TE LO DO IO IL QUID! - VIA LE PRIMARIE, VIA 'PIANI B', VIA SOPRATTUTTO IL SOSTEGNO AL GOVERNO MONTI, BERLUSCONI TORNA IN CAMPO - “L'ITALIA È SULL'ORLO DEL BARATRO”, DICE - DOVREBBE AGGIUNGERE: E ANCHE IL MIO IMPERO RISCHIA IL CROLLO ED IO L’ARRESTO - SALTATO VESOA, LA “PAZZA IDEA” DI ANNUNCIARE IL FATIDICO RITORNO IN CAMPO ALLO STADIO, AL MEAZZA MENEGHINO GIÀ SAN SIRO…

1. BERLUSCONI: «PAESE SULL'ORLO DEL BARATRO, MI CHIEDONO DI RICANDIDARMI»
Il Messsaggero

Berlusconi torna in campo. La decisione, che verrà presa «tutti insieme nei prossimi giorni», è cosa fatta. Con buona pace delle ricostruzioni del lungo vertice di Palazzo Grazioli che ai taccuini dei giornalisti ha consegnato ben altra verità. Ma è lo stesso leader del Pdl a riportare nell'alveo della «realtà», come scandisce in una nota serale il Cavaliere, la situazione del partito e le sue prospettive future.

Via le primarie, via 'piani B', via, soprattutto, il sostegno (incondizionato) fin qui garantito al governo Monti. Anzi. Dopo aver fatto balenare in più di un'occasione l'idea di togliere la fiducia al governo tecnico - cercando nel "no" all'election day la "pistola fumante" per poter giustificare un cambio di rotta - Berlusconi chiama gli italiani a riflettere su questa esperienza governativa.

Berlusconi all'attacco. E, in tempo di bilanci di fine anno, mette senza troppi complimenti Monti e i suoi ministri sul banco degli imputati: «La situazione oggi - dice - è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese». Di più: «Oggi - rincara la dose - l'Italia è sull'orlo del baratro». «L'economia - spiega il leader Pdl - è allo stremo: un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d'acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili». E, a dodici giorni dalla scadenza di pagamento, punta anche il dito sull'Imu che vede «le famiglie italiane angosciate perchè non riescono a pagarlo». Anche «le imprese chiudono», «l'edilizia crolla», «il mercato dell'auto è distrutto».

Tinte fosche, quasi da profezia dei Maya che lo costringono - si interpreta il suo pensiero tra le righe del comunicato - a tornare in campo: «Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. Non è più possibile andare avanti così». Ed è per questo, per queste «dolorose constatazioni», che Berlusconi si vede costretto ad una scelta che verrà presa, «tutti insieme, nei prossimi giorni».

L'accelerazione del Cavaliere, che molti prevedevano solo a Consiglio dei Ministri ultimato (non a caso un nuovo vertice del Pdl è previsto in mattinata), spiazza alleati ed avversari anche se chiarisce pubblicamente quello che un pò tutti - colonnelli compresi - si attendevano (e qualcuno temeva): il ritorno da protagonista sulla scena politica.

Le primarie del Pd, come lui stesso più volte ha ammesso con i suoi fedelissimi, lo hanno convinto una volta di più. Nessun mistero, infatti, che l'ipotesi di dover competere con Bersani gli è stata sempre più gradita rispetto a quella di una sfida con il "nuovo" incarnato da Renzi. E alla fine, forse alla luce della fitta "triangolazione" di contatti tra Palazzo Chigi, Colle e Pd, ha posto fine alla lunga (e assai contestata internamente al Pdl) indecisione. Promettendo scelte a breve giro di posta dando seguito a quanto lo stesso ex capo del governo, pur misurando bene le parole, avrebbe fatto intendere durante il lungo vertice di via del Plebiscito: riprendere in mano le redini del partito.

