titoli del debito sovrano estero da parte di banche e assicuratori giapponesi che erano stato anticipati dagli investitori occidentali contribuendo a schiacciare nelle ultime settimane i tassi anche sul debito dei Paesi europei. Per contro, gli investitori non giapponesi hanno continuato la settimana scorsa a essere compratori netti di azioni sul mercato di Tokyo (per 716 miliardi di yen).

 

BERNANKE jpegtokyo-borsaGABRIELE BASILICO FOTOGRAFA CATTELAN IN PIAZZA AFFARI Haruhiko Kuroda governatore della banca centrale giapponese BANCA CENTRALE DEL GIAPPONE

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