ARSENICO, MERLETTI & ZONETTI – STOPPATO IL RITORNO DEL MELONIANO LUCA BARBARESCHI IN RAI: MA LA PRIMA EDIZIONE DEL PROGRAMMA “IN BARBA A TUTTO” (2021) ANDÒ IN ONDA SENZA CHE IL PD BATTESSE CIGLIO, EPOCA M5S – QUANDO LUCIA ANNUNZIATA INTERVISTO' LO SCORSO ANNO LA RUSSA CHE ANNUNCIO' SANGIULIANO FUTURO MINISTRO (E NON ECCEPI' NULLA) – FAZIO, LA VETRINA PER I RAPPRESENTATI DELL’AGENZIA CASCHETTO… VIDEO

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LUCIA ANNUNZIATA E L'IMBARAZZANTE BATTUTA A 'MEZZ'ORA IN PIU'

Marco Zonetti per Dagospia

 

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Bizzarro e imbarazzante siparietto ieri pomeriggio a Mezz’ora in più su Rai3, con la conduttrice dimissionaria Lucia Annunziata improvvisatasi finanche “tricologa”. 

 

Rivolta all’inviato Sergio Paini in collegamento dalla Turchia e all’ospite in studio, il politologo Yascha Mounk, la buona Lucia si è infatti lanciata in una dissertazione ben poco lusinghiera nei confronti del loro look.

 

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“Io credo di avere… mi sembra di avere due prigionieri politici che vengono dall’Ucraina qui” ha esordito la conduttrice, “perché sia Paini, come dire, stanco e pelato come uno che è stato un po’ malmenato in prigione ma soprattutto qui il nostro amico Yascha Mounk… che appunto sembri uscito anche tu da una prigione o da una zona… come dire, tutti con i capelli pelati (sic!).”

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Accorgendosi dell’imbarazzo dei due, soprattutto dell’inviato, per l’inane commento (come se non bastasse condito da riferimenti alla guerra in Ucraina), Annunziata ha quindi arrancato: “Va bene… Paini, era una battuta, non era forse divertente ma interessante questo vostro look, specie quello di Yascha.”

 

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Cosa si sarebbe scatenato se qualcuno avesse usato parole simili dei confronti della Annunziata ? Lo stigma del body shaming è tale solo quando a subirlo è una donna?

 

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Abbandonando le questioni tricologiche, sempre riguardo all’Annunziata, hanno stupito le dimissioni della conduttrice addotte alla sua contrarietà verso questo governo e giunte con l’insediamento dei nuovi vertici. (Come Dago-rivelato, già lo scorso marzo la giornalista aveva avanzato questa ipotesi durante un evento letterario, quando ancora l’Ad Rai era Carlo Fuortes.)

 

Sulla questione Annunziata-Rai-governo Meloni, torna in mente un episodio avvenuto domenica 24 luglio 2022 con protagonista proprio la conduttrice e il suo programma Mezz’ora in più. Ospite era l’allora vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, non esattamente un semplice passante, che aveva snocciolato un elenco di personalità papabili ministri di un prossimo governo Meloni. Tra i nomi c’era soprattutto quello di “Genny Sangiuliano” (cit.), ovvero l’allora direttore del Tg2.

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Annunziata e il suo ospite Alessandro Giuli, poi nominato dallo stesso governo presidente del Maxxi, non batterono ciglio (anzi ridacchiarono) e la conduttrice non eccepì minimamente sull'ipotesi un tantinello ardita che il direttore di una testata giornalistica Rai fosse in odore di diventare ministro del prossimo governo. Per giunta con due mesi effettivi di campagna elettorale ancora da effettuare, ma soprattutto da seguire nei Tg Rai... 

 

Inoltre, Sangiuliano aveva già ricevuto un richiamo da Viale Mazzini per aver presenziato, nel maggio 2022, sul palco di una convention di Fratelli d’Italia. Già allora si era sparsa la voce (fondatissima con il senno di poi) che il direttore del Tg2 fosse in lizza per un ministero, scatenando un putiferio in Commissione di Vigilanza Rai con richieste di dimissioni del giornalista.

 

GENNARO SANGIULIANO A CHE TEMPO CHE FA GENNARO SANGIULIANO A CHE TEMPO CHE FA

A luglio, le parole dell'allora vicepresidente del Senato a Mezz’ora in più tornarono dunque a soffiare sulle fiamme della polemica politico-istituzionale, tanto che lo stesso La Russa fu costretto a ritrattare l'annuncio (anche se poi, ministro, Sangiuliano lo è diventato sul serio).

 

Come mai la adesso dimissionaria Annunziata, che pure era stata presidente Rai e quindi un minimo di conoscenza della materia doveva possederla, all’epoca non disse nulla in trasmissione?

 

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Fra i mille piagnistei che hanno accompagnato la notizia della dipartita di Fabio Fazio dalla Rai, nessuno ha fatto notare che il suo programma Che Tempo che Fa, da un bel po’, era divenuto una sorta di vetrina privilegiata dell’agenzia di Beppe Caschetto (che rappresenta Fazio, Luciana Littizzetto e vari ospiti fissi o ricorrenti del programma).

 

In ogni sua puntata, Che tempo che fa accoglieva infatti uno o più rappresentanti della scuderia di Caschetto, ieri Roberto Saviano, la settimana scorsa Virginia Raffaele, senza contare gli ospiti fissi Ale e Franz, di cui Caschetto produce gli spettacoli teatrali, e Ubaldo Pantani. Sette giorni fa era altresì ospite Marco Bellocchio per presentare il suo nuovo film Rapito. E chi è uno dei produttori del film? Indovinate un po’? Beppe Caschetto.

 

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Vi sono state puntate di CTCF in cui i “caschettiani” erano almeno quattro o cinque e addirittura, in un’occasione, Fazio ospitò Alessia Marcuzzi – anch’ella rappresentata da Caschetto – per promuovere la linea cosmetica della conduttrice (con relativo bailamme in CdA Rai).

 

A Discovery succederà la stessa cosa? Probabile, essendo l’azienda televisiva una sorta di potentato dell’agente. Con la differenza che, almeno, si tratta di un'impresa commerciale, mentre, come ha sottolineato lo stesso Fazio nel suo addio in diretta ieri sera, “la Rai è la tv pubblica”.

 

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Luca Barbareschi, che nel settembre scorso dichiarò il proprio voto per Giorgia Meloni, viene considerato in quota Fratelli d’Italia, e come tale è reputato il suo programma “In barba a tutto”, la cui seconda edizione è stata bloccata preventivamente dai due consiglieri di amministrazione Rai Francesca Bria (Pd) e Riccardo Laganà (dipendenti) per le sue recenti e discusse dichiarazioni sulle donne che denunciano in ritardo le molestie sessuali.

luca barbareschi luca barbareschi

 

Molti vedono in questa “censura preventiva” un tentativo di bloccare l’ascesa di un altro meloniano in Rai, dimenticando tuttavia che la prima edizione del suo programma – che risale alla primavera del 2021 – era andata in onda con il governo Draghi da poco insediato, con l’Ad Rai in quota M5s Fabrizio Salini e con il direttore di Rai3 in quota M5s Franco Di Mare. 

 

La trasmissione di Barbareschi fu peraltro strategicamente collocata nel prezioso slot orario successivo a Report, garanzia sicura di ascolti gratificanti grazie al traino del fortunato programma di Sigfrido Ranucci. Ma all’epoca eccepì il solo Laganà, nel silenzio del Pd e del M5s allora ben saldi al governo... con Fratelli d’Italia all’opposizione. 

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