È FINITA A TARALLUCCI E ASSAD - CHI VOLEVA LA TESTA DELL’HITLER DI DAMASCO HA CAPITO CHE È MEGLIO LUI DEI RIBELLI TALEBANI

Livio Caputo per "Il Giornale"

Che fine hanno fatto le perentorie richieste di quasi tutti i leader occidentali per la ri­mozione di Bashar El Assad dalla presidenza della Siria? Come mai i vari Obama, Hollande, Cameron, che fino a poco tempo fa apparivano decisi a contribuire all'abbattimento del dittatore e volevano bombardare le sue basi militari per punirlo dell'uso di armi chimiche contro la popolazione sono oggi pronti a trattare con lui per una soluzione politica della guerra civile, che, come ha detto il Segretario di Stato Kerry, «preservi le istituzioni dello Stato»?

La risposta è semplice: nelle ultime settimane la situazione in Siria è cambiata e le parti si sono, in un certo senso, invertite: accettando la distruzione del suo arsenale di armi chimiche e mantenendo poi puntualmente gli impegni assunti - al punto di meritarsi un pubblico elogio da parte dello stesso Kerry - Assad è diventato un partner affidabile.

I ribelli, invece, hanno compiuto il percorso inverso: l'ala moderata, su cui l'Occidente puntava, ha perso costantemente terreno rispetto alle due organizzazioni jihadiste legate ad Al Qaeda che vogliono instaurare un regime basato sulla Sharia e continuano a macchiarsi di crimini che non hanno nulla da invidiare a quelli commessi dal regime.

Questi estremisti islamici sono meglio organizzati, meglio armati e meglio finanziati (dai Paesi arabi sunniti del Golfo) dei «laici », possono contare su almeno 5.000 fanatici volontari stranieri accorsi da mezzo mondo e sono ormai i veri padroni delle province sottratte alle truppe di Assad. La prospettiva di un loro successo, che comporterebbe anche la sistematica persecuzione delle minoranze cristiane, curde e druse schierate col regime, spaventa le Cancellerie quasi più di un ritorno dei Talebani in Afghanistan.

Perfino il premier turco Erdogan, che era stato tra i primi a chiedere la testa di Assad e a fornire pieno appoggio ai ribelli, sembra ora avere dei ripensamenti, al punto da ordinare il bombardamento di una loro base a ridosso della frontiera.
É mutato anche l'atteggiamento della stampa.

Mentre, fino a poco tempo fa, gli inviati dei giornali occidentali preferivano lavorare nelle zone controllate dai rivoltosi e raccontare la loro versione dei fatti, dopo una serie di rapimenti (tra cui quello del nostro Domenico Quirico) e la scomparsa di ben sedici giornalisti sono tornati in massa a operare da Damasco, dove il regime ha allentato i controlli.

Lo stesso Assad ha dato una serie di interviste a televisioni e giornali europei ed americani, cercando di presentare un volto moderato e dipingere i ribelli come pericolosi terroristi.
Questa svolta, iniziata quando la Russia ha convinto Obama a rinunciare al bombardamento punitivo del regime in cambio della distruzione delle sue armi chimiche, influenzerà in modo decisivo anche la conferenza di pace che dovrebbe svolgersi - sotto l'egida congiunta di Washington e Mosca - a Ginevra il 23 e 24 novembre.

Da un lato ci sarà un Assad praticamente inamovibile fino a quando non avrà mantenuto fino in fondo i suoi impegni, dall'altra potrebbe esserci soltanto Ahmad al Jarba, presidente della coalizione moderata che è appena stata abbandonata da dodici delle quindici organ izzazioni che ne facevano parte, passate armi e bagagli con i jihadisti e che perciò non rappresenta virtualmente nessuno.

La presenza di Al Nusrah e di Al Qaeda in Siria ed Iraq (che punta a costituire, a cavallo tra i due Paesi, il califfato che sognava Bin Laden) è esclusa in partenza. Nonostante i crimini commessi e i centomila morti della guerra civile, Assad, in controllo ancora di almeno la metà del Paese, ha così buone probabilità di diventare l'unico dittatore a sopravvivere alla «primavera araba».

 

monica maggioni intervista bashar al assad hollande smorfia ohn Kerry con il presidente Barack Obama siria scontri JOHN KERRY OBAMASCONTRI IN SIRIA

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...