2. B. MOLLA VESPA E SI PRENOTA UNO STADIO INTERO PER ANNUNCIARE IL FATIDICO RITORNO IN CAMPO - IL CAVALIERE EVITA L'APPUNTAMENTO CON IL GIORNALISTA E PENSA A UN'OPERAZIONE CLAMOROSA COL SUO MILAN
di Fabrizio d'Esposito per Il Fatto

Bruno Vespa avrebbe voluto farsi "predellino" del nuovo partito di Silvio Berlusconi ma il Cavaliere gli ha detto no, all'ultimo minuto. Un flop tragico per il conduttore di "Porta a Porta", morbido cantore berlusconiano (di rito lettiano, nel senso di Gianni) dell'ultimo Ventennio. Da settimane il refrain di Palazzo rimandava a mercoledì 5 dicembre, cioè oggi, la soluzione dell'enigma di B., sovrano impazzito come il Riccardo III di Shaskespeare. Occasione, la presentazione dell'ultimo libro di Vespa alla Residenza di Ripetta, nel centro di Roma. Invece, l'invito rettangolare dal doppio logo, Mondadori e Rai Eri, editori del giornalista, è destinato a diventare un must per collezionisti. Il Cavaliere non ci sarà. Un fiasco drammatico per "Porta a Porta".

Alla residenza di Ripetta era già quasi tutto pronto e Vespa aveva anche in serbo di fare una puntata speciale del suo programma, dedicata alla sesta discesa in campo di Berlusconi. Ma la telefonata partita da Arcore ieri mattina è stata tassativa: "La presentazione deve essere annullata". Il giornalista è riuscito a strappare però un rinvio al prossimo 12 dicembre, anche se gli aruspici di corte in servizio a Palazzo Grazioli fanno notare che il 12-12-12 non è una data propizia per iniziare una nuova vita politica.

Una combinazione nefasta come quella del 21-12-12, indicata dai Maya come la fine del mondo. In realtà il Cavaliere, secondo quanto riferiscono dal suo cerchio magico, non vuole fare l'annuncio chez Vespa. Medita piuttosto un gesto clamoroso "tra il popolo" a Milano, come il predellino di piazza San Babila del 18 novembre 2007. E la "pazza idea" che gli sta girando per la testa riguarda un'iniziativa politica allo stadio, al Meazza meneghino già San Siro.

Una "pazza idea", appunto, alimentata dalle continue incursioni di B. a Milanello, agli allenamenti dei "suoi" rossoneri. L'ultima ieri. L'ex premier si è convinto di essere lui l'artefice della rinascita del Milan e così vuole trasferire questi suoi presunti poteri taumaturgici calcistici nel nuovo partito, che non necessariamente si chiamerà Forza Italia. Quindi, quale location migliore di un campo di calcio, magari già nel fine settimana? Titolo maligno: Berlusconi all'ultimo stadio.

A rivelare questa ipotesi è un autorevole parlamentare ricevuto in queste ore a Villa San Martino di Arcore. L'andirivieni di deputati e senatori è incessante. Anzi stancante. Il pellegrinaggio da Roma è talmente intenso che talvolta le luci si spengono alle due e mezzo di notte. E non per il bunga bunga. Anche per questo motivo, allora, il Cavaliere oggi potrebbe tornare nella Capitale, fermo restando il rifiuto di andare da Vespa.

B. incontrerà i vertici del Pdl per confermare le minaccia diramata la scorsa settimana: senza election day il 10 febbraio bisogna andare alla crisi di governo. L'obiettivo è di affossare la legge elettorale e avere mano libera sulla scelta dei nuovi nominati da mandare a Montecitorio e Palazza Madama. Sul caos del Pdl, Berlusconi ripete a ogni visitatore gli stessi aggettivi: "Sono triste, deluso, arrabbiato per questo spettacolo".

La scena però continua a rimanere grottesca, dove la finzione dell'unità con Alfano rende surreali retroscena e scenari raccontati e descritti dai tifosi del Pdl o da quelli di una nuova Forza Italia. L'unica certezza è "il braccio di ferro" tra i due, Berlusconi e il suo ex figlioccio senza quid. Il compito del segretario del Pdl è il più difficile. In questi giorni sta tentando di tenere tutto insieme per evitare il crollo finale.

Alfano media tra berlusconiani ortodossi, filomontiani ed ex An. Ed è probabile che in caso di spacchettamento e scissioni "dolci", lui rimanga nel Pdl. Senza dimenticare, che il Cavaliere ha detto chiaro e tondo che non vuole cacciare più soldi. Il regime di austerità non riguarda solo le aziende. Pare, addirittura, che sia partito l'ordine di disdire l'affitto del palazzo romano di via dell'Umiltà, sede nazionale del Pdl. Figuriamoci pagare una campagna elettorale da padre nobile.

 

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