stefano valdegamberi e roberto ciambetti

IL CARROCCIO NON RUSSA! L'INCHIESTA CHE METTE NEI GUAI ALCUNI LEGHISTI VENETI CHE AVREBBERO SOGGIORNATO IN HOTEL A 5 STELLE A SPESE DI MOSCA PER SOSTENERE L'ANNESSIONE DELLA CRIMEA – I LOBBISTI RUSSI ERANO PRONTI A PAGARE I POLITICI PER CAMBIARE LA NARRAZIONE OCCIDENTALE SULL’INVASIONE DELLA CRIMEA – VALDEGAMBERI, CONSIGLIERE REGIONALE VENETO, DICE DI NON AVER PRESO UN SOLDO MA NELLA SUA REGIONE...

Estratto dell’articolo di Enrico Ferro per “la Repubblica”

 

stefano valdegamberi 4

Cambiare la narrazione sulla Russia e sull’invasione della Crimea stringendo accordi, organizzando convegni, intrecciando relazioni economiche. Il tutto grazie a esponenti politici entrati anima e corpo in uno schema che aveva come unico scopo quello di conferire alle politiche di Putin il diritto di cittadinanza nella Ue. Pezzi della Lega hanno portato avanti per anni questa opera fluidificatrice, sfruttando anche la credibilità e la solidità delle regioni in cui esercitano la loro azione politica.

 

L’attività del consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, tesserato Lega, è certamente paradigmatica per comprendere quanto il partito di via Bellerio si sia speso per oliare i rapporti tra Italia e Russia. Una dinamica caldeggiata dal Cremlino che, anche in questo modo, avrebbe poi preparato il terreno per l’invasione dell’Ucraina. Adesso c’è anche un’inchiesta giornalistica internazionale, realizzata tra gli altri da IrpiMedia.

stefano valdegamberi 5

 

Grazie a migliaia di e-mail sotratte dagli hacker ucraini al parlamentare russo Sargis Mirzakhanian, responsabile della “International Agency for Current Policy” negli anni successivi all’invasione della Crimea nel 2014, sono emersi i rapporti e le loro dinamiche. Valdegamberi era uno snodo cruciale.

 

Le e-mail conterrebbero le prove di come i lobbisti russi intendessero pagare i politici: ci sono addirittura onorari e budget per piani di viaggio con soggiorni in resort a 5 stelle come il Mriya Resort and Spa, un mega hotel sulle rive del Mar Nero. Tuttavia, è bene specificarlo, nel malloppo raccolto non ci sono documenti finanziari o estratti conto bancari in grado di dimostrare che i pagamenti siano stati effettuati.

 

stefano valdegamberi 2

«Quante cazzate», sbotta Stefano Valdegamberi, ex assessore regionale del primo mandato di Luca Zaia e ora consigliere regionale. «Si evince chiaramente che le attività promosse erano di natura commerciale. Ma io non ho mai preso un soldo». Ma è Mirzakhanian stesso a descrivere questi pagamenti come il «prezzo del voto», in una email contenente le linee guida del progetto per l’Italia e l’Austria.

 

Riecco Valdegamberi in uno schema in cui gli viene attribuito l’incasso di 3 mila euro. «Probabilmente quei 3 mila euro sono i soldi che l’organizzazione del Forum di Nazarov ha speso per i viaggi e l’ospitalità della delegazione. Ma nessun compenso è stato dato», la replica del leghista. Della partita faceva parte anche il senatore veronese Paolo Tosato, anch’egli della Lega e anch’egli corteggiato affinché appoggiasse Mosca. Così fece, ma la sua risoluzione in Senato non venne recepita.

stefano valdegamberi 1

 

Uno dei primi grandi risultati ottenuti dal gruppo di Mirzakhanian è stato invece con il Consiglio regionale veneto. Grazie a Valdegamberi, il 18 maggio 2016 la delibera viene adottata a maggioranza. I primi in Europa. Nei mesi successivi, grazie alla spinta della Lega, Liguria e Lombardia hanno seguito l’esempio del Veneto e approvato le loro risoluzioni, riconoscendo la Crimea come parte della Russia.

 

INCHIESTA VALDEGAMBERI

Dopo il forum di Yalta del 2016, Valdegamberi è volato in Crimea alla ricerca di relazioni d’affari e ha portato con sé altri politici italiani: tre dal Veneto (Roberto Ciambetti e Luciano Sandonà della Lega, ma anche Marina Buffoni consigliera comunale di FdI a Padova), più uno ciascuno da Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Liguria. Al viaggio si è unita una delegazione di investitori italiani, tra cui alcuni imprenditori sempre dal Veneto. «Per Stefano Valdegamberi il risultato del viaggio non è stato puramente di pubbliche relazioni, ma di contatti promettenti per iniziative imprenditoriali, che pagano le sue campagne elettorali e sostengono la sua attività politica», ha scritto uno dei soci europei di Mirzakhanian in una e-mail. […]

Luciano Sandona, Roberto Ciambetti e Stefano Valdegamberi, in Crimea nel 2017

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...