AL VOTO, AL VOTO! NEL PD ANTI-LETTA CRESCE LA VOGLIA MATTA DI URNE – EPIFANI: “LA BASE È IN RIVOLTA, VUOLE IL DIVORZIO DAL PDL” (E RENZI ASPETTA)

Maria Teresa Meli per "Il Corriere della Sera"

Bastano poche, all'apparenza inutili, novità per capire quello che succede nella politica italiana. E soprattutto nel Pd, dove la sentenza Berlusconi ha innestato un tormentone che difficilmente si esaurirà entro pochi giorni. I cambiamenti sono questi: l'organizzazione del partito e l'ufficio tesseramento verranno spostati altrove rispetto alla sede del Pd, in via Tomacelli, precisamente.

Segno che l'apparato teme il precipitare delle cose e tenta di apprestare l'ultima trincea contro Matteo Renzi, tenendo lontani dall'occhio dei sostenitori del sindaco di Firenze gli ultimi luoghi del potere del partito, quella ridotta dove i maggiorenti del Pd sperano di ritrovare forze e vigore per mandare l'altolà a Berlusconi e a Renzi insieme.

L'idea che le elezioni possano arrivare, macinando mesi e aspettative, preoccupa i maggiorenti del Pd. «A questo governo per adesso non ci sono alternative», dice Guglielmo Epifani per non esasperare gli animi, che sono, a dir poco, esacerbati. Poi però il segretario si rende conto delle paure e dei malumori della base e spiega ai suoi: «Dobbiamo dire che il Pdl la deve smettere di mettere le sue bandierine. E noi dobbiamo capire che sarebbe un errore intrecciare insieme le vicende giudiziarie e quelle politiche».

Il governo vacilla. Enrico Letta chiede al suo partito se è disposto a reggere l'ondata d'urto che arriverà di qui ai prossimi giorni. La risposta, ovviamente, è un sì, pronunciato da Guglielmo Epifani prima di partire per Bruxelles: «Non sarà Berlusconi a decidere le sorti del governo, ma sappi che noi possiamo reggere fino a un certo punto. Oltre non ce la facciamo. Se Berlusconi attacca i magistrati, o ti chiede delle contropartite sulla giustizia, noi non possiamo dire di sì. La nostra base è già in fermento e vorrebbe il divorzio breve dal Pdl». E non è solo la base che soffre.

L'ex presidente del Pd Rosy Bindi parla, come al suo solito, senza peli sulla lingua, e rivolge a sé medesima ma anche al suo partito questo interrogativo, retorico fino a un certo punto: «Il Pd può stare in maggioranza con un partito guidato da un leader che ha già accumulato diverse gravissime condanne, che pretende l'impunità in nome della legittimazione elettorale e non perde occasione per accusare la legislatura?».

Monta l'insoddisfazione e l'argine del ritornello di Epifani - «A questo governo, per adesso, non ci sono alternative» - non sembra rassicurare troppo i militanti del Pd, e, quel che è più grave, nemmeno i dirigenti e i parlamentari. Dice Gianni Pittella, europarlamentare nonché candidato alla corsa per la segreteria del Pd: «Il silenzio del mio partito sulle esternazioni di Berlusconi contro i magistrati è imbarazzante».

Veramente non di silenzio si tratta, ma di una vera e propria strategia della disattenzione. Basta leggere le parole di Epifani: «Nel momento in cui la crisi non si sta affatto risolvendo e, anzi, forse si sta aggravando, nel momento in cui ci sono tanti problemi da affrontare per il nostro Paese, sarebbe irresponsabile far saltare l'azione del governo in ragione di questi problemi giudiziari».

Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali e di quelle ufficiose, fatte ai parlamentari per non demotivarli, l'ansia dei dirigenti del Partito democratico corre sui cellulari: scambi di opinione, ricerche di rassicurazione, suggerimenti e consigli: «Ragazzi, preparatevi, perché qui stiamo ballando», dice ai compagni di partito il neo presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre. Fassino, più ottimista, dice: «Penso che il governo tenga, noi non abbiamo nessun interesse a far saltare il banco». E il vice ministro Stefano Fassina spiega ad alcuni parlamentari amici qual è lo stato dell'arte: «Il governo tiene e noi reggiamo...per ora».

Già, per ora. E poi? La parola al vicepresidente della Camera Roberto Giachetti: «E poi, o il governo fa veramente qualcosa, oppure sarà fibrillazione continua». Non conta, dunque, che Epifani continui a ripetere che «il governo non può dipendere dalle scadenze giudiziarie di Berlusconi», perché sarà inevitabile questo «maledetto intreccio» (per dirla con parole di Matteo Renzi) tra politica, governo, stabilità e giustizia.

L'allarme è talmente alto che il sindaco rottamatore medita se scendere o no in campo per la corsa alla segreteria, finora la bilancia propendeva per il sì, ma se gli eventi dovessero subire un'accelerazione, se il governo dovesse cadere anzitempo, perché affrettarsi, dividersi e combattere per una poltrona che, inevitabilmente, verrebbe assegnata a Matteo Renzi?

 

 

Renzi epifaniLETTA-RENZIFASSINO NICOLA LATORRE

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…